L’ANGOLO DEL LIBRO
La confraternita della Torre Nera di Andrea Tessaro
Andrea Tessaro ha esordito al pubblico con un fantasy epico “Sette apprendisti per la Torre di Ghiaccio” e oggi, con il suo terzo libro propone un seguito non dichiarato del primo libro, parole sue. In effetti “La confraternita della Torre Nera” riprende l’ambientazione e i personaggi principali della prima opera, portandoli avanti nel tempo di sette anni, ma è senza dubbio un romanzo comprensibile e godibile da solo.
Chi ha avuto il piacere di leggere il romanzo precedente avrà una maggiore dimestichezza con i nomi delle diverse figure all’opera, solo questo, ma chi da qui dovesse cominciare non si troverà male, grazie anche all’elenco dei personaggi che si trova nelle pagine iniziali, lasciandosi avvolgere da una storia mistery.
“La confraternita della Torre Nera” è un fantasy mescolato al giallo, un bibliomistery per la precisione, due generi che sono perfetti per rendere la lettura accattivante e piacevole agli amanti di questi due generi, adatta a un pubblico ampio.
Tessaro ha una scrittura elegante, scorrevole pur essendo ampiamente descrittiva. L’autore cura tutto: dalla costruzione dei personaggi, che dota di caratteri, indoli e talenti diversi, raccontandoli in modo suggestivo, alla narrazione degli ambienti, compresi di elementi architettonici e di arredo unici.
Va da sé che questo modo di scrivere crea, soprattutto nelle pagine iniziali, una lentezza di ritmo che è preparazione agli eventi che seguiranno, mettendo il lettore nella condizione di assorbire la trama con calma e attenzione, potendo immaginare con comodo il narrato, aiutato anche, là dove serve, da mappe esplicative, piantine dei luoghi.
Poi la storia parte, e i dettagli in un giallo sono importanti, con l’indagine su un atto vandalico in una biblioteca, che ben presto rivela risvolti inaspettati e complicati, incuriosendo e interessando sempre di più: un invito a girare pagina dopo pagina, per svelare il mistero.
Presenza importante all’interno dell’opera è quella dei libri: che insegnano, preparano, vanno salvati, curati, protetti e compresi. La cover del libro è così un perfetto specchio della storia, non solo un elemento suggestivo e attraente per lo sguardo.
I sette protagonisti sono da amare e, insieme, rappresentano sia la parte formativa del romanzo che educativa. Nel loro apprendistato, che ci viene esposto in capitoli dedicati a ognuno di loro, scopriamo che nello stesso luogo hanno avuto una formazione completamente differente ed è giustissimo che sia così. Tessaro ci ricorda l’unicità di ogni persona, con inclinazioni e passioni diverse che vanno esaltate, incoraggiate, accresciute. In un mondo che sembra volerci tutti uguali, omologati e nei ranghi, questo libro ci ricorda invece la bellezza della diversità, la esalta, mostra come la salvezza sia possibile solo attraverso l’unione di tanti parti differenti.
Mistero, segreti, aspettative deluse da realtà più meschine, bugie, maschere e inganni: “La confraternita della Torre Nera” si fa via via più incalzante e ricco di sorprese, tra interrogatori, raccolta delle prove e ricostruzioni, per capitoli che volano e un finale che non delude.
Una lettura appassionante per i giovani e perfetta per i navigatori esperti del mare delle storie. Mi sono divertita moltissimo leggendolo e, anzi, posso dire che l’autore l’ho preferito più in questo romanzo che in “Sette apprendisti per la Torre di Ghiaccio”. A questo punto sono curiosa di scoprire quale nuova opera scriverà in seguito.