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LE DONNE NELLA STORIA EMMA GOLDMAN

LE DONNE NELLA STORIA EMMA GOLDMAN

Emma Goldman, nata a Kovno, 29 giugno 1869 morta a Toronto 14 maggio 1940 è stata un’anarchica, attivista e saggista russa naturalizzata statunitense.

Segue da 06 settembre 2024

Emma Goldman divenne da allora oggetto delle attenzioni della polizia, a causa della sua instancabile attività come oratrice e come conferenziera, chiamata in più Stati a sostenere scioperi, ad informare sul sistema capitalistico, a diffondere i suoi ideali. Collaborò anche con riviste anarchiche. Nel 1894 fu condannata ad un anno di carcere sotto l’accusa di aver “incitato alla sovversione” un gruppo di disoccupati nel corso di un comizio. Da allora in poi anche la stampa cominciò ad occuparsi regolarmente di lei, delle sue attività, delle sue vicissitudini giudiziarie e le fu applicato il soprannome di Red Emma.

È impossibile anche solo dare un’idea della vitalità mostrata da questa rivoluzionaria giovane, entusiasta e, a detta di chi la conobbe, affascinante. Tutti i principali centri degli Stati Uniti e del Canada la ebbero veemente oratrice: teatri stracolmi di gente a Boston, a New York (dove divenne un punto di riferimento per molte attiviste femministe tra le quali Maria Roda, emigrata da poco dall’Italia), a Montréal, così come ovunque la chiamassero gruppi di lavoratori in lotta. La polizia le impedì più di una volta di parlare, altre volte irruppe nella sala interrompendo il suo discorso e cercando di disperdere i partecipanti. I padroni dei teatri furono diffidati dal concedere i locali in occasione delle sue conferenze.

Nel 1906 Emma Goldman, insieme con Alexander Berkman, appena uscito di galera, iniziò la pubblicazione del giornale anarchico Mother Earth (Madre Terra). L’anno successivo partecipò al Congresso Internazionale Anarchico tenutosi ad Amsterdam ed in quell’occasione conobbe molti militanti anarchici di primo piano provenienti da tutto il mondo. Particolare impressione esercitò su di lei la figura di Errico Malatesta.

Nel decennio successivo continuò la collaborazione con Berkman. Insieme si opposero al militarismo ed al fanatismo che accompagnò lo scoppio della prima guerra mondiale e a tal fine costituirono una Lega Anti-Coscrizione che intendeva spingere i giovani a rifiutare la cartolina-precetto e a disertare. Naturalmente furono arrestati e condannati tutti e due ed espulsi dagli Stati Uniti. Fu così che si imbarcarono alla volta della Russia rivoluzionaria.

Sull’onda dell’entusiasmo, e a causa delle scarse e confuse notizie che finora avevano avuto sul movimento rivoluzionario in Russia, Berkman e Goldman non avevano compreso le profonde differenze tra il pensiero bolscevico e quello anarchico. Le stesse differenze riguardo alla concezione della rivoluzione non erano ben chiare a loro. Fu un grave abbaglio. È la stessa Goldman a raccontare nella sua autobiografia, con la consueta onestà, la gelida accoglienza riservata ad alcune sue affermazioni invitanti alla collaborazione con i bolscevichi, nel corso di un’assemblea (già allora tenuta clandestinamente) degli anarchici di Pietrogrado. La Goldman rimaneva scettica, quasi non credeva a quanto le andavano raccontando i compagni sulla vera situazione della Russia rivoluzionaria, parlando delle persecuzioni di Lenin e dei suoi seguaci contro gli anarchici e i socialisti rivoluzionari. Al di là della formale cordialità, la stima che Emma aveva conservata per i bolscevichi fino a quel momento cominciò a vacillare.

Significativo fu invece il colloquio da lei avuto con il vecchio Pëtr Kropotkin che le confermò quanto le avevano già detto tanti altri anarchici: la rivoluzione non era ancora stata sconfitta, c’erano ancora speranze, bisognava lottare. Ma non solo contro i nemici esterni, anche contro lo strozzamento che dall’interno i bolscevichi stavano effettuando contro le loro stesse parole d’ordine della prima ora.

Dopo la rivolta di Kronštadt (3-18 marzo 1921) repressa dall’Armata Rossa di Lev Trotsky, i due anarchici decisero di lasciare la Russia e di continuare altrove, in migliori condizioni, la lotta anarchica. Da allora l’attività di Emma Goldman riprese pur tra molte difficoltà, espulsioni, noie ed arresti. Fu a Stoccolma, a Monaco e si stabilì per un periodo a Londra.

Rimasta sola dopo il suicidio di Berkman in Francia, nel 1936 allo scoppio della guerra civile spagnola fu a Barcellona, nella capitale dell’anarchismo catalano ed iberico, in occasione del comizio internazionale anarchico di solidarietà con la Repubblica. Aiutò l’anarchico individualista Enrico Arrigoni ed essere scarcerato. Accanto ai rivoluzionari ed ai lavoratori accorsi da ogni dove c’era anche lei. La stessa che mezzo secolo prima aveva pianto la morte dei “martiri di Chicago” e si era ripromessa di continuare la lotta. Dopo la sconfitta dei repubblicani, si stabilì poi in Canada, dove morì nel 1940 in seguito ad un malessere che la colse durante una conferenza.

Fine seconda parte

luciani.2006@libero.it

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