I RITI DELLA SETTIMANA SANTA NEL SALENTO
Lecce
Con oggi, lunedì, si entra in una settimana che per i cattolici riveste un’importanza molto particolare, ricordata come “La Settimana Santa” in essa si registra il perpetuarsi di antiche tradizioni popolari nel rispetto della devozione per il sacrificio di Gesù, donatosi per salvare l’uomo dai suoi peccati.
Sono tanti gli eventi legati a doppio filo con la tradizione popolare in tutto il territorio nazionale ed anche qui nel nostro Salento dopo la festa della Domenica delle Palme ecco lo snocciolarsi dei vari eventi che rammentano il sacrificio di Gesù e poi la Sua resurrezione. Nel giorno dl Giovedì Santo, ricorre la tradizione dei “sepolcri”.
In effetti, secondo la memoria storica delle genti salentine non si tratta di un vero e proprio sepolcro ma, piuttosto di un luogo in cui riporre un’urna per la reposizione dell’Ostia offerta poi per la comunione del Venerdì Santo, perché, come vuole la Chiesa, in questo giorno non si officia il Sacrificio della Messa e dunque non si consacra l’Eucaristia.
Come sempre nelle tradizioni popolari sacro e profano, o meglio pagano, si è mescolato per essere poi tramandate sino a noi.
La tradizione vuole che nelle chiese l’altare della reposizione sia addobbato con composizioni floreali o altri simboli, in omaggio all’Eucaristia, conservata nel repositorio.
Il pellegrinaggio alle varie chiese nella sua forma originaria aveva un significato penitenziale, rifacendosi alle tappe di Gesù nel percorso della sua passione; ed è al medio evo che risale la cosiddetta visita a quello che impropriamente viene chiamato “sepolcro”.
Per i leccesi la visita ai “sepolcri” si svolge recandosi nelle varie chiese, tutte aperte sino a tardi, con la propria famiglia e rispettando la tradizione che prevede che ci si debba recare ad almeno sette chiese diverse, o comunque a rendere visita ad un numero dispari di sepolcri.
Ogni chiesa presenterà il proprio sepolcro scegliendo un tema diverso nella coreografia da adottare. Ciò crea anche una certa curiosità nei visitatori che, inevitabilmente, apprezzano in modo diverso ogni sepolcro proprio sotto l’aspetto artistico.
Brindisi
I riti della Settimana Santa a Brindisi non sono dissimili da quelli che si svolgono in tutto il Salento. Nel Giovedì Santo una delle tradizioni più seguita è la celebrazione liturgica della “Messa in Cena Domini” che ricorda l’Ultima Cena di Gesù con i suoi discepoli e che prevede il rito della Lavanda dei piedi.
Quindi l’esposizione del S.S. Sacramento sull’altare impropriamente conosciuto come il Sepolcro (Altare della Reposizione) Anche a Brindisi c’è la tradizione della visita ad almeno sette chiese diverse, o comunque ad un numero dispari di sepolcri. Un altro evento è LA TROMBA ED IL TAMBURO. Ovveo La secolare rievocazione della “Madonna in cerca di Gesù”, una tradizione che sopravvive grazie alla passione di giovani musicisti brindisini.
L’evento segue di qualche ora quello più partecipato della visita alle chiese per pregare davanti all’altare della Reposizione. Passata la mezzanotte i due suonatori muovono dalla Chiesa del Cristo e sostano, per intonare le tipiche note del rituale, ai principali angoli della strade ed ai crocevia della città.
Taranto
Anche nel tarantino esistono tradizioni della Settimana Santa come a Martina Franca dove oltre alle processioni notturne dell’Addolorata e dei Misteri, il Venerdì santo mattina, per chi non l’ha fatto la sera prima, è d’obbligo “scé gerà le Sepuolcre”, visitare i “Sepolcri”, ovvero i cosiddetti “altari della Reposizione” in cui è custodita l’Eucarestia. A Grottaglie, invece, il Giovedì e Venerdì Santo si tiene l’antico pellegrinaggio penitenziale dei “bubbli bubbli”. A Carosino con la processione dei Misteri, inedita quanto interessante. Sfileranno una serie di statue in cartapesta accompagnate da flambeaux (lumi), consorelle in gramaglie, e bambini che suonano le “trenule” (in italiano, raganelle), strumenti dal suono rauco e gracidante che indicano lo sconcerto del mondo alla morte di Gesù.