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ALMANACCO DEL GIORNO

ALMANACCO DEL GIORNO

Almanacco di Martedì 28 marzo 2017

Tredicesima settimana dell’anno

Giorni dall’inizio dell’anno: 87 * Giorni rimanenti alla fine dell’anno 278

A Roma il sole sorge alle 05.59 e tramonta alle 18:31 (ora solare)

Lecce il sole sorge alle 05.50  e tramonta alle 18:21 (ora solare)

OGGI SI FESTEGGIA: San Sisto  

ACCADDE OGGI:  1959 – La Cina mette fine all’indipendenza del Tibet

gyantze

Il popolo tibetano ha vissuto per secoli in autonomia sul tetto del mondo, tra spiritualità e lavoro della terra. Un clima di libertà e di quiete infrantosi contro le mire espansionistiche della più grande repubblica socialista di sempre, che con la forza continua a tenere prigioniero quel popolo.

Dal punto di vista politico rimane invariata nei secoli la forma di teocrazia che vede al vertice della piramide buddista il Dalai Lama (espressione formata dalla parola mongola dalai, che significa “oceano”, e dalla tibetana lama, traducibile con “maestro spirituale”, da qui la traduzione più usata di “oceano di saggezza”). Alla sua morte, il Panchen Lama, il Reting Rinpoce e altri monaci qualificati si mettono alla ricerca della sua reincarnazione, guidati da presagi e sogni.

Riacquistata l’indipendenza nel 1911 dalla dinastia mancese, il Tibet ritorna dopo la Seconda guerra mondiale nelle mire della Cina, che nel frattempo ha visto cadere il secolare impero sotto la spinta rivoluzionaria socialista e instaurarsi la Repubblica popolare dal 1° ottobre del 1949. Il neo presidente cinese Mao Tse-tung annuncia la volontà di riacquisire al patrimonio della madrepatria alcuni territori, tra cui l’altopiano asiatico.

Lo scoppio della Guerra di Corea a giugno del ’50 dà il pretesto al governo cinese per dare il via all’occupazione, approfittando del fatto che l’opinione pubblica è distratta dalle vicende coreane.

L’invasione avviene il 7 ottobre di quell’anno, con 40mila soldati che superano facilmente la debole resistenza di 8mila tibetani male armati. Al nuovo Dalai Lama, Tenzin Gyatso, viene fatto credere, ingannevolmente, che si porterà avanti una colonizzazione pacifica.

Cambiato il nome in Xizang, le autorità di Pechino trasformano il Tibet in una colonia, spingendo migliaia di suoi cittadini a insediarsi lì e imponendo pesanti provvedimenti, tra cui la redistribuzione delle terre e una pesante tassazione sui monasteri. Parallelamente viene condotta una capillare opera di persecuzione nei confronti del clero buddista, allo scopo di annientarne il culto sotto lo sguardo indifferente dell’opinione pubblica internazionale. Ad eccezione dell’India, il resto del mondo considera l’invasione un affare interno alla Repubblica popolare socialista.

Esasperata dalle misure punitive e dagli arresti di massa, la popolazione locale finisce per ribellarsi, sostenuta sotto banco dalla CIA. L’epilogo è drammatico: il 28 marzo del 1959 l’esercito cinese reprime nel sangue la ribellione e decreta la fine dell’indipendenza del Tibet, costringendo all’esilio il Dalai Lama. Il bollettino finale parla da solo: 80mila vittime (tra cui donne bambini) e 300mila profughi, accolti in maggioranza dalla vicina India.

Nei decenni a seguire si verificano frequenti iniziative di protesta dei monaci buddisti, molti dei quali arrivano all’estremo gesto di darsi fuoco in strada, per protestare contro l’occupazione cinese. Negli stessi anni, Tenzin Gyatso, riconosciuto capo del governo tibetano in esilio, è impegnato a portare nei diversi paesi il messaggio buddista e a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni dei suoi connazionali rifugiati. Per la sua protesta non violenta, nel 1989, gli viene assegnato il Nobel per la Pace.

Nel tentativo di riscrivere la storia in maniera propagandistica, la Cina annuncia nel 2009 che il 28 marzo sarà celebrato come “Giorno dell’emancipazione degli schiavi”, rivendicando il merito di aver liberato i tibetani dalla schiavitù teocratica, rappresentata dal Dalai Lama. La decisione scatena indignazione e proteste soprattutto tra i monaci buddisti, in centinaia messi agli arresti dall’esercito occupante.

AVVENIMENTO SPORTIVO: 2011 – Trentino Volley ancora campione:

NACQUERO OGGI

1914 – uido Carli – economista

1986 – Lady Gaga – cantante

1990 – Luca Marrone – calciatore

FRASE CELEBRE: Il vino è come la vita per gli uomini, purchè tu lo beva con misura. Che vita è quella di chi non ha vino? Questo fu creato per la gioia degli uomini. (Siracide)

IL PROVERBIO: Quando marzo va secco, il gran fa cesto e il lin capecchio.

IL SEGNO ZODIACALE: ARIETE – Dal 21/03 al 20/04

Personalità

Intrepido e fiero, la sua è una personalità attiva e dinamica. Spinge sempre a fondo, l’importante per lui è arrivare primo. La sua natura irrequieta è portata ad ogni genere di attività, dovrebbe evitare tutte quelle imprese troppo rischiose o azzardate. Ma per lui, coraggioso fino alla temerarietà, le mezze misure sono sconosciute, “o tutto o niente” è il suo motto, sa essere estremo, sia nell’entusiasmo che nell’indignazione.

Amore

Un incontro, un gesto sono sufficienti a fargli andare il cuore in gola. I suoi amori sono una serie di colpi di fulmine, di rotture e di riconciliazioni. I suoi sentimenti esplodono all’improvviso e incendiano tutto quello che incontrano. Seduce con passione ed è capace di qualsiasi prodezza per conquistarlo. Un simile comportamento lo espone a delusioni! Bisogna però sottolineare che il fuoco della sua passione con la stessa facilità con cui divampa, si spegne, ed egli, avventuroso per natura, rivolge altrove il suo sguardo e i suoi interessi. Se è lui ad essere corteggiato bisogna agire d’astuzia: chiedere i suoi preziosi consigli, poi sfuggirgli quel tanto che basta, ma in ogni caso la sincerità è un obbligo. Infine, come amerà il nostro Ariete nell’età matura? Sarà sempre così ardente e appassionato? O perderà un po’ del suo ardore? Non lo perderà, anzi continuerà ad adorare l’avventura romantica, il fascino della seduzione e l’eccitamento della conquista. E se subentra la gelosia? Come minimo ci si può aspettare una scenata memorabile, voleranno insulti e… suppellettili, lancerà accuse terribili, salvo poi pentirsene, senza tuttavia chiedere scusa.

Lavoro

Ad uno come lui a cui piace comandare, un lavoro da subalterno va decisamente stretto. L’Ariete è un capo e, come tale, è nato per dirigere, che sia poi un’azienda o un reggimento non fa grande differenza, l’importante è dare ordini, ed i suoi devono essere rispettati, altrimenti va su tutte le furie. Se non sarà capitano d’industria o generale d’armata, comunque, potrà scegliere di fare il libero professionista o qualsiasi altro lavoro in cui siano necessarie prontezza di spirito e intraprendenza. È inutile che tenti la strada dell’impiego fisso, le occupazioni noiose e programmate non fanno per lui, la sua abilità gli permette invece d’inventarsi i lavori dal nulla, perché è originale, ha grinta e coraggio da vendere. Se svolge un lavoro d’équipe, ha bisogno di collaboratori fidati sui quali poter contare in ogni momento, mentre se è alle dipendenze, non farà nulla per farsi benvolere dai colleghi, che non lo sopporteranno per i suoi modi sbrigativi e per la sua abilità nel mettersi in luce con i superiori. Un altro campo di stretta appartenenza a tale segno è quello dell’atletica e delle arti marziali. Lo studente Ariete non è proprio uno scolaro modello, meglio i campi da gioco, le palestre o l’organizzazione di feste e gruppetti musicali. Ciò non toglie che, quando si appassiona (come solo lui sa fare!) ad una materia o ad un singolo argomento di studio, riesce ad ottenere ottimi risultati. All’università gli saranno più congeniali le facoltà in cui si effettuano studi sperimentali specie in campo architettonico e in quello della chimica industriale.

Salute

Le parti del corpo collegate al suo segno sono: l’area della masticazione (specie l’arco dentario superiore), il sistema visivo, olfattivo, uditivo, l’area cervicale e facciale. Le sue patologie riguardano pertanto queste zone, e non è raro, ad esempio, sentirlo lamentarsi di emicranie, nevralgie o sinusiti. I suoi frequenti mal di testa sono in gran parte dovuti ad un’eccessiva tensione nervosa, legata alla sua aggressività e al suo mirare continuamente verso nuovi obiettivi. La sua grande vitalità lo porta costantemente a sopravvalutare le sue forze e quindi, più di qualsiasi altro segno, abusa della sua salute. Il fosfato di potassio è il suo sale cellulare, che restituisce una parte di quel vigore intellettuale che l’Ariete spende con tanta prodigalità

I DOODLE DI GOOGLE: Jan Amos Komensky

L’unità del sapere e una fede universale in Cristo. Due alti scopi che hanno indirizzato l’attività di teologo e pedagogista di Johan Amos Komenskẏ, noto anche come Giovanni Amos Comenio (dal latino Iohannes Amos Comenius). Nato a Nivnice, nella parte sud-orientale della Repubblica Ceca, pose al centro della sua riflessione il concetto di pansofia, la realizzazione cioè di una sintesi universale di tutte le forme del sapere. I suoi metodi educativi, basati sull’insegnamento graduale dai concetti elementari a quelli più complessi ed esteso a tutti gli individui, furono considerati innovativi nella sua epoca e contribuirono a migliorare i sistemi scolastici di molti paesi europei, Italia compresa (sono molti gli istituti che ancora oggi portano il suo nome). A 418 anni dalla sua nascita, Google gli ha dedicato un doodle locale (visibile in Slovacchia e Repubblica Ceca) pubblicato nel 2010.

redazione.lecceoggi@gmail.com

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