S.MARIA DI LEUCA – GAGLIANO DEL CAPO: FORME CONTEMPORANEE DELL’ESTREMO
Tra Santa Maria di Leuca e Gagliano del Capo, ultimo lembo di terra salentino – si svolgerà il convegno internazionale “Culture ultime. Forme contemporanee dell’estremo”. Partendo dall’analisi di manifestazioni culturali liminari, le due intense giornate d’incontro congressuale vedranno docenti, ricercatori e dottorandi di università italiane e straniere interrogarsi, nei diversi ambiti disciplinari, su cosa significhi e cosa implichi oggi vivere in luoghi estremi. I luoghi scelti, il santuario De Finibus Terrae a Leuca e l’ultima stazione delle ferrovie Sud Est a Gagliano del Capo, sono punti ultimi del continente e al tempo stesso segni rappresentativi di un territorio che è luogo di incontro tra le culture europee e mediterranee, testimonianza di come una periferia può essere portatrice di novità, occasione di confronto e dialogo, arricchimento di senso. Questo è diventato il Capo di Leuca, terra d’origine per un gruppo di persone che dopo essersi formate e specializzate lontano da casa sono ritornate per apportare il proprio contributo allo sviluppo di questa terra. Organizzato dall’Associazione Sherazade, aggiudicataria del Bando della Regione Puglia “Bollenti Spiriti – Laboratori Urbani Mettici Le Mani” , insieme al Dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo dell’Università del Salento, il convegno è l’evoluzione di un percorso più ampio, iniziato qualche anno fa, che mira alla valorizzazione innovativa del territorio. “L’idea del convegno – racconta Matteo Greco, presidente dell’associazione Sherazade – nasce dalla convinzione che i luoghi periferici, di confine, siano portatori di una ricchezza culturale distintiva e profonda. Ciò che sta al limite, sia in senso geografico, che sociale, o antropologico sfugge alla rigidità e alle fissazioni, all’aridità del guardare il mondo da un solo punto di vista. Il Salento è in tal senso da sempre luogo di scambi, confronti, scontri fra paradigmi culturali diversissimi fra loro, lo è stato e lo è tutt’ora. La scelta di fare un convegno scientifico internazionale e interdisciplinare nell’estremità del Capo di Leuca – prosegue Greco – ha in tal senso anche una valenza simbolica: dei luoghi che vengono giustamente valorizzati per le loro bellezze paesaggistiche e per le loro tradizioni culturali diverranno per due giorni l’epicentro di discorsi che guardano al futuro e alle tendenze della contemporaneità su scala globale. Mi piaceva l’idea di fare di un luogo geograficamente decentrato il centro di un processo di ricerca che mi auguro possano continuare negli anni.
I CONTENUTI
La discussione sulla marginalità parte dal decentramento puramente geografico per individuare e osservare approfonditamente forme e sistemi culturali estremi anche da un punto di vista geopolitico, socioeconomico, antropologico, semiologico e artistico. Lo scenario mondiale attuale è paradossale di per sé: da un lato si assiste a un accorciamento e a un’intensificazione delle relazioni poiché “siamo tutti interconnessi”; dall’altra si constata quotidianamente l’emergere di nuove barriere, margini, fratture e si ripropone incessantemente il problema del sé e dell’altro. Le culture ultime, estreme non smettono del resto di assediare, interrogare, co- implicare le culture dominanti, centrali, maggioritarie. L’attenzione quindi si sposta verso ciò che è lontano, decentrato e che proprio in virtù di questa terminalità non potrà fare a meno di interrogare, prima o poi, la nostra identità.
LA DIREZIONE SCIENTIFICA E GLI INTERVENTI
La Direzione Scientifica del convegno costituita da Fabio Pollice, Stefano Cristante e Matteo Greco dell’Universitò del Salento, ha selezionato interventi che approfondiscono differenti aree di ricerca, analizzando manifestazioni culturali che possono essere definite estreme perché legate a luoghi fisici decentrati geograficamente o perché interne a spazi sociali caratterizzati da una macro- cultura dominante, oppure ancora perché manifestazioni orali, musicali, visive di una cultura in via o a rischio d’estinzione. Qui di seguito gli ambiti disciplinari, le aree tematiche e gli interventi. L’arte come dispositivo di riconoscimento e riconnessione di luoghi ultimi. Riflessioni sociologiche, antropologiche, pedagogiche. Stefano Cristante – Università del Salento Sergio Blasi – Regione Puglia Urmila Chakraborty – Università Statale di Milano Eugenio Imbriani – Università del Salento Giulia Schiavone e Francesca Antonacci – Università degli Studi di Milano Criminalità ed emarginazione: uno sguardo socioeconomico ai margini del sistema Guglielmo Forges Davanzati – Università del Salento Leonardo Andriola – Università del Salento Sguardo a Sud Est: processi di rielaborazione identitaria nel territorio salentino Mario Carparelli – Università del Salento Laura Lubelli – Università del Salento Il senso come esperienza di confine. Un approccio semiotico Pierluigi Basso – Università di Lione Claudio Paolucci – Università di Bologna Alberto Gangemi – Università di Bologna Matteo Greco – Università del Salento Marginalità e resistenze. La performance artistica sulle soglie culturali Stefano del Medico, Alessandra Cianelli, Sarah Waring e Christopher Thomson – Università Roma Tre Ilaria Renna – Università La Sapienza Martina Tissino Di Giulio – Università Roma Tre Luca Benvenga – Università del Salento Al termine delle due giornate ci saranno momenti di incontro con le realtà del luogo: per mercoledì 19 aprile sono in programma le esplorazioni reali e immaginarie del territorio salentino, nel Parco narrativo di Fine Terra, a cura dell’associazione Sherazade e della compagnia teatrale A.li.bi; per il giorno seguente, è prevista la presentazione del progetto di indagine sulle terre estreme, a cura di Paolo Mele dell’Associazione RamDom, dal titolo “E dove il mare finisce. L’arte contemporanea come strumento di indagine di un territorio”. “Se lo si guarda dal punto di vista di chi arriva oggi sulle nostre coste – conclude con un auspicio Matteo Greco – i luoghi ultimi del nostro Paese diventano davvero i primi. Insieme agli altri componenti dell’associazione Sherazade ci auguriamo che il convegno sia in tal senso anche una buona occasione per guardare al nostro territorio da un punto divista diverso. Con le gambe e i piedi nel mare e gli occhi pronti a guardarsi intorno, secondo tutte le direzioni cardinali. La vista da Santa Maria di Leuca, del resto, è meravigliosa.”