LAVORI DI VIA LEUCA – Pomo della discordia elettorale
Un tema molto discusso in questa accesa campagna elettorale riguarda gli interventi di trasformazione di Via Leuca che sono in corso di completamento in queste settimane. In campagna elettorale spesso non si ha la lucidità di valutare oggettivamente un intervento di questa portata, soprattutto se i giudizi, non sostenuti da conoscenze approfondite, appaiono semplicistici e ridotti a brevi passeggiate probabilmente mai fatte prima, sin da quando è partito il processo di rigenerazione urbana del Quartiere Leuca di cui la via è solo una componente.
Infatti Via Leuca non è solo un progetto ma è un programma.
Sento quindi il dovere di entrare in questo acceso dibattito anche per rispetto a quanti si sono dedicati e impegnati in questa complessa sperimentazione, che ha regalato alla città di Lecce un progetto di qualità. Avremo commesso alcuni errori, probabilmente si poteva fare meglio, ma il progetto è l’esito di un percorso avviato circa otto anni fa, e in cui gli abitanti e i commercianti che hanno accettato di partecipare, hanno dato il loro contributo anche attraverso vivaci dibattiti e incontri.
Bisogna un po’ raccontarla questa storia altrimenti la campagna elettorale rischia di mortificare un lavoro ancora in itinere voluto da questa Amministrazione e che ha coinvolto 43 associazioni e molti cittadini leccesi. Con la L.R. n. 21/2008 “Norme per la rigenerazione urbana” il Comune ha inteso intervenire nell’ambito del quartiere Leuca con una modalità condivisa con la Regione,unica in Puglia per la sua capacità di includere (in coerenza con le finalità della legge regionale ma anche conformemente con la normativa sugli appalti pubblici) il terzo settore in sperimentazioni di auto–recupero, riattivazione culturale e sociale di luoghi, gestione di spazi, di immobili abbandonati e di attività promosse. Inducendo chi ha partecipato, a promuovere la capacità di lavorare assieme, moltiplicando gli effetti positivi dei risultati ottenuti, la costruzione di reti di socialità, coinvolgimento dei cittadini, cura degli spazi pubblici e di uso collettivo, riqualificazione che parte dai piccoli interventi e dalle piccole opere come strategia per tracciare un percorso praticabile “facendo vedere come si fa”. Un percorso sperimentale che nel futuro meriterebbe di essere sostenuto per garantirne continuità.
Le associazioni individuate con un bando pubblico che con piccoli budget hanno realizzato tanti progetti, minuscoli ma in rete e quindi potenziati nell’efficacia e nelle ricadute reali, hanno dimostrato che i progetti che cambiano il volto di un quartiere non sempre richiedono grandi somme di denaro. Richiedono passione, buon senso, capacità di mettere in relazione le persone, concretezza e competenza.
Il Documento Programmatico che ne è venuto fuori ha condotto alla definizione di un programma di interventi materiali come le cave del WWF di via San Cesario e immateriali come il progetto di branding di Via Leuca intesa come luogo esemplare di commercio di prossimità che a breve sarà presentato. Progetto materiale è sicuramente la trasformazione dell’asse viario di Via Leuca. Il progetto inziale è stato poi condiviso e modificato in base alle richieste di abitanti e commercianti nelle molte riunioni che si sono susseguite prima e durante il cantiere. Infatti le opere non sono ancora concluse e vedranno la collocazione di 1200 altre piante oltre agli alberi già piantumati, la nuova illuminazione, le panchine, i cestini porta rifiuti. Ma soprattutto l’acquisizione della casa del Mutilato da parte del Comune per finalità legate alle diversificate esigenze sociali della zona, la sistemazione di un ex autolavaggio su via San Cesario di supporto ai servizi offerti nella cava sistemata e curata dal WWF nell’ambito della rigenerazione urbana, il nuovo Centro Civico nella ex-Villa Massari con il nuovo parcheggio alle sue spalle. Sono obbiettivi ai quali l’amministrazione lavora silenziosamente e senza clamori da molti mesi. Nel frattempo abbiamo eliminato i marciapiedi agevolando l’accessibilità e la percorribilità pedonale per tutti, forse qualche intoppo che stiamo risolvendo in cantiere c’è stato eppureabbiamo creato un’articolazione del tratto stradale finalizzato adissuadere gli automobilisti a percorrerlo ad alta velocità eabbiamo deciso di utilizzare i masselli autobloccanti posizionati in continuità con le aree pedonali notevolmente potenziate dove ormai si vedono i tavolini dei bar all’aperto. Si tratta di masselli fotocatalitici certificati che abbattono le emissioni di inquinanti prodotti dalle auto e che dunque riducono drasticamente l’inquinamento dell’aria.
Ma soprattutto abbiamo ridotto la grande isola di calore che era la Via Leuca di pochi mesi fa riducendo le aree asfaltate, utilizzando colori chiari per le pavimentazioni e incrementando le piantumazioni che aumenteranno le aree di ombra e le grandi aiuole con i masselli chiari contribuiranno a contenere la temperatura. Abbiamo inserito due centraline per monitorare l’inquinamento dell’aria per il prossimo periodo per comprendere se le scelte fatte avranno risultati positivi sul decremento degli inquinanti. I primi dati sono molto incoraggianti.
Non si potevano e non avevamo l’intenzione di negare diritti acquisiti come il parcheggio per i residenti che in queste aree della città spesso non hanno garage e tantomeno potevamo permetterci per adesso di impedire il passaggio degli autobus, in attesa di un nuovo piano del traffico e di un aggiornamento del trasporto pubblico che proprio il nostro programma di rigenerazione ha contribuito a portare in evidenza come tema fondamentale per il futuro della nostra città. Abbiamo precorso i tempi con un progetto sperimentale anticipando molti dei temi che nei prossimi anni impegneranno la nostra comunità.
Secondo noi queste sono scelte profonde forse meno visibili di una marcia su Via Leuca condotta da qualche candidato che si fregia di fare partecipazione una volta ogni cinque anni. Eppure sono scelte sostanziali, importanti per la vita dei cittadini.
Proviamo a ricordarci come era Via Leuca prima. Non dimentichiamo l’arrembaggio delle auto padrone di un’area completamente asfaltata che relegava il pedone a quel misero metro ricavato lungo il perimetro degli edifici.
C’è tanto ancora da fare. Ma siamo sulla giusta via convinti come siamo che questo asse urbano rappresenterà, completato, un esempio da cui partire per valutare a fondo adeguate politiche sulla mobilità sostenibile con enormi positive ricadute sulla vita di tutti noi.