CIA SALENTO: “ESTENSIONE INDENNIZZI XYLELLA DEVE SALIRE DA TRE A CINQUE ANNI”
Sabato 14 gennaio, a Melendugno, la raccolta firme per sostenere la proposta Il presidente Benedetto Accogli: «È dovere di tutti ricostruire l’agricoltura»
“L’estensione degli indennizzi Xylella deve salire da tre a cinque anni”. È quanto chiede CIA Agricoltori Italiani area Salento che parteciperà sabato 14 gennaio, a partire dalle ore 10.30, a Melendugno (Le), in piazza Risorgimento nei pressi del Municipio, alla raccolta firme promossa allo scopo di sostenere la mozione presentata da Paolo Pagliaro in Consiglio Regionale e che chiede l’estensione degli indennizzi Xylella da tre a cinque anni nei territori della provincia di Lecce, dove la strage degli ulivi è iniziata prima di altri territori e dove l’effetto è stato maggiormente devastante.
“È dovere di tutti ricostruire l’agricoltura – ha dichiarato Benedetto Accogli presidente CIA Salento e vicepresidente regionale – Occorre garantire una compensazione economica più duratura a tutti gli agricoltori che decidano di eradicare gli ulivi infetti, sostituendoli con varietà resistenti, con l’obiettivo di ridurre significativamente l’espansione del patogeno.
Ma bisogna compensare la perdita di reddito degli olivicoltori derivante dall’abbattimento degli ulivi, per un periodo di cinque anni, al fine di accompagnare gli agricoltori fino alla totale ripresa della loro attività in modo economicamente sostenibile. Pertanto – ha aggiunto il presidente – non bastano tre anni di indennizzi per rimettere in piedi l’olivicoltura della provincia di Lecce. Ne servono almeno cinque. Il limite stabilito dalla Regione è incongruo: nel territorio leccese i primi casi di Xylella sono comparsi molti anni prima rispetto alle altre due province salentine”.
Nella mozione, infatti, si fa riferimento al principio di uguaglianza, secondo cui casi oggettivamente diversi devono essere trattati in modo differente, e il criterio di proporzionalità e di correlazione tra danno effettivo e indennizzo. Ma ci sono anche considerazioni di carattere più ampio e sociale: la necessità di mantenere la produzione olivicola, visto che buona parte degli indennizzi viene utilizzata per i reimpianti, e la necessità di mantenere i livelli occupazionali in agricoltura.
“In tutti questi anni di strage degli ulivi, gli agricoltori della provincia di Lecce sono rimasti in attesa di una soluzione che tardava ad arrivare e nel frattempo si seccavano gli ulivi. A fronte di ricavi sempre più risicati si è aggiunto l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia. Per gli olivicoltori leccesi – ha concluso Accogli – serve un maggiore sostegno economico e dunque almeno l’estensione della durata degli indennizzi”.