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Guerra Hams – Israele

Guerra Hams – Israele

Oggi è il 367° giorno di guerra

Idf, quattro razzi da Gaza dopo inizio celebrazioni del 7 ottobre

Quattro razzi sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza verso il sud di Israele mentre nel Paese sono in corso le celebrazioni ad un anno dal massacro del 7 ottobre. Secondo le forze di difesa israeliane (Idf), tre dei razzi sono stati intercettati dalle difese aeree, mentre il quarto ha colpito un’area aperta. oco prima del lancio dei razzi, le Idf avevano dichiarato di aver effettuato attacchi contro siti di Hamas a Gaza.

 

Hezbollah rivendica attachi Haifa e Tiberiade

Il gruppo armato libanese di Hezbollah ha affermato di aver lanciato una serie di missili Fadi 1 contro la base di Carmel, a sud di Haifa, e di aver effettuato un attacco missilistico contro la base di Nimra, a ovest di Tiberiade. L’attacco ad Haifa è stato il 18° contro posizioni israeliane avvenuto domenica, mentre quello a Tiberiade ha segnato il primo assalto odierno. Secondo i media israeliani, almeno undici persone sono rimaste ferite negli attacchi di Hezbollah.

 

Lancio razzi su Haifa e Tiberiade, dieci feriti

Lancio di razzi da parte delle milizie del partito sciita libanese Hezbollah contro la città di Haifa, nel nord di Israele.  Media israeliani hanno riferito che 10 persone sono rimaste ferite. Le autorità israeliane affermano che razzi e frammenti di proiettili abbattuti hanno colpito il centro abitato. Le IDF hanno dichiarato di aver avviato un’indagine dopo non essere riuscite ad intercettare una raffica di cinque razzi lanciati dal Libano verso Haifa. Secondo quanto comunicato dal Rambam Hospital, cinque persone sono cinque le persone rimaste ferite nell’impatto del razzo ad Haifa. Tutte colpite da schegge ma non in pericolo di vita. Un’altra persona è stata portata in ospedale per ansia acuta. Altri razzi hanno colpito Tiberiade a 65 km di distanza. La polizia ha dichiarato che alcuni edifici e proprietà sono stati danneggiati e che sono stati segnalati diversi feriti lievi; alcune persone sono state trasportate in un ospedale vicino.

 

Israele bombarda l’ospedale di Al Aqsa a Gaza: “Centro di comando di Hamas”

Le Forze armate israeliane comunicano che i suoi aerei da combattimento hanno bombardato un “complesso di comando e controllo” di Hamas nell’ospedale dei Martiri di Al-Aqsa a Deir el-Balah, nella striscia di Gaza. Non hanno fornito prove a sostegno di queste affermazioni. L’esercito israeliano – scrive Al Jazeera – usa abitualmente questa accusa per giustificare attacchi a ospedali, scuole e altri edifici civili a Gaza. L’ONU ha criticato tali attacchi, affermando che possono costituire crimini di guerra, poiché le strutture mediche sono protette dal diritto internazionale.

Al-Aqsa è uno dei pochi ospedali ancora funzionanti rimasti a Gaza. Poche ore prima aveva ricevuto 53 pazienti feriti e 22 morti per gli attacchi aerei israeliani contro una moschea e una scuola a Deir Al Balah. ”La situazione in ospedale era terribile. Non c’erano abbastanza letti per tutti i pazienti e abbiamo dovuto curare le persone sul pavimento”, afferma Eliza Sabatini, infermiera di Medici Senza Frontiere.

 

A un anno dal 7 ottobre, Amnesty International chiede il cessate il fuoco

È trascorso un anno dagli orribili attacchi di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi nel sud d’Israele, in cui circa 1200 persone vennero uccise e 250 prese in ostaggio. Quella data segna anche un anno dall’inizio del devastante, e ancora in corso, assalto di Israele nella la Striscia di Gaza occupata, che ha causato l’uccisione di oltre 41.500 persone e lo sfollamento forzato di un milione e 900.000 palestinesi. Lo ricorda Amnesty International.

“Il 7 ottobre è un giorno pieno di dolore per gli israeliani che hanno perso i loro cari, uccisi o rapiti, e per le migliaia di persone che continuano a essere sfollate anche dopo gli atroci attacchi di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi”, ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale dell’organizzazione non governativa.
“Il 7 ottobre ci ricorda anche che è passato un anno dall’inizio degli orribili attacchi delle forze israeliane contro la Striscia di Gaza, che hanno ucciso decine di migliaia di persone, costretto allo sfollamento il 90 per cento della popolazione e dato luogo a una catastrofe umanitaria senza precedenti, ponendo la popolazione palestinese della Striscia di Gaza a rischio di genocidio, come affermato dalla Corte internazionale di giustizia”, ha aggiunto la Callamard. “I crimini commessi da Hamas e da altri gruppi armati palestinesi, che il procuratore della Corte penale internazionale sta indagando come crimini contro l’umanità, sono stati orribili e privi di qualsiasi giustificazione. A un anno di distanza, circa 100 ostaggi sono ancora trattenuti nella Striscia di Gaza. Di alcuni è stata confermata la morte e coloro che sono ancora in vita rischiano la morte, la tortura e altre violazioni dei diritti umani. Le preoccupazioni per le loro vite sono aumentate da quando, ad agosto, le forze israeliane hanno recuperato i corpi di sei ostaggi, le cui autopsie hanno determinato che erano stati uccisi poco prima del ritrovamento. Gli ostaggi civili devono essere rimessi immediatamente in libertà e riuniti con le loro famiglie”, ha proseguito Callamard. ”Nel frattempo, nella Striscia di Gaza intere famiglie sono state decimate e molte persone stanno ancora scavando tra le macerie delle loro case distrutte cercando i loro cari, bambini inclusi. Centinaia di famiglie sono ancora alla ricerca di informazioni sui loro cari detenuti in Israele senza accusa né processo, molti dei quali sottoposti a tortura”, ha sottolineato Callamard, aggiungendo che “mentre la guerra s’infiamma senza alcuna prospettiva di una sua fine, la necessità di un cessate il fuoco, del rispetto del diritto internazionale e del diritto di tutte le vittime alla verità, alla giustizia e alla riparazione è più urgente che mai. È vergognoso, e insieme un fallimento dell’umanità, che a un anno di distanza dal 7 ottobre non vi sia alcun cessate il fuoco né alcun ritorno in libertà degli ostaggi. Queste atrocità non avrebbero mai dovuto essere state commesse, eppure si consente loro di continuare”. ”Questo anniversario deve far riflettere sull’urgente bisogno che siano affrontate le cause di fondo del conflitto, siano interrotte le forniture di armi a tutte le parti coinvolte e sia posta fine alla duratura impunità che vede da decenni le forze israeliane, Hamas e altri gruppi armati palestinesi farsi beffe del diritto internazionale senza timore di subire conseguenze. Il mondo non dovrà mai dimenticare le vittime e l’angoscia delle famiglie colpite. L’umanità dovrà prevalere. Amnesty International chiede un immediato cessate il fuoco e il ritorno in libertà senza alcuna condizione degli ostaggi civili trattenuti da Hamas e da altri gruppi armati palestinesi e la scarcerazione di tutti i palestinesi detenuti illegalmente da Israele”, ha concluso la Callamard.

 

luciani.2006@libero.it

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