HomeCronaca e AttualitàCOLACEM: SI CHIEDENO MAGGIORI MISURE DI SICUREZZE PER LA SALUTE E NELL’AMBIENTE

COLACEM: SI CHIEDENO MAGGIORI MISURE DI SICUREZZE PER LA SALUTE E NELL’AMBIENTE

COLACEM: SI CHIEDENO MAGGIORI MISURE DI SICUREZZE PER LA SALUTE E NELL’AMBIENTE

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Alle richieste di Sindaci della zona si uniscono ora dieci associazioni di medici che denunciano i danni arrecati nel tempo

Ben dieci associazioni di medici  hanno sottoscritto una lettera indirizzata a Comuni, Regione, Asl e Provincia con la quale chiedono un intervento drastico sulla “Colacem” asserendo che il  rispetto dei limiti di legge non basta più a salvaguardare la salute dei residenti in quella parte di Salento. Le associazione sottoscrittrici sono: Isde, Fimp, Smi, Fimmg, Associazione italiana donne medico, Simg, Creis, Sanità che cambia, Amci e Ordine dei medici di Lecce.

Allo stato delle cose è il momento di spingere per vincoli ancora più stringenti, per attenuare gli impatti del cementificio sulla salute della popolazione. La richiesta, peraltro, è supportata dal Forum del Terzo Settore.

La lettera arriva nel giorno della conferenza dei servizi convocata all’interno dello stabilimento. E’ un passo fondamentale per ottenere il rinnovo dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) che l’azienda ha richiesto per poter continuare a lavorare, installando nuovi filtri al camino principale.

La Colacem questa volta avrà di fronte un parteer molto agguerrito visto che, ed è la prima volta, che Sindaci e altri enti locali si sono compattati alzando l’asticella delle richieste.

L’intervento delle associazioni dei medici rincara la dose: “il rinnovo AIA di Colacem – dicono – rappresenta un’occasione ineludibile per ridurre il livello di pressione ambientale e rischio sanitario nell’area di Galatina e comuni limitrofi”.

I camici bianchi partono da una premessa: il rispetto dei limiti di legge previsti finora non può tranquillizzare, perché “la maggior parte degli inquinanti emessi dalla Colacem non ha un livello al di sotto del quale possa essere considerato “innocuo” dal punto di vista sanitario; alcuni degli inquinanti emessi (diossine, PCB, metalli pesanti) sono non biodegradabili, persistenti nell’ambiente, trasmissibili con la catena alimentare e bioaccumulabili; alcuni tra gli inquinanti più pericolosi in termini sanitari non sono né normati né monitorati; gli effetti sanitari, anche rispettando i limiti di legge, sono maggiori per particolari categorie a rischio (bambini, donne in gravidanza, anziani, ammalati cronici)”. Ciò che fa più paura, specie per l’esposizione dei bambini, sono le emissioni di metalli pesanti. Il tutto nel contesto, com’è noto, più fortemente compromesso nel Leccese in relazione all’incidenza e mortalità per tumore al polmone.

Ecco perché, in sette punti, sono state articolate le proposte dei medici: copertura in tempi brevi e certi del carbonile da 14mila metri quadri; divieto di bruciare qualunque tipologia di combustibile derivato da rifiuti; abolizione dell’utilizzo di pet-coke e sostituzione con il metano ai fini dell’alimentazione dell’impianto; potenziamento dei sistemi di monitoraggio ambientale da parte di Arpa e Regione, non solo su aria, ma anche acqua e suolo; verifiche di Arpa sulla taratura dei sistemi di autocontrollo dell’azienda; divieto di utilizzo di ceneri industriali di qualunque provenienza nel ciclo di produzione del cemento. Infine, il colpo grosso: prima di rilasciare la nuova autorizzazione, si proceda alla Valutazione di Impatto Sanitario (VIS) dell’impianto nella zona, ciò che, “pur non essendo obbligatorio – dicono le organizzazioni dei medici – appare ineludibile” sia per capire quanto finora Colacem ha gravato sul territorio, sia per prevedere quali saranno gli effetti futuri.

 

 

redazione.lecceoggi@gmail.com

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