Il Lecce al lavoro per affrontare un impegno importante anche se non decisivo

Venerdì allo stadio si presenta un Empoli imbottito di ex

Il nome del responsabile del prossimo avversario del Lecce evoca, istintivamente, ricordi recenti che amareggiano il momento attuale della squadra. Lo scorso anno il Lecce di D’Aversa, ora allenatore dell’Empoli prossimo avversario dei giallorossi, veleggiava con 13 punti in una classifica non abituale con ben cinque punti in più rispetto alle zone basse della stessa; quest’anno è proprio il Lecce, invece, ad occupare una delle poltrone meno invidiate del campionato con, scherzi del destino, ben cinque punti in meno rispetto a quanto fatto nel passato torneo.

Ed ecco che su Gotti, anche se la società non ha mai messo in dubbio l’operato del tecnico, rischia, venerdì, di poter perdere proprio con un collega da lui sostituito, la panchina giallorossa.

È evidente che se anche contro i toscani Baschirotto e compagni confermano il trend positivo tenuto contro le dirette avversarie tutto resterà com’è e Gotti continuerà ad essere allenatore del Lecce, almeno sino alle prossime difficoltà.

Pur ammettendo, perché è giusto e corretto farlo, che l’inizio del cammino della squadra leccese è stato davvero proibitivo ma è doveroso, nel contempo, non fare come gli struzzi e mettere la testa sotto la sabbia ma aprire gli occhi e evidenziare quei difetti, di costruzione o di conduzione o di altro ancora, che si sono appalesati nel corso di queste prime undici giornate.

La squadra ha dimostrato sul campo che non è l’ultima del lotto ma c’è qualcosa che la blocca in particolare quando di fronte alle prime difficoltà cede quasi di schianto non reagendo ma lasciandosi andar. Non possono essere spiegati così gli ormai diversi punteggi pesanti accusati (Atalanta, Milan, Fiorentina) ma d’altra parte non si può accettare di fare le barricate sin dal fischio d’inizio rinunciando a quelle che potrebbero essere le armi più importanti per colpire l’avversario.

Una tattica del genere si è potuta accettare di buon grado contro il Napoli, ma non certo contro il Bologna visto che poi l’episodio negativo, prima o poi avviene, e il risultato del cedere tutti i punti è il risultato che si acquisisce.

Gotti il suo staff tecnico e la squadra, tutta, devono essere franchi fra loro parlare, discutere, ed alla fine individuare la strada migliore da intraprendere; per il momento c’è ancora tempo per intervenire in attesa che a gennaio Corvino cacci dal cappello il coniglio (l’uomo) che possa risolvere il problema più grave al momento: il cattivo rapporto della squadra con il gol.

Ernesto Luciani