HomeSportANTONIN BARAK: “SUBITO A MIO AGIO A LECCE. SONO SICURO LA SQUADRA CONQUISTERÀ SUL CAMPO LA SALVEZZA”

ANTONIN BARAK: “SUBITO A MIO AGIO A LECCE. SONO SICURO LA SQUADRA CONQUISTERÀ SUL CAMPO LA SALVEZZA”

ANTONIN BARAK: “SUBITO A MIO AGIO A LECCE. SONO SICURO LA SQUADRA CONQUISTERÀ SUL CAMPO LA SALVEZZA”

Proveniente dall’Udinese con il mercato invernale, la mezzala ceca, che ha conquistato subito i nuovi tifosi, oggi è stato protagonista di una diretta Instagram con il canale ufficiale del club.

“Mi sono trovato subito bene qui. Ho sentito un grande calore da parte di tutti, della gente e dello spogliatoio. Un clima amichevole, che mi ha aiutato ad ambientarmi in una città bellissima ed in un territorio stupendo. Il mare, poi, è fantastico. A me dà una grande serenità, mi aiuta molto e mi fa riposare. Poi qui è spettacolare. Infine il cibo, è buonissimo. In particolare amo il pasticciotto”.

Com’è l’andamento del Covid-19 nella Repubblica Ceca.

“La situazione Covid nel mio Paese natale è molto più tranquilla, non c’è quasi nulla. Di certo non è ad un livello critico come quello che si è registrato in Italia. Ora i miei connazionali stanno rispettando una quarantena che reputo ingiusta, eccessiva visto il contesto. Credo che questo darà gravi problemi di natura lavorativa al mio Paese”.

Sotto l’aspetto tecnico Barak ha parlato del proprio ruolo

“Mi trovo benissimo nella posizione e nei compiti che mi ha assegnato Liverani, il quale ha parlato tanto da subito con me e questo per me è stato molto importante, non tutti i tecnici lo fanno. Mi ha schierato subito da mezzala, ruolo che considero il mio naturale perché mi permette di sfruttare tutte le mie caratteristiche box-to-box. Da trequartista e da play, invece, pur potendoci giocare non riesco ad esprimermi come lo farei da numero 8″.

Le sue emozioni e il rapporto con i compagni

“Quello che provo, così come le esultanze dopo ogni marcatura sono molto legate all’istante. Non preparo mai nulla di particolare, e ogni gol porta con sé sensazioni ed emozioni uniche, diverse ogni volta. Per i rapporti con i compagni devo dire che a Lecce ho trovato un gran gruppo, ragazzi simpatici e brave persone. Non riesco a dire il nome di una persona perché non sarebbe giusto, visto che ho legato subito con tutti. Sono arrivato con umiltà e passione, accolto alla grande. Appena cercavo casa tutti subito si sono dimostrati pronti ad aiutarmi. Mancosu, in particolare, si è comportato da capitano vero aiutandomi tantissimo. E poi per raggiungere il risultato sul campo è fondamentale l’unità dello spogliatoio, ed il Lecce sta costruendo il suo cammino in Serie A puntando su questo”.

E con il tecnico.

“E’ una gran persona, gentile, simpatica, che parla tanto con i calciatori e scherza anche. E poi si vede che lui ha giocato tanto e bene in grandi squadre nel passato. Ce lo fa capire con le importanti nozioni tecniche che ci trasmette”.

Il suo excursus e gli idoli da ragazzo

“Da piccolo studiavo e giocavo a calcio, seguendo il mio processo di crescita al Pribram. Stavo incontrando qualche difficoltà ad impormi in prima squadra, poi un grande ex Zenit come Vlastimil Petrzela mi ha voluto in B al Sigma Olomouc ed è stato fondamentale per me. A quei tempi i miei genitori volevano continuassi con l’università. Io gli chiesi solo un anno di pazienza, per cercare di crescere ed esplodere come calciatore, affinché questo divenisse il mio lavoro. Ed è andata bene, perché poi ogni anno è stato sempre meglio di quello precedente. Il mio idolo da piccolo era Thierry Henry, giocatore fortissimo che amavo. E poi fenomeni cechi come Koller, Poborsky e, per il mio ruolo, Pavel Nedved, idolo indiscusso. Come squadra, invece, ho sempre tifato per la squadra della mia città, il Pribram”.

Perchè LECCE.

“Ho optato per i giallorossi perché Meluso, Sticchi Damiani e Liverani hanno dimostrato una voglia straordinaria di avermi. E con una fiducia così, con una gran lavoro da parte del Lecce per finalizzare l’operazione non potevo che essere incoraggiato ad accettare l’offerta. Il resto lo ha fatto il gioco e la mentalità di Fabio Liverani, che vuole attaccare e trarre il massimo in qualità dei suoi giocatori. E, in terzo luogo, il Salento è un ambiente fantastico in cui crescere. E io voglio ripagare questa opportunità aiutando il Lecce a slavarsi”.

Come finirà la stagione, si salverà il Lecce sul campo?

“Se avessi pensato che il Lecce non potesse salvarsi, non avrei mai accettato di venire qui. E’ chiaro che dobbiamo dare tutti il 100%, dobbiamo avere fiducia nei nostri mezzi e impegnarci perché nessuno ci regalerà nulla. Sono venuto qui per vincere e darò il massimo, perché sono convinto che questa squadra si salverà”.

Infine, come si allena

“Sarà una fase fondamentale quella di restare in forma ed effettuare una preparazione in modo corretto. Anche perché poi non ci sarà tempo per recuperare o ripartire da zero con una nuova preparazione, anche in ottica nuova stagione. Per il resto, giocare ogni tre giorni sarà solo una bella cosa”.

Ernesto Luciani

redazione.lecceoggi@gmail.com

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