“#39 PER UNA GEOGRAFIA PARTECIPATA DELLA MEMORIA” AL MUSA IN OCCASIONE DEL GIORNO DELLA MEMORIA
Ribadire la necessità della Memoria non solo al fine di generare conoscenza ma soprattutto per affermare che esiste un’alternativa alla violenza e alla sopraffazione dell’Altro è il tema dell’incontro “#39 Per una geografia partecipata della memoria” a cura del Museo Storico-Archeologico (MUSA) dell’Università del Salento e in collaborazione con il corso di laurea Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo (DAMS), Artisti Liberi Indipendenti (ALibI) ed Edizioni “Esperidi”: appuntamento martedì 30 gennaio 2024 alle ore 17 al MUSA (via di Valesio angolo viale San Nicola, Lecce), in occasione del Giorno della Memoria.
Gli studenti Davide Leo, Samuele Ingrosso, Michael Gabriel Montedoro, Danilo Santoro, Anna Sessa dei corsi di Laurea in DAMS e Lettere Classiche saranno i protagonisti del reading teatrale tratto dal libro: “#39 Per una geografia partecipata della memoria” di Gustavo D’Aversa e Walter Prete (Edizioni Esperidi 2022). A dialogo con gli autori: Fabio Pollice, Rettore dell’Università del Salento, Raffaele Casciaro, Direttore del Dipartimento di Beni Culturali, Francesco Ceraolo, Docente di discipline dello spettacolo a UniSalento, Roberta Marra e Claudio Martino, edizioni Esperidi; modera l’incontro Grazia Maria Signore, direttrice del MUSA.
Per l’occasione, inoltre, sarà proiettato un estratto del documentario filmato tratto dalla drammaturgia di #39.
“#39 Per una geografia partecipata della memoria” è frutto di un progetto di ricerca e di scrittura teatrale articolato e partecipato volto a dare memoria a una storia di accoglienza e integrazione, ambientata a Tricase Porto, a cavallo della seconda guerra mondiale. Qui, dal 1943 al 1948, fu collocato il campo profughi n. 39 (Displaced Persons Camp) per ospitare ebrei scampati alle persecuzioni naziste. Le voci degli ebrei si alternano a quelle degli abitanti contribuendo a ricostruire alcuni momenti del periodo di convivenza nel centro salentino, segnati talvolta da diffidenze e incomprensioni ma anche da gesti di sincera accoglienza. L’esperienza drammatica della Shoah emerge dagli interventi degli ebrei mentre le voci dei tricasini contribuiscono a rappresentare l’identità del centro salentino.
La drammaturgia è diventata uno spettacolo teatrale ed è stata utilizzata per realizzare una performance site-specific prima e un documentario filmato dopo, che ha visto il coinvolgimento dei cittadini di Tricase e di amatori della recitazione.