HomeSpettacoli Musicali e TeatraliVALENTINA SCIURTI E DAVIDE MORGAGNI APRONO IL 2023 DI SGUARDI MERIDIANI.

VALENTINA SCIURTI E DAVIDE MORGAGNI APRONO IL 2023 DI SGUARDI MERIDIANI.

VALENTINA SCIURTI E DAVIDE MORGAGNI APRONO IL 2023 DI SGUARDI MERIDIANI.

Tra residenze, momenti di presentazione e dimostrazione di lavoro, spettacoli prosegue il nuovo progetto della compagnia leccese Astràgali Teatro, sostenuto da “residenze per artisti nei territori” di Ministero della cultura e Regione Puglia.

Mercoledì 15 marzo alle 19, sul canale youtube e sul profilo facebook di Astràgali Teatro, con la presentazione in live streaming della residenza artistica di Valentina Sciurti e Davide Morgagni riprende il percorso di “Sguardi meridiani”. Durante tutto l’anno il nuovo progetto della compagnia leccese Astràgali Teatro, sostenuto da “Residenze per artisti nei territori (2022/2024)” del Ministero della Cultura in collaborazione con Regione Puglia, propone un’azione di condivisione di ricerche e pratiche artistiche con residenze, momenti di presentazione e dimostrazione di lavoro e spettacoli.

La danzatrice, attrice, regista Valentina Sciurti e lo scrittore, autore, regista e attore Davide Morgagni, fondatori della compagnia leccese Therasia Teatro – Il Garage delle Arti, illustreranno il percorso partito il 3 marzo nella sede leccese di Astràgali Teatro. Dopo il lavoro delle ultime due settimane, venerdì 17 marzo alle 20:30 (ingresso gratuito – prenotazione consigliata 3275611519) nella Distilleria De Giorgi di San Cesario di Lecce sarà proposto il primo studio de “L’Odore Cattivo – Concerto Teatrale”, liberamente ispirato all’opera “Le Serve” di Jean Genet. In questa esperienza, Valentina Sciurti (regia, testi e luci) sarà affiancata dalle musiche dal vivo della cantante Serena Abrami e del chitarrista Enrico Vitali, fondatori del gruppo musicale “Leda”, mentre Davide Morgagni (aiuto regia) cura la riscrittura scenica.

Da anni Sciurti e Morgagni sono impegnati in spazio di ricerca espressiva che cerca di far dialogare più piani linguistici e a sviluppare una ricerca scenica fondata sullo studio di partiture fisiche e vocali, componendo opere caratterizzate da un montaggio ritmico, sonoro e visivo basato sul modello dello spartito musicale.  «Le Serve di Jean Genet emerge dai bassifondi, si muove tra le tubature calcaree dei pensieri delle sorelle-serve, inseparabili, l’una nell’odore dell’altra; impegnate costantemente a servire la Signora, le offrono la loro intera esistenza in cambio di un po’ di cibo e una piccola soffitta», raccontano Sciurti e Morgagni. «Molteplici voci attraversano una sola figura e, assieme alla trama musicale che si rivela come vera e propria presenza attoriale attraverso sonorità oscure da trip psichedelico, disegnano l’intera partitura spaziale, ci conducono in quei luoghi profondissimi e inconsci di due menti sigillate dalla perpetua impossibilità di divenire altro ma che pur troveranno il modo di rovesciare la loro condizione.“C’è sempre un modo per fare qualcosa di grande!”, si dicono le serve», proseguono. «Il delitto delle sorelle Papin, avvenuto nel 1933 in un paesino francese di poche anime, assieme ad alcuni momenti dell’opera di Genet che ne riscrive letterariamente la vicenda realmente accaduta, divengono preziosi espedienti per mettere in scena un’estetica del dissenso».

luciani.2006@libero.it

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