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LE DONNE NELLA STORIA – HILLARY CLINTON

LE DONNE NELLA STORIA – HILLARY CLINTON

Hillary Diane Rodham, coniugata Clinton, politica, avvocato e diplomatica statunitense

Segue da venerdì 17 novembre 2023

Nel 2007 Hillary Clinton annunciò la propria candidatura alle elezioni primarie in vista delle Elezioni Presidenziali 2008, evento già ventilato nel 2000 al termine del secondo mandato del marito Bill ed annunciato dal proprio sito web. In contemporanea dell’annuncio della formazione di un comitato esplorativo a cui erano stati stanziati oltre 50 milioni di dollari, i Clinton chiudevano il blind trust con cui era stata appoggiata la candidatura di Bill, per evitare polemiche, circa ombre sul finanziamento, dichiarando di aver costituito un patrimonio di oltre 100 milioni di dollari tra libri, discorsi pubblici e altre attività, una volta lasciata la Presidenza.

Lo slancio alla sua candidatura venne data dal rifiuto di candidarsi dagli ultimi due candidati presidenti nel 2000 e 2004 Al Gore e John Kerry.

I sondaggi davano Clinton come grande favorita (con un consenso tra 30-40%) tra tutti i candidati democratici tra cui spiccavano, soprattutto, il giovane senatore afroamericano dell’Illinois, Barack Obama (23%) e l’ex senatore della Carolina del Nord ed ex candidato vicepresidente democratico John Edwuards (16%)..

Ai due si aggiunsero dei candidati minori come Joe Biden, Chris Dodd, Mike Gravel, Dennis Kucinich e Bill Richardson, che si ritireranno dopo il primo voto.

Obama vinse, a sorpresa, con il 38% mentre la favorita Clinton fu superata persino da Edwards con il 30% contro il 29%.

La campagna elettorale fu la prima in cui ebbero un ruolo fondamentale i social network, utilizzati soprattutto da Obama in antitesi con la grande macchina organizzativa dei Clinton, costituita di volontari e porta a porta.

Tuttavia questa organizzazione portò ad arginare la prima vittoria di Obama, consentendo a Clinton di conquistare, sul filo del rasoio, le primarie del New Hampshire (39%-36%) e quelle del ricco Nevada (51%-45%) nonostante molti dei “superdelegati”, ovvero i leader non eletti del Partito che votano alla Convention in questi Stati, si fossero schierati più con Obama che con Clinton, mentre a livello nazionale la maggioranza era con lei.

Nel corso della campagna elettorale Bill Clinton accusò Obama di essere nulla di più di un “candidato nero”, affermando anche in un comizio in South Carolina che i diritti dei neri dovevano ringraziare la lungimiranza di Lyndon B. Johnson nell’approvare il Civil Rights Act, ridimensionando il ruolo di Martin Luther King, morto pochi giorni prima a Menphis nel 1968. La gaffe di Clinton ebbe un effetto dirompente nella campagna elettorale danneggiando irrimediabilmente Hillary.

Anche Obama attaccò più volte Hillary come emblema di un passato controverso fatto di molte scelte politiche sbagliate, prima fra tutte, il suo voto in Senato favorevole alla guerra in Iraq.

Il voto nelle primarie della Carolina del Sud vide trionfare Obama con il 55%, con Hilary Clinton al 33% ed Edwards, che si ritirò, al 18%. La sfida, così, divenne un duello a due tra Obama e Clinton.

Pochi giorni dopo, Hillary stravinse a mani basse nel voto in due grandi e importanti Stati come Michigan (55%-50%) e Florida (50%-33%).

Tuttavia il voto fu caratterizzato da ricorsi e controricorsi, in quanto il nome della candidata era l’unico a essere presente sulle schede, mentre gli altri candidati, tra cui Obama, si erano rifiutati di essere inseriti in contrasto con la decisione locale di anticipare il voto in questi importanti Stati, inoltre si registrò un’affluenza tra le più basse di sempre. Infine, dopo una lunga mediazione tra il Comitato democratico nazionale e i comitati locali, si decise di far valere alla Convention la metà i delegati e superdelegati di questi Stati, determinando così sempre la vittoria della Clinton, ma meno nettamente di quanto si pensasse, in quanto molti si schierarono con Obama.

Il 5 febbraio, il SuperTuesday, che metteva in palio 23 Stati, avvenne in un clima di ritrovata unità e di tensioni sopite. Obama ricevette il supporto importante di Ted Kennedy e di altri membri della famiglia Kennedy che lanciarono la voltata finale quando anche i sondaggi avevano consolidato l’inversione di tendenza a suo favore. Obama trionfò nettamente in alcuni Stati del profondo sud povero con forti minoranze afroamericane tra i democratici e tradizionalmente repubblicani

Fine quarta parte

luciani.2006@libero.it

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