LE DONNE NELLA STORIA: Anna Lindh
Politica svedese nata a Stoccolma 19 giugno 1957 assassinata Solna, 11 settembre 2003
Segue dal 26 gennaio 2024
Proprio la questione dell’Europa accese in Anna la passione per la politica. Presiedendo nel 2001 le riunioni dei ministri degli esteri durante la presidenza svedese dell’Unione europea, contribuì enormemente a rafforzare la presenza della Svezia all’interno dell’Unione europea. Quando nel 2001 nell’ex Repubblica iugoslava (oggi Macedonia del Nord) stava per scoppiare un conflitto, la presenza di Anna Lindh, in qualità di inviato speciale dell’Europa, fu determinante nell’unire le varie componenti della politica estera dell’UE, generalmente eterogena, in un’azione armonizzata che contribuì ad evitare la guerra.
La Lindh rimase fedele sostenitrice dell’Europa durante tutta la sua carriera, pur prestando servizio in un paese che a volte è stato scettico nei confronti dell’UE. Nel settembre 2003 guidò la campagna del referendum svedese per l’adozione dell’euro. Vi si dedicò quasi totalmente, pronunciando discorsi appassionati e convinse persino le sue controparti di Grecia e Germania, George Papandreou e Joschka Fischer, a venire in Svezia per sostenere la campagna a favore dell’euro. Una morte tragica Sfortunatamente il 10 settembre 2003 fu accoltellata da un aggressore mentre faceva acquisti a Stoccolma, esattamente il giorno prima di prendere parte a un dibattito televisivo sul referendum e tre giorni prima del voto. Morì il giorno seguente. Alla fine, con il 55,9% dei voti contrari e il 42,0% a favore, la Svezia rifiutò l’adozione dell’euro. L’eredità di Anna Lindh vive ancora nelle iniziative e nei programmi realizzati in suo onore. Tra questi, la Fondazione euromediterranea Anna Lindh per il dialogo tra le culture, una rete di organizzazioni della società civile dedicata alla promozione del dialogo interculturale nella regione del Mediterraneo. Inoltre, il premio Anna Lindh viene assegnato ogni anno ad una persona o un’istituzione con “il coraggio di combattere l’indifferenza, i pregiudizi, l’oppressione e le ingiustizie al fine di garantire una vita dignitosa a tutti in un ambiente contraddistinto dal rispetto dei diritti umani”. Tra coloro che hanno ricevuto il premio, la diplomatica statunitense Madeleine Albright e l’avvocato turco per i diritti umani Eren Keskin, impegnato con le questioni riguardanti le persone LGBT e i diritti dei rifugiati e delle donne.