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IL BASEBALL NELL’ANTOLOGIA DEI FUMETTI

IL BASEBALL NELL’ANTOLOGIA DEI FUMETTI

michele dodde

Quarta puntata (le precedenti 11, 18 e 25 gennaio)

Nel 1946 la Timely Comics, come copia conforme degli eroi della Marvel, fa ideare dalle matite di Isadora Klein, in seguito con quelle di Ralph Baks sino al 1990, il temerario “MightyMouse” che sulla cover nr. 57 della sua saga gioca a Baseball presso la Australian Little League. Anche l’irriverente e geniale “Mad Magazine”,il famoso periodico mensile statunitense nato nel 1952, con i suoi disegnatori ha trattato sempre l’argomento baseball ed i suoi scritti, disegni e battute hanno dimostrato che anche con una buona satira ed un piacevole umorismo il baseball riesce a parlare al cuore della gente.Una segnalazione a parte merita il noto trio americano “TheThree Stooges”.Divenuto  famoso ed antesignano di una comicità espressiva, dal cinema transitò, così come poi avvenne anche per Stanlio ed Ollio, sul cartaceosotto la supervisione di Hanna e Barbera e memorabili sono rimaste le loro strisce sulle peripezie di una gara di baseball.

Tutti questi personaggi, e forse qualcuno dimenticato, sono stati coinvolti loro malgrado ed a più riprese con il baseball e pur se apparentemente in modo essenzialmente superficiale in quanto ricercatori solo di facili battute, di fatto hanno sempre espresso momenti topici della società americana nei suoi vizi e nelle sue virtù.Ed in quel periodo, quasi come una ricercata panacea, furoreggiava anche il mitico Superman che in virtù dei suoi poteri certamente non poteva giocare un baseball umano. Ed allora ecco il Clark Kent, italianizzato dalla Mondadori come Nembo Kid, andare a giocare da solo nel mondo galattico interpretando in bravura ed a dismisura i diversi ruoli.I fantasiosi disegnia forti tinte su carta porosa lasciavano in verità più che perplessi ma le storie erano sempre godibili. Il baseball-cartoon infine è stato poi interpretato in filosofia e poesia anche da autori non statunitensi come l’irresistibile “Torpedo”, ideato dal geniale Enrico Abuli ed interpretato magistralmente dalle matite di Jordi Bernet, l’italianissimo “John Doe”coinvolto dalla fervida mente del grande Lorenzo Bartoli in un episodiodi rara bellezza tracciata nei segni da Spartaco Ripa e quel continuo messaggio ecologico che è stato tutto il mondo francese dei “Barbapapà”, personaggi a forma di pera che,realizzati nel 1970 dal designer Annette Tison e dal professoreTalus Taylor, quest’ultimo in verità nato in America, in più di qualche episodio non disdegnano, divertendosi, di giocare a baseball così come dal 1958 anche gli originali Puffi del belga Pierre Culliford, in arte Peyo. Anzi di questi ultimi sono ancora ricercatissimi dai collezionisti i Peyo Gadget che giocano a baseball ed a softball.

Michele Dodde

 

Appuntamento all’8 febbraio 2017

redazione.lecceoggi@gmail.com

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