Contro Venere di Alessandra Merico
(I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
27 settembre 2017 ore 18,30
Giardini del Bar Astoria a Lecce (Piazza Italia – adiacente Porta San Biagio)
Introduce Grazia Piscopo – Presidente Associazione Thorah
Presenta l’autrice la critica letteraria e filosofa Alessandra Peluso
Letture a cura dell’attrice Gabriella Maria Margiotta
Lecce – Sarà presentato per la prima volta a Lecce il 27 settembre 2017 ore 18,30 presso i Giardini del Bar Astoria a Lecce (Piazza Italia – adiacente Porta San Biagio) in un evento organizzato dall’Associazione Thorah e Associazione Gnosis di Lecce, il nuovo lavoro di Alessandra Merico dal titolo Contro Venere edito da I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno. Introduce Grazia Piscopo (Presidente Associazione Thirah). Interverranno Alessandra Peluso (critica letteraria, e filosofa, collaboratrice di Affari Italiani e Corriere Salentino) e verranno letti alcuni brani poetici dall’attrice Gabriella Maria Margiotta.
Alessandra Merico scrive poesie con dita sporche di cenere per poi cancellare tutto col sangue. I suoi versi non hanno mezze misure, sulla pagina deflagrano nel raccontare tutti gli inferni di una guerra (in cui muore sempre l’amore) che ogni giorno si combatte. Subito colpisce nella lettura una lingua estrema e tagliente che non vuole concedere scampo al vissuto, che non ha nessuna intenzione di fare sconti a questo tempo in cui ogni forma d’amore è stata estirpata. E sono i versi della sezione I giorni del niente a dare conto dell’inciampo e delle cadute negli abissi di un tempo in cui tutto tende a non significare più. Nel crepe dei giorni del niente la carne sanguina e Alessandra Merico usa le parole come tagli netti per affermare nel disincanto più immanente che «il tempo non conserva nel sotto / false testimonianze / il dizionario dello spergiuro / l’ho trovato stamane/ alla fiera dell’est / per due soldi / lo davano / assieme /al topolino».
“C’è una volontà di potenza nei versi di Alessandra Merico che per fortuna esplode grazie a un pensiero forte e violento che chiama con il loro nome la decadenza di tutte le cose e anche la nostra.
«Se queste righe / potessero uccidere / pagherei al sicario / il dazio / per portarmi / nello scrigno / qualcosa / del tuo dentro / e sarebbe vuoto / – l’assenza / di ogni battito -».
L’autrice affonda il bisturi della poesia nella carne dell’amore ferito a morte in questo tempo difficile dove cantarlo ormai diventa impossibile.
Merico si mette in Contro Venere in ascolto dell’amore svuotato in questo tempo di spavento. Ne canta la necessità e allo stesso tempo ne raccoglie il grido di dolore, ne denuncia i pericoli che corriamo per la sua latitanza prolungata nelle relazioni personali.
«Il pregio di questi versi – scrive nella postfazione Marco Mattolini – colti, incisivi, acuminati come un’accetta è, dal mio punto di vista, quello di far riflettere sul fatto che l’amore è qualcosa che unisce le persone, gli esseri viventi, persino le cose non soltanto due a due, ma in un’infinità combinazione di occasioni che cantano la bellezza della vita e alimentano la speranza».
Vittorio Sereni scriveva che non esistono peccati in amore ma peccati contro l’amore. Alessandra Merico in Contro Venere sceglie di usare parole forti per raccontare la morte della dea dell’amore nel nostro tempo in cui ogni giorno contro l’amore stesso commettiamo peccati davvero imperdonabili (Nicola Vacca sul blog Zona di Disagio)
“Fosse anche stretto tra le mie dita, io lo vedrò il tuo cuore bruciare all’inferno.” Così si apre “Contro Venere”, un libro che parla d’amore e di guerra. Di una guerra d’amore ma non per l’amore stesso. Per amore della guerra. Parla di armi e di baci. E di baci usati come armi. Parla di potere all’interno dei rapporti. Parla di disturbi affettivi. E di due persone che potrebbero amarsi ma non ne sono capaci. E per questo si annientano.
“Certo è che il libro che tenete tra le mani ha dentro una certa quantità di esplosivo, e va maneggiato con cura. Quella cura che se manca uccide Venere. Vediamo di non essere altri killer.” Dalla prefazione di Davide Rondoni
Alessandra Merico – Nasce a Maglie (Le) nel 1986. Nel 2012 si diploma all’ “Accademia Internazionale di Teatro” di Roma, con la quale rappresenta diversi spettacoli per la regia di Fiammetta Bianconi, Marco Paciotti, Silvia Marco Tullio ed Emmanuel Gallot Lavallée. Nel 2016 viene selezionata per il corso di perfezionamento “ATTORE PERFORMER” e per il corso di ”SCRITTURA SCENICA PER ATTORE PERFORMER” tenuto dal CUT (centro universitario teatrale) e dal Teatro Stabile dell’Umbria. Dal 2007 prende parte a vari laboratori tra cui quelli tenuti da Nathalie Mentha, Ferruccio Di Cori e Cesare Ronconi. Nel 2013 vince il “Teglio teatro festival” in Valtellina con “ODI A SE. Soliloqui e dialoghi di solitudini nell’Odissea” scritto, diretto e interpretato dalla stessa e dal collega Giuseppe Zonno. Nel 2014 scrive ed interpreta “Fuori Fuoco” insieme alla cantante Eloisa Atti e “La Notte degli Imbrogli” con la partecipazione di Michele Placido. Prende parte allo spettacolo tratto dal libro “Il mio nome è nessuno” con Valerio Massimo Manfredi (anche autore) e Sebastiano Somma. Nel 2015 è in scena con “Ciao Amore…” insieme ad Athina Cenci per la regia di Marco Grisafi e “A.A.A. Amore offresi”, regia di Roberto Ruggeri. Nel 2016, per Rai fiction, produzione Endemol, prende parte a “Scomparsa” regia di Fabrizio Costa. E’ attualmente in scena con “Ritratti di Signora” insieme a Guenda Goria, Francesca Nunzi, Jonis Baschir e Claudia Ferri per la regia di Vanessa Gasbarri e “ Affetti stretti” con Silvia Quondam e Barbara Cerrato. Nel 2017 pubblica con I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno la sua prima raccolta poetica Contro Venere con la prefazione di Davide Rondoni.