Con Giampaolo Il Lecce Ha Ritrovato Fiducia In Sé Stesso
Il calendario scorre inesorabile ed il Lecce del nuovo corso dopo la Juventus si prepara ad affrontare un altro impegno che presenta le sue specificità di sempre quest’anno con l’aggiunta di essere quasi uno spareggio da bassa classifica. Sabato alle 20.45, infatti, all’Olimpico di Roma sarà di scena, per la quindicesima giornata, il derby giallorosso tra le formazioni ora affidate a Ranieri (terzo allenatore stagionale della Roma) e Gianpaolo che da due turni ha preso il posto di Gotti.
A Lecce, bisogna dirlo subito, la decisione della società, non usuale, di esonerare il tecnico confermato ad inizio stagione dopo aver conquistata la salvezza. Nelle prime dodici partite, però, le cose non sono andate come si sperava e la società ha scelto bene il tempo per intervenire ovviamente creando nella massa dei tifosi pareri (pro e contro il cambio) diametralmente opposti come sempre accade nel mondo del calcio. Ma sempre nel mondo del calcio esiste una caratteristica che muta a seconda dei risultati: la volubilità di pareri. Così quando si seppe che il nuovo tecnico sarebbe stato Marco Giampaolo, molti sono stati i mugugni perché i due anni di inattività non erano certo un bel biglietto da visita.
Giampaolo arrivato a Lecce si è, ovvio, gettato a capo fitto nel lavoro e prima con una parte del gruppo poi con tutti “gli abili” a disposizione ha cominciato a scrutare, studiare e quindi intervenire su ogni singolo giocatore sia sotto l’aspetto fisico che quello mentale. Era evidente che nel gruppo si fosse perduta l’autostima e che il rapporto con il mister si era sfilacciato senza colpe gravi da parte di nessuno ma per un naturale stato di nervosismo che faceva evaporare nel nulla tutto il lavoro fatto alle prime avvisaglie di difficoltà. Con il nuovo allenatore i giocatori sono stati di nuovo motivati, uno per uno, con iniezioni di fiducia che ha ricaricato tutti ed ecco che prima a Venezia e poi in casa contro la Juventus la squadra ha affrontato l’avversario soffrendo ma tenendo il campo e, poi, addirittura migliorandosi nella seconda frazione di gioco.
A Venezia questo nuovo modus vivendi ha portato alla vittoria contro la Jventus ha creato le premesse per tentare di ottenerla, e forse senza lo sfortunato intervento di Gaspar sul tiro di Cambiaso, l’avrebbe ottenuta e tanti saluti a chi torceva il muso. È mandato davvero poco perché ciò accadesse ma il calcio è fatto di episodi imprevedibili come il subire un gol proprio nel momento in cui si sta conducendo il gioco, o che l’arbitro ed il VAR non considerino da rigore un fallo piuttosto evidente commesso su Dorgu mentre tentava di colpire un pallone che poteva essere quello della vittoria finale. È il bello ed il brutto del calcio e per questo il movimento è seguito da milioni di appassionati in tutto il mondo.
Ernesto Luciani
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