IL DEGRADO AL PARCO ARCHEOLOGICO DEL VILLAGGIO DI APIGLIANO.
“Potrebbe produrre turismo ma manca la volontà”
Quella del Parco Archeologico di Apigliano, è la classica storia di incuria ed abbandono di quanto potrebbe essere una fonte di introiti ed invece, dopo essere stata un voce al passivo nel bilancio di questo o quell’Ente pubblico viene lasciata in stato di totale abbandono. Si tratta di un insediamento rurale del periodo bizantino-angioino situato nelle campagne di Martano portato alla luce grazie ad uno scavo archeologico iniziato nel ’97 e curato dal professore Paul Arthur dell’Università del Salento e che potrebbe rappresentare un altro tassello di valore inestimabile per il nostro patrimonio archeologico culturale. Grazie all’aiuto dei fondi europei e regionali, i reperti archeologici rinvenuti sono stati analizzati in tutto il mondo e nell’entusiasmo generale il Comune di Martano dopo aver espropriato il territorio ha costruito un parco comunale, munito di area parcheggio. Poi il nulla o quasi. Ed ecco levarsi la voce del suo scopritore a richiamare chi di dovere perché questo patrimonio non sia sperperato.
“Per un breve periodo il controllo è stato affidato ad una cooperativa, poi tutto è andato a scatafascio, e il bellissimo parco è stato abbandonato ad una situazione di incuria e degrado.” ha dichiarato Paul Arthur, denunciando la mancanza di sorveglianza che lascia spazio ad atti di teppismo come è accaduto circa tre anni fa quando un incendio doloso minacciò il sito.
“Nella speranza che si potesse incrementare il turismo culturale sono stati spesi tanti soldi e tante energie per il parco archeologico di Apigliano, ma purtroppo manca la volontà di farlo funzionare. A Poggibonsi, in Toscana, gli scavi curati da Marco Valenti hanno portato alla luce un villaggio longobardo e il comune ha saputo creare un parco turistico che per la sua bellezza e particolarità è segnalato anche tra le attrazioni di TripAdvisor – ha continuato il professore – Ma chiaramente la Toscana è una cosa, qui un’altra!”