LECCE, IL PUNTO SUL MERCATO FATTO DA PANTALEO CORVINO
“Siamo competitivi con giocatori giovani di proprietà”
Il Direttore Pantaleo Corvino in occasione della conferenza stampa per la presentazione di Giacomo Faticanti ha voluto fare anche il punto sulla situazione calcio mercato che, come noto, stasera chiuderà i battenti per riaprirli a gennaio per la sessione invernale.
Così ha parlato Corvino:
“La conferenza conclusiva del mercato la facciamo ora sia perchè non faremo ulteriori innesti ma perchè io e Trinchera non saremo a Lecce la prossima settimana. Come vi dicevo, è iniziato un nuovo ciclo. Lo abbiamo fatto seguendo la solita strategia: mercati alternativi, giovani e patrimonializzazione. Non è mai facile coniugare l’aspetto finanziario e quello sportivo. Questo ciclo è partito con la cessione più importante nella storia del Lecce, ovvero Hjulmand. Questo è servito perchè abbiamo reinvestito tutto quello che abbiamo incassato, acquistando giovani a titolo definitivo. Siamo un club sano e per questo abbiamo potuto investire nuovamente tutti i soldi sul mercato.
Tutto questo tenendo conto del monte ingaggi. Rispetto agli altri club italiani, abbiamo il monte ingaggi più basso, probabilmente anche in Europa: 15 milioni lordi. Sono arrivati anche risultati sportivi in tutto ciò, non dimentichiamo che anche la Primavera è scudettata. Ognuno di noi sogna di alzare l’asticella, non è facile. Ci dobbiamo sentire tutti Davide e dobbiamo sconfiggere Golia. Se ci sentiamo Golia siamo morti: lancio questo monito. Se mi vedete incazzato è perchè la Serie A mi preoccupa, è un animale difficile da combattere. Se perdiamo le nostre caratteristiche è la fine.
Il campionato è appena partito, ci sta dando qualche soddisfazione. Abbiamo abbassato ancora di più l’età media: 23.2 anni. Siamo i più giovani in Italia e tra i primi tre in Europa. Abbiamo una rosa di 30 calciatori e 5 portieri, non a caso. Alcuni sono talmente giovani che ci crediamo, vogliamo aiutarli nella crescita strutturale, se lo facciamo è perchè ci crediamo. Su 25 calciatori di movimento, 17 sono nati dal 2000 al 2004: è un vanto. Ci sono 7 calciatori figli della Primavera”.
Qualcosa in più sul monte ingaggi?
“È uguale a quello della scorsa stagione, 15.5 milioni lordi. Non lo facciamo per vantarci, abbiamo avuto un compito e lo stiamo rispettando: togliere il club da un disequilibrio finanziario. Non ci sono garanzie calcistiche quando si lavora con questo tetto ingaggi. Anche gli altri club, però, hanno alzato il livello”.
C’è un’apertura verso il 4-2-3-1?
“Attraverso un modello, le strade per arrivare a Roma sono infinite. Abbiamo dimostrato già che seguendo una strada si raggiungono risultati. Si può parlare di un’altra strada, però dal 4-3-3 al 4-2-3-1 non cambia molto. Non è molto diversa come strada”.
Blin torna a centrocampo e Strefezza come esterno offensivo?
“Quando scegliamo i calciatori lo facciamo tenendo conto della flessibilità e della duttilità. Blin ha qualità, può fare più ruoli. Strefezza può essere, come Mertens, bravo in più ruoli. Nello spogliatoio non bisogna avere scontenti e adattarsi per fare altri ruoli può fornire ulteriori motivazioni”.
Qual è il colpo più sorprendente, che non si aspettava?
“Ce ne sono tanti… Pongracic, Oudin e Falcone arrivano in seguito ad una strategia. Abbiamo fatto 15 cessioni, non è stato facile. I 20 e passa milioni intascati sono stati usati tutti. Abbiamo fatto 14 entrate, capite quanto lavoro c’è stato… 29 operazioni complessive, e non sapete quanto si lavora dietro ad una operazione”.
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