SUL’IMPIANTO PER IL COMPOST, IN CAMPO SOLO LA PROPOSTA DI LECCE
Ager chiude la querelle. I vertici dell’Agenzia regionale per i rifiuti giudicano “incomprensibili le dichiarazioni recenti dei sindaci di Trepuzzi e Surbo”
La nota a firma del direttore generale, Gianfranco Grandaliano, e della presidente, Fiorenza Pascazio ripercorre l’iter relativo all’impianto di compostaggio pubblico per ospitare il quale Lecce ha candidato un sito in località masseria Ghetta. È stata proprio questa scelta a scatenare l’opposizione dei sindaci dei due comuni, il cui territorio è confinante con quello del lotto individuato.
Il primo atto di questa storia è una riunione pubblica del novembre del 2019 nella quale Carlo Salvemini avanza la sua proposta, a valle di una istruttoria predisposta dagli uffici comunali. Il secondo risale al febbraio del 2021, quando si tiene su richiesta dei sindaci di Surbo e Trepuzzi un “incontro partecipativo” nel quale Grandaliano sollecita i Comuni ad avanzare eventuali altre opzioni. Non accade però nulla di concreto.
Si arriva così allo scorso ottobre, con la pubblicazione da parte del ministero della Transizione Ecologica di un bando che prevede finanziamenti per impianti di smaltimento della frazione organica dei rifiuti solidi urbani, per partecipare al quale Ager comunica di voler candidare l’unica proposta ricevuta fino a qual momento, quella di Masseria Ghetta. A quel punto, recita la nota, le amministrazioni di Surbo e Trepuzzi sollecitano un “incontro urgente per rappresentare, a loro dire, la inopportunità tecnica della localizzazione proposta dal Comune di Lecce”.
Si tiene dunque una riunione presso la Regione Puglia, è il 26 ottobre, e ai due primi cittadini viene chiesto di formalizzare delle proposte alternative entro il 2 novembre, considerata la strategicità della partecipazione al bando finanziato con il Pnrr. A ridosso di quella scadenza Giuseppe Taurino, sindaco di Trepuzzi, invia la comunicazione con tre localizzazioni alternative. Due giorni dopo Ager riscontra la nota in questi termini: da una parte chiarisce che la proposta di Lecce è conforme al Piano regionale dei rifiuti e non presenta ostacoli dal punto di vista paesaggistico; dall’altra che le tre opzioni messe sul tavolo non sono praticabili, spiegando il perchè.
Una ricade sempre nel territorio di Lecce, ma era stata già scartata in istruttoria dai tecnici di Palazzo Carafa. La seconda in quello di Soleto, che nel 2018, aveva ufficializzato questa disponibilità salvo poi ritirarla, mentre la terza, riguardante l’agglomerato industriale Tricase, Specchia, Miggiano, non è accompagnata da alcuna precisa localizzazione. All’esito di questa riunione viene quindi convocata dal delegato all’Ambiente della Provincia di Lecce una riunione con tutti i Comuni per il 10 dicembre. Nel corso dell’incontro si fanno altre ipotesi, ma non segue alcuna proposta formale e dunque si arriva al 23 dicembre, quando, per non perdere l’opportunità di partecipare al bando, Ager conferisce l’incarico di progettazione. Il 10 gennaio, infine, l’ultimo atto: l’agenzia regionale riceve il progetto insieme al piano economico finanziario e avvia l’iter per la presentazione al ministero entro il 12 di febbraio, data ultima possibile.
In conclusione la nota chiarisce alcuni punti nodali della discussione per come emersa finora: l’iter decisionale è stato “condiviso e trasparente”; non ci sono altre sedi isituzionali per valutare opzioni alternative; non ci sono dubbi sulla natura pubblica dell’impianto in questione, dalla fase di progettazione sino a quella di gestione, che prevede una compagine con Regione, attraverso Aqp e Ager, e Comuni.
“Con tutta franchezza – chiosano Grandaliano e Pascazio – riteniamo incomprensibili le recenti dichiarazioni dei sindaci di Trepuzzi e Surbo, soprattutto in considerazione della tempistica estremamente ristretta dettata dal bando Mite e del fatto che si tratta di una soluzione impiantistica che finalmente risponde alle esigenze del territorio nella chiusura del ciclo dei rifiuti, colmando un deficit che proprio sui Comuni ha riverberato sino a oggi emergenze e maggiori costi di conferimento della Forsu”.