LECCE: Serata finale del progetto Ri-nascere genitori con la restituzione del laboratorio teatrale
Domenica 20 ottobre da Tagliatelle – Stazione Ninfeo a Lecce si conclude il progetto di teatro e scrittura “Ri-nascere genitori: generatori di diritti”. Ideata da Ura Teatro, in collaborazione con l’associazione Destina ETS e sostenuta dalla seconda edizione dell’avviso “Futura – La Puglia per la parità” promosso dal Consiglio regionale della Puglia, l’iniziativa ha ospitato un laboratorio intensivo, diretto dall’attrice, autrice e regista Anna Chiara Ingrosso e organizzato da Laura Scorrano, e due serate domenicali aperte al pubblico.
Partito venerdì 11, il percorso formativo ha coinvolto sei persone per esplorare, attraverso il linguaggio teatrale, come maternità e paternità possano incontrarsi e dialogare, esprimendo energie e visioni differenti ma comuni sui propri diritti. La serata finale, con la partecipazione della presidente del Consiglio regionale pugliese Loredana Capone, inizierà alle 18:30 con un incontro con l’associazione Destina, che presenterà l’esperienza di “Genitori e poi”, vincitore del bando PIN – Pugliesi innovativi, finanziato dalla Regione Puglia, ideato e coordinato dalle psicologhe e psicoterapeute Federica Brindisino e Marta Clary. Il progetto nasce per superare il cliché dei genitori perfetti, favorendo una maggiore consapevolezza del concetto di “normalità”. Alle 19:30, infine, “Ri-nascere genitori: generatori di diritti” si chiuderà con la restituzione pubblica del laboratorio di teatro. Non esiste una patente per essere genitori, ma nelle vite di molti ci sono storie di figli, nati o mai nati, desiderati o evitati: sei persone, quattro donne e due uomini, hanno deciso di raccontare le loro esperienze senza filtri. «Quello che lo spettatore vedrà sarà una restituzione onesta, senza pretese di dare risposte sul tema della genitorialità, ma solo di porsi come testimoni del nostro tempo», sottolinea Anna Chiara Ingrosso. Durante il percorso, sono emerse narrazioni che esplorano la complessità della genitorialità: dalla madre che prepara merende con frutta bio a km 0 per poi scoprire che ammuffiscono nello zaino della figlia che vorrebbe solo una merendina industriale come tutte le sue amiche; dal parto vissuto come esperienza collettiva negli anni ’80, alla solitudine e alla depressione post parto che ancora oggi non si conosce e viene vissuta con senso di colpa; dal desiderio di diventare padre e madre, allo scontrarsi con una realtà temporale che ci dice che forse il nostro tempo sta per scadere; dalla paternità vissuta con estrema gioia e consapevolezza, alla consapevolezza della donna di poter dire: di non desidero diventare madre e ne sono felice. In questo progetto corpo e parola sono stati messi al servizio di un unico tema: generare non solo esseri umani, ma anche idee e progetti, originando così nuovi diritti.