BRINDISI: PORTATA A TERMINE L’INDAGINE DENOMINATA “INGANNO”. 37 GLI INDAGATI
Nel brindisino scoperte dalla Squadra mobile, tre cellule operanti a Brindisi, San Donaci e San Pietro Vernotico.
Nei giorni scorsi, a conclusione del prescritto iter procedurale, su disposizione del P.M. titolare della indagini, il sostituto procuratore della Repubblica Francesco Carluccio, gli investigatori della II Sezione della Squadra Mobile brindisina, specializzati nelle indagini sulla criminalità straniera e nel contrasto al crimine diffuso ed allo sfruttamento della prostituzione,
Sono 37 gli indagati, 16 italiani e 21 stranieri di varie nazionalità come Cina, Ucraina, Russia, Pakistan, Tunisia, Senegal, dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi a vario titolo per falso e favoreggiamento della permanenza illegale in Italia di immigrati irregolari.
Tutto si fa ricondurre alla sanatoria del 2012 per i lavoratori stranieri irregolarmente presenti sul territorio nazionale. Scatta la corsa per l’inoltro delle “dichiarazioni di emersione” allo sportello unico per l’immigrazione tramite la procedura telematica predisposta dal Ministero dell’interno.
La regolarizzazione può essere però richiesta da quei datori di lavoro che, alla data del 9 agosto 2012, occupano “in nero” alle proprie dipendenze, da oltre tre mesi, lavoratori stranieri già presenti sul territorio nazionale almeno dal dicembre 2011.
Con l’indagine, convenzionalmente denominata “Inganno”, svolta dagli investigatori della Squadra Mobile brindisina tra il gennaio e l’aprile 2013, centinaia di dichiarazioni di emersione telematicamente inoltrate allo sportello unico per l’immigrazione sono state analizzate e sottoposte a rigorosa verifica anche con l’ausilio degli operatori dell’Ufficio Immigrazione della locale Questura.
I primi accertamenti hanno permesso di rilevare che diverse pratiche per l’avvio delle relative istruttorie amministrative venivano inviate dal medesimo indirizzo IP e spesso in ristretti lassi di tempo; che la disponibilità reddituale ed economico-finanziaria dei presunti datori di lavoro che volevano regolarizzare la posizione di alcuni stranieri non sembrava essere particolarmente florida ed utile a giustificare la dichiarata assunzione; che vi era una ciclicità di assunzioni soprattutto in campo agricolo proprio in concomitanza di sanatorie.
Ulteriori motivi di sospetto per gli investigatori, attesa l’esperienza maturata in similari attività di indagini, era quella costituita dal dato, ritenuto oltremodo anomalo, dell’assunzione, in qualità di badanti, di uomini stranieri di nazionalità cinese.
Le indagini hanno fatto risaltare l’esistenza di un “sistema” che vedeva gli extracomunitari interessati alle procedure di emersione versare ad alcuni italiani somme di danaro che oscillavano tra i 400 e i 2000 Euro. Questi ultimi, ufficialmente impegnati nel prestare ausilio e supporto per la presentazione delle istanze, fornivano agli immigrati che non avevano titolo di fruire di quel condono, alcuni “servizi” come la possibilità di disporre di non veritiere certificazioni prodotte da professionisti, pubblici ufficiali o datori di lavoro attestanti la presenza degli stranieri in territorio nazionale in periodi antecedenti all’emanazione della sanatoria; quella documentazione presentata a corredo dell’istanza di emersione ne avrebbe conseguentemente favorito la illegale permanenza in Italia.
Un sistema, quindi, che vedeva una convergenza d’intenti e di interessi tra immigrati clandestini che lavoravano in nero e operatori del sociale, professionisti e pubblici ufficiali: tutti coinvolti, a vario titolo, nelle dinamiche delittuose scoperte e contestate dall’autorità giudiziaria inquirente.
In particolare, veniva scoperta l’esistenza di tre distinte cellule, operanti in Brindisi, San Donaci e San Pietro Vernotico, i cui componenti, per lo più in concorso tra loro nell’ambito dei rispettivi gruppi, avevano attivato il sistema secondo il quale veniva favorita l’emersione dalla clandestinità di lavoratori extracomunitari irregolarmente presenti in territorio nazionale e ciò attraverso la produzione di atti dal falso contenuto agli organi istituzionali competenti al vaglio delle istanze.