DA OGGI LECCE FESTAGGIA I SANTI ORONZO, GIUSTO E FORTUNATO
Da oggi, 24 agosto, e sino al 26 compreso, Lecce si dedica a festeggiare i suoi Patroni. La festa cittadina in onore dei Santi Oronzo, Giusto e Fortunato si inseriscono, peraltro, nel ricchissimo calendario di eventi che sono stati programmati per attirare l’arrivo ed uno spensierato soggiorno ad un sempre maggior numero di turisti.
Per quanto riguarda la parte religiosa della festa si deve dire che, da quest’anno, la devozione dei leccesi verso i Santi Patroni, si arricchisce ed impreziosisce di un ulteriore ed importante elemento liturgico. Accanto al tradizionale inno in latino “Ave Oronti” è stato presentato ed eseguito in questi giorni di “undena” (undici giorni di liturgia prefestiva) il canto del nuovo “Inno ai Santi Martiri Oronzo, Fortunato e Giusto” in lingua italiana composto, nel testo e nella musica, dal novolese Tonio Calabrese, maestro di cappella presso la Chiesa Cattedrale di Lecce ed artista molto apprezzato e già conosciuto per aver realizzato altre opere simili per la Chiesa di Lecce e non solo.
Si tratta di un lavoro – scritto e musicato – frutto di un periodo di studio e ricerca che «si è posto come obiettivo – spiega proprio il maestro Tonio Calabrese – non quello di sostituire l’antico e noto inno in latino, ma – come afferma appunto lo stesso autore, non nuovo a questo genere di composizioni – solo di integrare questo storico testo cantato, raccontando, attraverso il canto e la lingua corrente, la vita, la conversione, l’opera e il martirio di Oronzo e dei suoi compagni Fortunato e Giusto. Un racconto d’amore così come tramandato dalla tradizione agiografica».
Proprio da queste belle ed importanti intenzioni è scaturito un testo poetico di quattro strofe: due quartine ciascuna, intervallate da un ritornello a sua volta costituito da altre due quartine, il tutto accompagnato da una melodia semplice ma solenne, da subito appresa da clero e fedeli.
Dopo essere stato sottoposto all’attenzione dell’Arcivescovo Monsignor Domenico Umberto D’ambrosio, vescovo della città di Lecce, l’inno ha ottenuto il placet dello stesso alto prelato il quale, nel lavoro di recupero della genuina devozione ai santi protettori, aggiunge un ulteriore segno di nobilitazione della stessa. Naturalmente tantissima la soddisfazione del Maestro calabrese che riproporrà l’inno ai tanti leccesi, turisti e pellegrini anche nei giorni della grande festa.
Non mancheranno, come al solito, le varie bancarelle per la vendita di varia mercanzia, senza trascurar quelle per dolciumi, torroni e cupeta. Belle le manifestazioni e le attrazioni tipiche dei festeggiamenti patronali rappresentano la parte d’intrattenimento di cui è bene gioire, perché da sempre desiderate e richieste dai leccesi. Con l’arrivo della Festa di Sant’Oronzo si avverte nell’aria dell’intera città una certa frenesia per stare fuori e godersi il più possibile lo spettacolo. Importanti e significative, a questo proposito le parole pronunciate da Mons Domenico Umberto D’Ambrosio che suonano così: «Sembra doveroso ricordare che alcune persone, oggi, non possono far festa. È bello coinvolgere un po’ tutta la città in occasione dell’evento, che inizia con due appuntamenti tipici, a cominciare dalla processione di domani sera. E mi piacerebbe vedere tanta gente. A me non piace stare lì impalato, in quei momenti, tant’è che spesso vado dagli ammalati per una benedizione, oppure saluto la gente accorsa. Questo mi arricchisce. Mi piacerebbe che durante la processione non sia il tempo delle chiacchierate, ma tutti partecipassimo con raccoglimento. Bella anche la sintonia tra Diocesi, città e Comune di Lecce. Ci ritroviamo insieme nelle due piazze: il luogo della fede e quello in cui la città ferve, piazza Sant’Oronzo. Giusto, allora, far festa, così come la ricchezza di tante manifestazioni».