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SUL TEMA DEL RISCHIO DISSESTO IN COMUNE ARIA DI FIDUCIA

SUL TEMA DEL RISCHIO DISSESTO IN COMUNE ARIA DI FIDUCIA

Carlo Salvemini

Carlo Salvemini ed il dirigente responsabile: “Il Comune onora le sue obbligazioni”

Dopo la bocciatura della manovra pluriennale, l’amministrazione prepara l’impianto del ricorso alle Sezioni Riunite. Salvemini assicura: “Situazione delicata, ma siamo sulla strada del risanamento”.

Dopo un primo momento di sorpresa l’’amministrazione comunale ha iniziato a organizzare la difesa del proprio operato per opporsi alla deliberazione della sezione di controllo della Corte dei Conti della Puglia che ha bocciato la manovra pluriennale con cui si voleva ottenere il riequilibrio finanziario del bilancio dell’Ente. Una manovra varata ben tre anni addietro, a cui ora fa seguito lentamente ma sempre più convintamente che ci siano le condizioni perché le Sezioni Riunite della suprema magistratura contabile possano accogliere il ricorso che sarà redatto nei prossimi giorni per poi essere presentato entro il 2 gennaio.

Sia il sindaco, Carlo Salvemini, che il dirigente dei Servizi finanziari, Maurizio Frugis sono convinti che non ci sono i presupposti per la dichiarazione del dissesto: il Comune adempie alle sue obbligazioni, ed infatti, paga regolarmente gli stipendi ai propri dipendenti e i fornitori vengono liquidati in molto meno tempo di prima, inoltre ha un saldo attivo di cassa. Salvemini e Frugis hanno partecipato oggi alla commissione Bilancio convocata dal presidente, Gabriele Molendini, alla presenza di molti consiglieri comunali che, nelle prossime ore, leggeranno le 107 pagine del parere che la Corte dei Conti ha trasmesso a Palazzo Carafa – e alla prefettura – giovedì scorso.

La linea difensiva sarà impostata su una interpretazione evolutiva delle politiche di bilancio: senza disconoscere o minimizzare le fragilità che hanno determinato una situazione oggettivamente grave, si vuol dimostrare che la strada intrapresa può portare i suoi frutti, come già testimoniano alcuni indicatori che gli stessi giudici contabili hanno apprezzato come la riduzione dei debiti, l’incremento dell’attività di recupero dell’evasione tributaria, la notevole riduzione dei tempi di liquidazione dei fornitori.

A sostegno delle tesi portate dal Comune c’è anche da considerare quanto imposto dalla Corte Costituzionale che ha ritenuto non praticabile il termine di 30 anni, prima fissato dal ricostituito Fondo anticipazione liquidità per la restituzione dei capitali ottenuti. La contrazione dei tempi di rimborso sta, infatti, creando grossi problemi circa le previsioni di disavanzo mettendo nei guai non solo Lecce ma anche moltissimi altri Comuni tant’è che a brevissimo (fine anno?) si attende un intervento ad hoc da parte del Parlamento. Sarebbe la salvezza non solo per Lecce ma anche per molte amministrazioni comunali di centri molto più grandi e di conseguenza impegolati con bilanci molto più robusti

“La fotografia di quello che è – ha detto il sindaco ai consiglieri – differisce da quello che era. Questo non significa che i problemi siano risolti, ci sono tanti nodi da sciogliere. Non si può dimenticare del resto che gli ultimi due anni sono stati scanditi dalla crisi pandemica. Siamo nel pieno esercizio della gestione degli affari correnti e della progettazione del futuro, convinti di essere sulla strada del risanamento che non a caso era stato calibrato nel medio periodo, su 15 anni”.

Salvemini ha poi voluto accantonare l’insidia della polemica sul rimpallo delle responsabilità: “Sono impegnato esclusivamente a salvaguardare gli interessi della città, di chi lavora per l’amministrazione, dei leccesi. Ho solo voluto ricordare che la scelta della manovra equilibrio scaturiva da situazione di grossa sofferenza che rimaneva tale nonostante operazioni straordinarie cui le amministrazioni precedenti avevano fatto ricorso. Vi era una massa debitoria che non veniva portata all’attenzione, creditori che reclamavano pagamenti, anticipazioni di tesoreria non restituite. All’epoca fui tacciato di catastrofismo contabile. Quello che oggi ci rimprovera la Corte dei Conti è che le misure non sarebbero sufficienti”.

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