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RITO DELLE “PALME” E DELLA SETTIMANA SANTA NEL SALENTO

RITO DELLE “PALME” E DELLA SETTIMANA SANTA NEL SALENTO

palme pasquali

Con la domenica delle “Palme” si dà l’avvio alla Settimana Santa; ma non termina la Quaresima, che finirà solo con la celebrazione dell’ora nona del giovedì santo, giorno in cui, con la celebrazione vespertina si darà inizio al sacro triduo pasquale. Questa festività è osservata non solo dai cattolici, ma anche dagli ortodossi e dai protestanti. Oggi, la Chiesa ricorda il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella ad un asino, osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma. Tradizione vuole che i fedeli portino a casa i rametti di ulivo e di palma benedetti, per conservarli quali simbolo di pace, scambiandone parte con parenti e persone amiche. In alcune regioni, si usa che il capofamiglia utilizzi un rametto, intinto nell’acqua benedetta durante la veglia pasquale, per benedire la tavola imbandita nel giorno di Pasqua.

ramoscello d'ulivo

Nelle zone in cui non cresce l’ulivo, come l’Europa settentrionale, i rametti sono sostituiti da fiori e foglie intrecciate.

Si hanno notizie della benedizione delle palme sin dal VII secolo in concomitanza con la crescente importanza data alla processione; di essa si hanno testimonianze a Gerusalemme dalla fine del IV secolo e quasi subito fu introdotta nella liturgia in Siria e in Egitto.In Occidente questa domenica era riservata a cerimonie prebattesimali, infatti, il battesimo era amministrato a Pasqua; e all’inizio solenne della Settimana Santa, quindi benedizione e processione delle palme entrarono in uso molto più tardi: dapprima in Gallia (secolo VII-VIII) e poi a Roma dalla fine dell’XI secolo.

Il primo raduno mondiale che ha originato le Giornate mondiali della gioventù si è svolto nel 1984 in occasione della Domenica delle palme al termine del Giubileo dei giovani.

Nel Salento la Settimana Santa viene vissuta con molta partecipazione da tutti. Nella maggior parte dei paesi e dei borghi salentini i riti religiosi cominciamo già dal lunedì e si intensificano man mano fino a giungere alla prostrazione in ricordo del Cristo Morto il Venerdì Santo, per poi esplodere in una festa gioiosa il Sabato a mezzogiorno quando dai campanili delle varie chiese arriva il suono festoso delle campane che ricorda a tutti la resurrezione del Cristo. La messa della resurrezione viene poi celebrata durante il Sabato sera.

I riti della Settimana Santa necessitano di una preparazione attenta e puntuale come il cosiddetto “piattu pe lu sibburcu” che  le famiglie preparano in casa e che consiste in un piattino di grano lasciato germogliare al buio che andrà ad adornare il Sepolcro. Il momento più suggestivo e spettacolare dell’intera Settimana Santa è certamente la processione del Venerdì.

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Fine prima parte – Segue domani lunedì 10 aprile 2017

redazione.lecceoggi@gmail.com

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