LA GUERRA IN UCRAINA
Continua la marcia delle truppe russe. Oggi nuovo incontro per tentare una soluzione pacifica. Abramovich cede il Chelsea per devolvere il ricavato alle famiglie delle vittime.
La battaglia sul campo procede più lentamente del previsto e quella dell’informazione e della propaganda sui social la sta vincendo il fronte ucraino tra canali Telegram attivissimi e immagini continue: “Si è creato un ambiente comune a chi sta soffrendo e a chi vuole sapere”, spiega il sociologo Stefano Cristante. “Zelensky? Leader intelligente e per niente artefatto”. E su Putin: “La minaccia del nucleare ha fatto crescere la mobilitazione e in futuro farà riflettere sul fascino dell’uomo forte”
Questo uno stralcio che però disegna esattamente quanto sta avvenendo in questi giorni nel cuore del “Vecchio Continente”
Secondo le autorità ucraine sono circa duemila le vittime civili, finora, dell’invasione russa. E la Russia per la prima volta ammette perdite fra i suoi militari, circa cinquecento. Ma per gli ucraini sono almeno seimila i militari avversari anche per l’eroica resistenza della popolazione. Prosegue l’offensiva nei confronti delle principali città dell’Ucraina: accerchiata Marjupol, capitola Kherson, macerie intorno alla capitale, Kharkiv è allo stremo.
Il negoziato, con la seconda tornata di incontri, è in programma oggi in Polonia. Slittato rispetto a ieri.
Il proprietario del Chelsea, Roman Abramovich, oligarca russo ma impegnato perché venga posta fine all’invasione, ha annunciato la messa in vendita della società calcistica attualmente campione d’Europa e del mondo. Abramovich ha inoltre annunciato che i proventi della cessione saranno impiegati interamente per i congiunti delle vittime della guerra.