FILOBUS: SALVEMINI TIRA DRITTO E ASPETTA RISPOSTE PER VALUTARE L’EVENTUALE “DANNO ERARIALE”
Oggi è utile ribadire che la rimozione definitiva del filobus non sarà una operazione semplice né breve, ma resta un obiettivo possibile per il quale è necessario spendersi. Abbiamo infatti appreso che, a seguito di una rinegoziazione, il mutuo acceso dal Ministero dei Trasporti per la copertura della sua parte di finanziamento dell’opera presenta come scadenza il 2035.
Fino alla scadenza del mutuo, dunque, il comune non dispone della proprietà dell’opera e quindi non può decidere liberamente cosa farne.
La notizia è giunta da Roma dopo l’approfondimento richiesto dal ministro ai suoi uffici a seguito dell’incontro con il Sindaco Salvemini del 5 ottobre scorso. In quell’incontro il ministro Delrio ha fatto presente il pericolo di incorrere in una procedura per danno erariale nel caso si fosse proceduto a rimuovere pali e fili prima dell’estinzione del mutuo, aggiungendo anche che ciò non impedisce, in ogni caso, di sospendere l’esercizio della filovia a fronte di una certificazione scientifica della sua insostenibilità economica, dell’impossibilità di migliorarne le performance per il raggiungimento degli obiettivi che i progettisti dell’opera si erano prefissi e del danno che essa provoca alle casse comunali.
Per ciò che riguarda l’eventuale danno erariale che deriverebbe dalla rimozione dell’infrastruttura l’amministrazione si riserva di effettuare ulteriori verifiche. Del resto anche non procedere alla rimozione di un’opera che arreca nocumento alla città dal punto di vista economico, ambientale e paesaggistico rappresenterebbe un comportamento irresponsabile da parte di chi oggi si trova ad amministrare la città.
“Il dilemma che siamo chiamati a gestire e risolvere – dichiara il sindaco Salvemini – riguarda il paventato rischio di danno erariale legato allo smantellamento, che può eventualmente impedirci di interrompere e rimediare all’esistenza di un danno certo e continuato. Siamo dunque chiamati a verificare se e nei confronti di chi verrebbe disposta l’inchiesta da parte della magistratura contabile, considerando che, evidentemente, non vi è alcuna intenzione di esporre al rischio di una condanna per procurato danno amministratori che non hanno responsabilità alcuna rispetto ad un’opera della quale sono chiamati a gestire le conseguenze e che intendono adoperarsi per rimuoverle. Occorre verificare se e a quali condizioni il filobus può essere ripensato per garantire gli obiettivi per cui è stato finanziato, progettato, eseguito e messo in funzione vale a dire 13.000 passeggeri al giorno, circa 1.000 negli orari di punta e 800.000 chilometri annui. I dati attuali, però, ci parlano di una media di 650 passeggeri al giorno e di 250.000 chilometri. É evidente che a fronte di questi numeri serve una expertise che metta nelle condizioni di accertare se, alle condizioni date, quei numeri – i soli che consentono di considerare l’opera al servizio della comunità – potranno mai essere raggiunti e come”.
È utile ribadire che il fatto che il filobus rappresenti un danno permanente per la città è oggi un’idea condivisa da tutte le componenti politiche cittadine. La passata giunta comunale definì il filobus in delibera:
“Un’opera pubblica frutto di un’attività illecita che rappresenta per l’Amministrazione Comunale un danno con effetti permanenti giacché rivelatasi del tutto inadeguata rispetto alle esigenze della città e pressoché inutilizzata dalla popolazione”.
Autorevoli esponenti della attuale minoranza si sono detti al fianco dell’amministrazione nel compimento del percorso di rimozione dell’infrastruttura. Fermare il filobus e con esso lo spreco di risorse pubbliche che provoca è dunque una battaglia che non ha colore politico: è nell’interesse comune di tutti i cittadini leccesi.
“In campagna elettorale – conclude Salvemini – dissi che il mio governo cittadino sarebbe stato quello impegnato nella dismissione del filobus. Non cambio idea oggi: a questo fine l’amministrazione, nei tempi e nei modi consentiti dalla legge, lavorerà per tappe alla rimozione di questo danno permanente”.