LECCE: La soluzione adottata per l’accesso a stazione non convince affatto
Ogni città moderna, che si trova ad affrontare situazioni di congestione del flusso veicolare in determinate aree, tende a privilegiare l’accesso e l’avvicinamento a queste aree con i mezzi pubblici, proprio per favorire il loro raggiungimento con mezzi collettivi e scoraggia l’uso di mezzi privati che, viceversa, produrrebbero ulteriore congestione.
A Lecce, invece, si fa il contrario: si vieta l’accesso ai mezzi pubblici, per favorire il raggiungimento della Stazione con i mezzi privati.
È ciò che sta avvenendo in questi giorni alla Stazione di Lecce, il cui piazzale è – come noto – interessato da lavori di riqualificazione e di miglioramento strutturale e dell’accessibilità pedonale.
L’Amministrazione Comunale, infatti, invece di favorire il trasporto pubblico e invogliare i cittadini in arrivo o in partenza a raggiungere o lasciare la stazione ferroviaria col mezzo pubblico (magari inserendo una gratuità del biglietto dei mezzi che servono la stazione nelle ore di punta), addirittura “sfratta” il servizio pubblico da Viale Oronzo Quarta e crea dei parcheggi per i veicoli privati su quella che era la “corsia preferenziale”.
Il risultato scontato, verificato dai nostri volontari nella giornata di venerdì 26 luglio, è che il traffico è aumentato. Ciò avviene sia perché l’aumentata disponibilità di parcheggi spinge i più a recarsi in stazione con il proprio mezzo, sia perché le manovre di ingresso e di uscita dai parcheggi, ricavati su entrambi i lati delle due carreggiate, rallentano oltremodo il flusso veicolare. Inoltre l’aumentato flusso veicolare porta a pericolosi conflitti con i pedoni in uscita o in arrivo alla stazione, rendendo ancor più confusa la situazione. Lo “sfratto” dei mezzi pubblici, infatti, porta coloro che devono utilizzare il mezzo pubblico in arrivo o in partenza a defluire verso viale Gallipoli, rallentando ovviamente i flussi veicolari.
Sia per chi raggiunge la stazione, sia per chi la lascia, la scomodità di non avere una fermata dell’autobus vicina all’ingresso della stazione è un fatto assai problematico.
Probabilmente un potenziamento della segnaletica e una sollecitazione all’utilizzo dei 220 posti del Metropark, anche in collaborazione con RFI, e un aumento delle corse da e per la stazione avrebbe sortito un migliore risultato.
Così come congegnato, invece, lo “sfratto” degli autobus urbano dal viale Quarta ha portato più danni che benefici, rivelandosi una soluzione peggiore del problema che ha provato a risolvere.
Il Presidente Avv. Alessandro Presicce
La volontaria SCU Elena Foti