SI RINNOVA LA QUESTIONE DELLO SMONTAGGIO DELLE STRUTTURE BALNEARI
Si ripropone ogni anno, e se ne farebbe volentieri a meno, la questione dello smontaggio/rimontaggio delle strutture delle concessioni balneari.
Nulla di nuovo: in molte delle originarie concessioni, e quindi anche in un diverso contesto normativo, le autorizzazioni sono state rilasciate con il parere della Soprintendenza che prescriveva la condizione dello smontaggio.
Sono però ormai diversi anni che, anche in ragione degli interventi normativi della Regione, si è andato consolidando un orientamento, condiviso dalle istituzioni che governano il territorio, attraverso cui, nella dovuta considerazione della “non” stagionalità della concessione, e con i dovuti accorgimenti, si ponga fine ad una modalità che nulla, o pochissimo, aggiunge alla tutela paesaggistica, ma incide molto negativamente sulle modalità e gli oneri della gestione.
La periodica e rituale presa di posizione della Soprintendenza, che anche in questa circostanza appare sproporzionata rispetto alle finalità perseguite, incrocia negativamente un indirizzo di governo largamente unitario e condiviso, che meriterebbe una diversa attenzione.
Non è ammissibile che dell’attività turistica come possibile volano di uno sviluppo non fondato sul consumo, ma sulla gestione attiva e compatibile delle risorse naturali, ci si ricordi a corrente alternata.
Se, quindi, sul piano formale l’iniziativa della Soprintendenza é indubbiamente legittima, la stessa è però assolutamente scoordinata rispetto alle scelte strategiche di sviluppo assunte dagli organi di governo del territorio.
Ciò non significa affatto che l’attività e la gestione dei concessionari debba essere svincolata da una adeguata considerazione degli interessi pubblici concorrenti; al contrario, ciò che auspico è che, anche con l’infungibile apporto della Soprintendenza si individuino: tutti gli interventi necessari per una effettiva fruizione delle strutture anche oltre la “stagionalita'”; livelli qualitativi delle strutture e della loro gestione tali da limitare al massimo l’impatto paesaggistico e territoriale.
Peraltro, non gravare gli operatori di attività ed oneri economici sproporzionati rispetto agli obiettivi perseguiti, può, e deve, risolversi nella acquisizione della disponibilità a rendere maggiormente accessibile per tutti, anche economicamente, l’accesso alla fruizione dei servizi offerti.
Colgo quindi con favore l’invito rivolto ai rappresentanti del territorio nelle istituzioni, per un confronto che sia rivolto alla individuazione di soluzioni positive e utili, non legate ad una concezione astratta, formalistica e inutilmente invasiva della funzione pubblica.
On. Federico Massa
Parlamentare PD