LA GUERRA TRA HAMAS – ISRAELE
Oggi è il 43° giorno di guerra
Media: Hamas non sapeva in anticipo della festa nel Kibbutz
L’emittente israeliana Channel 12 rivela estratti dell’indagine della polizia sul massacro di Hamas avvenuto al festival musicale di Re’im, vicino al Kibbutz Re’im, la mattina del 7 ottobre. Dall’inchiesta emerge che i terroristi non sapevano in anticipo della festa, contrariamente a quanto riportato in precedenza e a quanto ampiamente creduto. La polizia è giunta a questa conclusione in parte sulla base degli interrogatori dei terroristi catturati, e anche perché non hanno trovato mappe sui corpi dei terroristi morti che li indirizzassero all’evento all’aperto. Nei casi di altri massacri di quel giorno, i terroristi portavano invece con sé mappe che precisavano i loro obiettivi. Lo riporta The Times of Israel.
Hamas: un ostaggio morto per attacchi di panico per raid Israele
Le Brigate Qassam, il braccio armato di Hamas, in un comunicato diffuso nel pomeriggio prima di pubblicare il video dell’ostaggio Arye Zalmanovich di 86 anni, hanno dichiarato che dall’inizio della guerra hanno portato alcuni ostaggi israeliani in strutture sanitarie per ricevere cure a causa di “gravi condizioni di salute”. Di recente, sostiene sempre Hamas, come riporta Al Jazeera, uno di essi è stato trasferito nel reparto di terapia intensiva di una struttura e, quando si è ripreso, è stato riportato nel “suo luogo di detenzione”. Ma l’uomo è morto “a causa di una serie di attacchi di panico dovuti ai ripetuti bombardamenti israeliani nelle vicinanze”, hanno dichiarato le Brigate Qassam.
“Pubblicheremo i documenti che lo dimostrano”, ha dichiarato il gruppo senza fare nomi. Ma il fatto che poco dopo è stato pubblicato il video dell’ottantenne israeliano fa pensare che Arye Zalmanovich sia morto.
Netanyahu: dopo guerra a Gaza manterremo responsabilità militare
Il premier Benyamin Netanyahu, intervistato oggi dalla radio americana Npr, riferendosi alla questione del “futuro a Gaza”, ha affermato che Israele dovrà mantenere la “responsabilità militare totale” a Gaza, “per il prossimo futuro”.
Il primo ministro ha paragonato Hamas alla Germania nazista e al Giappone quando attaccarono gli Stati Uniti: “Questa generazione dovrebbe avere un futuro diverso, proprio come il popolo tedesco o giapponese ha avuto un’altra generazione. Noi abbiamo bisogno che venga sostituito con qualcosa che abbia a cuore un futuro pacifico tra Israele e i palestinesi, che abbia a cuore la riabilitazione di Gaza e l’eliminazione della tirannia del terrore che ha sottomesso gli abitanti di Gaza. Una volta sconfitto Hamas, dobbiamo fare in modo che non ci sia un nuovo Hamas”.
Vice presidente Knesset: “Siamo troppo buoni con Gaza, va bruciata”
‘Siamo troppo umani. Gaza va bruciata adesso”. Sono parole di fuoco quelle del vice presidente della Knesset, il Parlamento israeliano, Nissim Vaturi. Membro del partito Likud del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, Vaturi ha anche invitato Israele a non consentire l’ingresso del carburante nell’enclave e a bloccare l’acqua ”fino alla restituzione degli ostaggi”.
Msf: migliaia di civili intrappolati a Gaza tra cui staff Ong
Gli intensi combattimenti a Gaza City continuano a impedire a migliaia di persone di lasciare l’area in sicurezza. Negli ultimi sei giorni, Medici Senza Frontiere (Msf) ha cercato di evacuare parte del suo personale, insieme alle loro famiglie (137 persone in totale, di cui 65 bambini), attualmente intrappolato all’interno di alcuni locali dell’organizzazione umanitaria vicino all’ospedale Al Shifa. Msf chiede con urgenza un cessate il fuoco, l’unico modo per ottenere corridoi di evacuazione sicuri per migliaia di civili.
Da sabato scorso, il personale di Msf, insieme alle loro famiglie, non esce a causa dei continui combattimenti. Martedì 14 novembre sono stati sparati proiettili contro una guesthouse di Msf, fortunatamente senza causare vittime. Ieri, l’ufficio è stato colpito da schegge, mentre il serbatoio dell’acqua della guesthouse è stato raggiunto da colpi di artiglieria. Oggi i combattimenti, molto intensi, si sono avvicinati parecchio al luogo dove si trova lo staff di Msf. Migliaia di civili intrappolati negli ospedali e in altri luoghi di Gaza City subiscono attualmente la stessa sorte e rischiano di morire nei prossimi giorni, se non ore.
”I nostri colleghi sentono il rumore costante degli spari, dei colpi di artiglieria e dei droni. Lo sentiamo quando parliamo con loro al telefono. Evacuare verso il sud di Gaza rimane insicuro” afferma Ann Taylor, capomissione di Msf nei Territori Palestinesi Occupati. ”Sono terrorizzati, hanno finito il cibo da diversi giorni e i bambini hanno iniziato ad ammalarsi per aver bevuto acqua salata, devono essere evacuati subito”, aggiunge.