HomeLe donne nella storiaLE DONNE NELLA STORIA: ANNIE ERNAUX scrittrice

LE DONNE NELLA STORIA: ANNIE ERNAUX scrittrice

LE DONNE NELLA STORIA: ANNIE ERNAUX scrittrice

Segue da venerdì 16 dicembre 2022

Influenza della sociologia

La commistione fra letteratura e sociologia costituisce l’originalità di Ernaux. La sua narrazione fonde esperienza storica ed esperienza individuale. Il vissuto personale viene descritto come prodotto sociale e l'”io individualizzato” lascia il posto a una dimensione “transpersonale”, collettiva; il pronome “elle” si alterna a “on” o “nous”,  l’autobiografia alla storia  Più volte la scrittrice ha affermato di essere un’etnologa di sé stessa («ethnologue de soi-même»  e di voler rifuggire dalla scrittura di una mera autobiografia, da lei intesa come ricostruzione retrospettiva illusoria di sé. Gli episodi della sua vita vengono narrati senza abbellimenti o interpretazioni, tralasciando le emozioni e frapponendo una distanza oggettiva; l’attenzione viene concentrata su ricordi materiali come le foto, ] su cui costruisce per esempio l’opera Gli anni. Annie Ernaux rivendica una scrittura neutrale “senza giudizio, senza metafore, senza paragoni romantici”, ed evoca uno stile “lento, che non esalta né svaluta i fatti raccontati”, ma cerca di “rimanere in linea con i fatti storici documentati”.

L’interesse per la sociologia e l’influenza di questa disciplina nelle opere della scrittrice francese sono stati messi in relazione alla lettura da lei svolta tra il 1965 e il 1974 dei libri di Pierre Bourdieu. In Ernaux si nota chiaramente l’eco di alcuni dei temi teorizzati dal sociologo francese, quali quello di habitus, di genetica sociale, di riproduzione dei rapporti di classe, l’importanza dell’apprendimento nella vita dell’individuo, ecc. In particolare, concetti presenti ne La Distinzione sono riscontrabili in Il posto e Una donna

Il motivo ricorrente de Il posto è quello del tradimento che prova l’io narrante per aver abbandonato la classe dominata (operaia) per unirsi alla classe dominante. I racconti delle vite dei genitori dell’autrice, dai quali sente di allontanarsi sempre di più, sono concentrati soprattutto sulle condizioni di povertà materiale e culturale vissute da loro e dai loro stessi progenitori, e rientrano nel tipico stereotipo degli umili paesani di fine XIX secolo. Il nonno, analfabeta, conosce solo il giogo dello sfruttamento e dell’alcolismo. La moglie, in grado di leggere e scrivere, pur rappresentando un personaggio più positivo, che incarna i valori popolari dell’epoca, non può fuggire dalla sua condizione sociale e dalla responsabilità di dover badare alla famiglia e alla crescita dei figli.

La ricostruzione dettagliata della vita dei nonni ha in questo libro lo scopo di mostrare l’inevitabilità della riproduzione, nei figli, delle condizioni di vita e dei valori culturali trasmessi dai genitori. Il determinismo con cui Ernaux ne tratteggia l’esistenza rende ancor più drammatiche le loro vicende. Il modo di mangiare del padre e la mania della madre di fare economia su tutto diventano esempi del prolungamento logico della vita dei genitori in quella dei figli, una sorta di impronta genetica che condiziona tutta la loro vita.

 

Fine

luciani.2006@libero.it

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