BUFERA NEL MONDO UNIVERSITARIO ITALIANO – SETTE DOCENTI AGLI ARRESTI DOMICILIARI
Sono 59 i docenti indagati in Italia. Spicca il nome dell’ex ministro Augusto Fantozzi
I soggetti sottoposti alla decisione giudiziaria sono sette docenti universitari, titolari di cattedre di diritto tributario in diversi atenei italiani che per il reato di corruzione sono stati posti agli arresti domiciliari. L’indagine, partita dalla Guardia di finanza di Firenze ha raggiunto anche il Salento con la perquisizione nello studio di un docente di diritto tributario presso la Facoltà di Economia dell’Università del Salento. Le indagini hanno consentito di accertare “sistematici accordi corruttivi tra numerosi professori di diritto tributario” alcuni dei quali pubblici ufficiali poiché componenti di diverse commissioni nazionali nominate dal Miur -, finalizzati a rilasciare abilitazioni “secondo logiche di spartizione territoriale e di reciproci scambi di favori”, per soddisfare “interessi personali, professionali o associativi”. In tutto sono 59 i docenti indagati e tra questi spicca anche la figura dell’ex ministro Augusto Fantozzi. I pm fiorentini Luca Turco e Paolo Barlucchi hanno chiesto per lui la misura interdittiva dalla professione, ma il gip Antonio Pezzuti si è riservato la valutazione all’esito dell’interrogatorio. Per altri 22 è scattata l’interdizione dallo svolgimento delle funzioni di professore universitario e di quelle “connesse ad ogni altro incarico assegnato in ambito accademico per la durata di 12 mesi”. E’ l’esito dell’operazione “Chiamata alle Armi” eseguita dalla Guardia di Finanza di Firenze su tutto il territorio nazionale, dopo che un primo caso di corruzione era stato accertato nel capoluogo fiorentino. Le misure sono state disposte dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze su richiesta della Procura della Repubblica fiorentina diretta dal procuratore capo Giuseppe Creazzo. Oltre 150 le perquisizioni domiciliari presso uffici pubblici, abitazioni private e studi professionali, tra i quali quello del professore leccese. Alcuni docenti coinvolti rivestono anche la carica di pubblici ufficiali perché componenti di diverse commissioni nazionali nominate dal ministero dell’Istruzione. Secondo quanto emerso dalle indagini si sarebbero verificati “sistematici accordi corruttivi” tra docenti universitari di diritto tributario per spartirsi l’assegnazione di abilitazioni all’insegnamento in base a “valutazioni non basate su criteri meritocratici bensì orientate a soddisfare interessi personali, professionali o associativi”. Le indagini sono scaturite dal tentativo di alcuni professori di indurre un ricercatore universitario, candidato al concorso per l’abilitazione scientifica nazionale all’insegnamento del diritto tributario, a “ritirare” la propria domanda per favorire un terzo soggetto, in possesso di curriculum notevolmente inferiore, promettendogli che si sarebbero adoperati per la sua abilitazione in una successiva tornata. Sotto inchiesta sono finite due sessioni del concorso per l’abilitazione scientifica nazionale, quella del 2012 e quella del 2013 a cui si riferisce la denuncia. In una delle conversazioni intercettate dagli investigatori, uno dei docenti, componente della commissione giudicante, affermerebbe di voler favorire il suo candidato, contrapposto a quello di un collega, esercitando la sua influenza con una vera e propria “chiamata alle armi” rivolta agli altri commissari a lui più vicini.