L’ANCI CHIEDE SOLUZIONI NON A CARATTERE TEMPORALE PER FRONTEGGIARE LA CRISI ENERGETICA
L’attuale situazione emergenziale obbliga noi Amministratori a richiedere con forza soluzioni che non siano solo di carattere temporale, quali per l’appunto risorse aggiuntive per fare fronte ai maggiori oneri derivanti dagli aumenti spropositati del costo dell’energia e del gas al fine di mettere al sicuro i nostri bilanci. L’esperienza amministrativa di sindaci, ci porta a fare delle riflessioni più profonde e ricercare soluzioni più efficaci quali ad esempio la riduzione dell’illuminamento di strade, piazze, monumenti, parcheggi, giardini pubblici ecc., con conseguenze che, in taluni casi, possono favorire situazioni di degrado. La transizione ecologica e, soprattutto l’attuale situazione energetica, stanno travolgendo l’Italia e con essa i comuni. Questo impone delle scelte che a nostro avviso non sono state sino ad oggi adeguatamente valutate. Ebbene crediamo sia venuto il momento di sostenere e finanziare i comuni, con interventi di efficienza energetica sulla pubblica illuminazione e sulle fonti rinnovabili, attraverso la programmazione del PNRR ed in particolare le risorse collegate alla transizione ecologica oltre che sui POR 2021-2027. I vantaggi di questo intervento sono presto detti:
- Immediatezza della spesa, in quanto i progetti non necessitano di pareri ed i lavori da eseguire sono velocissimi.
- Abbattimento dei consumi energetici: non c’è nulla di più semplice dell’attivazione di politiche che consentano il risparmio di energia e contestualmente, la produzione di nuova energia da fonti rinnovabili; 3. Contributo al raggiungimento degli obbiettivi del 2030;
- Messa in sicurezza di impianti estremamente obsoleti oltre che energivori ed abbattimento dell’inquinamento luminoso;
- Abbattimento dei costi per l’illuminazione pubblica dei comuni, i quali libererebbero risorse sui propri bilanci da investire in altri servizi; Ricordiamo che i consumi energetici nella stragrande maggioranza sono la seconda voce di bilancio per spesa, se si esclude quella per gli RSU
- Aiuti al settore della metalmeccanica con l’immissione di liquidità nel comparto;
- Mantenimento della proprietà pubblica degli impianti, con abbattimento del rischio contenziosi, a seguito di affidamento a terzi ed in particolare Srl. Rischio quanto mai attuale, se si considera che i comuni non hanno in bilancio i sovraprezzi che gestori fattureranno e pertanto, saranno costretti a pagare o ad aprire dei contenziosi;
- I piccoli comuni dovrebbero avere in aggiunta delle risorse che fanno capo al MIC; relativamente all’illuminazione dei centri storici, o ai monumenti, le ricadute di queste proposte, anche in termini di rigenerazione urbana, sarebbero oltremodo evidenti.
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Per quanto sopra, Anci Puglia avanza le seguenti proposte:
-1 milione di Punti luce da efficientare e 1 milione di KWp (chilowatt picco) da impianti FV – l’introduzione di una norma che preveda la possibilità di finanziare fino a 1 milione di punti luce nei comuni pugliesi per l’efficientamento e la messa in sicurezza degli impianti. Questo per quei comuni che a tutt’oggi non abbiano affidato a terzi la manutenzione straordinaria per un periodo superiore a 5 anni, attraverso il project financing o operazioni similari. Per partecipare sarà indispensabile avere un audit energetico pre e post intervento, al fine di valutare tra l’altro, la CO2 abbattuta in maniera puntuale e accedere ai certificati bianchi. Inoltre, questo consentirebbe di inserire un requisito che darebbe la priorità agli enti che abbattono il maggior quantitativo di CO2;
– utilizzo del Fondo Kyoto, ad oggi in larga parte inutilizzato, anche per l’illuminazione pubblica. Il Fondo Kyoto 5 riguarda finanziamenti agevolati finalizzati all’efficientamento energetico e idrico degli immobili pubblici. Lo scorso luglio Anci Puglia ha chiesto una proroga dei termini;
– previsione per comuni della possibilità di avvalersi di assistenza tecnica esterna, la cui spesa dovrà essere rendicontata o su risorse PNRR o su altre fonti di finanziamento. Gran parte dei comuni, non avendo un Energy Manager e non avendo le necessarie figure interne, dovranno necessariamente reperire all’esterno risorse umane e finanziarie, per poter attivare azioni di assistenza tecnica, ovvero redigere progetti la cui spesa dovrà trovare copertura in appositi bandi nazionali o regionali;
– attivazione supporto della struttura tecnica del GSE che risulta essere molto efficiente, in modo da fornire ai comuni strumenti per poter attuare interventi agevolmente e in brevissimo tempo. Anci Puglia e i comuni pugliesi incontreranno il GSE in due appuntamenti nel mese di settembre;
– Un milione di KWp (chilowatt picco) di Fotovoltaico, attraverso impianti da installare in aree industriali o artigianali per far fronte al caro energia. Consentire ai comuni di realizzare con fondi PNRR o Fondi della Programmazione europea un impianto di 1 MegaWatt porterebbe ad abbattere la bolletta elettrica oltre che come ovvio ridurrebbe l’utilizzo di fonti fossili. L’individuazione dei suddetti siti consentirebbe inoltre di riqualificare aree spesso abbandonate da tempo.