HomeCulturaSALENTO BOOK FESTIVAL – La Festa dei Libri, la Movida dei Lettori

SALENTO BOOK FESTIVAL – La Festa dei Libri, la Movida dei Lettori

SALENTO BOOK FESTIVAL – La Festa dei Libri, la Movida dei Lettori

Al SALENTO BOOK FESTIVAL, che torna di scena a GALLIPOLI, si parla di patrimoni culturali italiani con Marina Valensise e Antonella Agnoli (nella foto). Protagonista anche Antonio Caprarica.

Martedì 11 luglio 2017 – GALLIPOLI – Biblioteca Comunale

Antonella Agnoli, scrittrice, saggista ed esperta di biblioteche. Mantova, settembre, 2012. © Leonardo Cendamo

Antonella Agnoli, scrittrice, saggista ed esperta di biblioteche. Mantova, settembre, 2012. © Leonardo Cendamo

Si comincia alle 19 con un incontro sul tema dei patrimoni culturali italiani come risorsa spesa a metà. La Biblioteca Comunale di Gallipoli, in via Sant’Angelo, ospita MARINA VALENSISE ed il suo ultimo libro dal titolo “LA CULTURA È COME LA MARMELLATA” (Marsilio Nodi). «La cultura è come la marmellata: meno ne hai, più la spalmi». Marina Valensise parte da questo slogan, apparso sui muri della Sorbona nel maggio ’68, per illustrare uno dei paradossi italiani: il paese con il patrimonio più ricco del mondo è incapace di valorizzarlo, mentre altri prosperano su fortune molto meno cospicue. Fin dal titolo, il suo libro ha il sapore di una provocazione, ma è frutto di un’esperienza concreta. Tra il 2012 e il 2016, infatti, l’autrice ha diretto l’Istituto italiano di cultura a Parigi ed è riuscita a rinnovarne la sede, a moltiplicare il numero dei suoi frequentatori e a raddoppiare le entrate proprie rispetto alla dotazione statale. Il segreto? La virtuosa contaminazione e la potente sinergia tra pubblico e privato a favore del patrimonio, che Marina Valensise ripercorre in queste pagine proponendole come modello di valorizzazione partecipata. La differenza di impostazione non è banale e sta in un concetto apparentemente semplice: la capacità di evolversi, abbandonando un ruolo passivo per una funzione più innovativa, che vada oltre quella di semplice cinghia di trasmissione del sapere dato, per produrre cultura in nome di un’idea più dinamica dell’interesse generale. La lievità del racconto, ricco di aneddoti gustosi e frutto di mille incontri con personalità che nei più vari settori – dal design alla cucina, dall’architettura alla musica – danno lustro all’Italia nel mondo, si unisce al monito a tornare protagonisti in nome della cultura sul piano internazionale, offrendo un decalogo di semplici regole per applicare questo modello alla realtà quotidiana delle istituzioni e delle imprese. Incontra l’autrice CHIARA ELEONORA COPPOLA. Partecipa alla presentazione ANTONELLA AGNOLI, consulente bibliotecaria. Ha iniziato a costruire nuovi modi di fare cultura nel 1977 quando fonda e dirige la Biblioteca di Spinea (Venezia). Da allora non ha più smesso: da decenni progetta le “sue” biblioteche italiane, luoghi di cultura dove studiare ma soprattutto incontrarsi. In questi anni ha collaborato con vari architetti alla progettazione di strutture culturali in molte città italiane, e con molte Amministrazioni locali per progetti legati ai servizi bibliotecari, e svolge un’intensa attività di formazione in tutta Italia. Attualmente è membro del Consiglio Superiore del Ministero dei Beni Culturali e Paesaggistici, presidente della Fondazione Federiciana di Fano e fa parte del bord della School of Sustainability, con sede a Bologna. Intervengono STEFANO MINERVA, Sindaco di Gallipoli, e LOREDANA CAPONE, Assessore all’Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia.

Alle 21 ANTONIO CAPRARICA presenta il libro “L’ULTIMA ESTATE DI DIANA” (Sperling & Kupfer Editore), uscito solo qualche settimana fa. Il 28 agosto 1996, giorno del suo divorzio, aveva segnato per Diana l’inizio di una nuova vita. La principessa triste, schiacciata dal peso della monarchia, si era trasformata in una persona radiosa, consapevole, genuinamente interessata alle sorti delle vittime di guerre e ingiustizie, decisa a difendere il rapporto con i figli e il suo diritto alla felicità. Un simbolo di bellezza e sensibilità che oscurava l’immagine della Corona inglese. Il racconto di Antonio Caprarica prende le mosse da qui, con l’intento di restituire Diana alla sua storia: quella autentica, privata, che la frenesia dei media ha sepolto, dopo la sua morte, sotto improbabili rivelazioni, teorie complottistiche e gossip. Il rapporto con il medico pachistano Hasnat Khan – l’unico uomo che non tradì i segreti e le confidenze della principessa -, le campagne umanitarie, le ultime vacanze con i figli, l’incontro con Dodi al Fayed: i pochi mesi che precedono lo schianto sotto il tunnel dell’Alma mostrano una donna sempre in bilico fra ingenuità e astuzia, fra generosità e attaccamento ai privilegi, inquieta ma piena di vita, che ha lasciato un segno nella storia di una nazione e, a vent’anni dalla scomparsa, continua a esercitare il fascino e la suggestione di un mito. Incontra l’autore AZZURRA DE RAZZA.

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