CAVALLINO: STAGIONE TEATRALE 2017/2018
In cammino sulla via di Pirandello e di Guy de Maupassant. Domenica 28 gennaio al Teatro «Il Ducale» di Cavallino va in scena «L’uomo dal fiore in bocca … e altre novelle», spettacolo di e con Salvatore Della Villa nell’ambito della Stagione Teatrale 2017/2018
«L’uomo dal fiore in bocca … e altre novelle». Domenica 28 gennaio al teatro «Il Ducale» di Cavallino va in scena il nuovo spettacolo con regia e adattamento dell’attore e regista Salvatore Della Villa che vedrà in scena anche Domenico Carusi, Giustina De Iaco e Matteo Padula, nell’ambito della Stagione Teatrale 2017/2018 siglata dall’Amministrazione Comunale. Porta ore 20, inizio spettacolo ore 20.30.
Ingresso 10 euro, ridotto 8 euro. Orario biglietteria: lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle ore 17 alle ore 20. Infotel: 0832.611208 (durante gli orari di apertura del botteghino) – 331.6393549 (ore 17-20).
Il lavoro teatrale è un percorso sui testi di Pirandello L’uomo dal fiore in bocca e La Giara e La Morta di Guy de Maupassant. Nell’atto unico L’uomo dal fiore in bocca c’è sempre in agguato la precarietà della vita, quella soglia che separa il nulla dall’eternità, per dirla con parole pirandelliane. Il fiore in bocca’ è proprio l’incertezza di vivere e, di contro, l’entusiasmo per ogni attimo di vita vissuta. Un uomo condannato a morte per un male incurabile (il fiore in bocca) si intrattiene con uno sconosciuto (un pacifico avventore) che, avendo perso il treno, aspetta in un bar quello successivo.
L’eccezionalità del momento, per chi «sente la morte addosso», e la normalità per chi è preso nel giro usuale della vita con i suoi piccoli impegni quotidiani, segnano i due termini della dialettica che si anima nel grande soliloquio del protagonista.
L’atto unico si va sviluppando secondo un criterio ben preciso: da una breve fase iniziale in cui il pacifico avventore espone le proprie vicissitudini e in cui i due personaggi sembrano quasi equipararsi come “peso” scenico, si passa alle fantasticherie e alle digressioni esistenziali dell’Uomo dal fiore, nelle cui parole si avverte il ritmo stesso dell’esistenza della gente “comune”. La misura poetica e drammatica del monologo, insieme alla suggestiva atmosfera di un luogo notturno, sembrano un’ode sommessa alla vita che sfugge e rendono “L’uomo dal fiore in bocca” un capolavoro del teatro Pirandelliano.
Secondo snodo è La Giara, fresca novella che mette in scena il teatro della vita in una avvincente storia di uomini e di cose. Don Lollò è una giara piena di litigiosità, prepotenza, pignoleria, arroganza ed ira. Egli portando il tutto agli estremi limiti, diventa il simbolo, l’emblema della lite. Il «mondo» fra Don Lollò e Zì Dima è vinto da quest’ultimo che, almeno, sa prendere la vita con filosofia ed allegria. Perché la giara si è rotta? Perché i simili si uniscono: Don Lollò ha la mente incrinata e fa acqua da tutte le parti; è un vaso rotto e non può che comprare una giara rotta in partenza.
Il Terzo snodo è La Morta, racconto noir di Guy de Maupassant. Pubblicato nel 1887 sul quotidiano francese Gil Blas, questo racconto a carattere decisamente fantastico espone però quella visione della vita e dei rapporti sociali (ancora oggi fortemente anticonformista) per cui lo scrittore francese è noto.
SALVATORE DELLA VILLA
Attore regista e musicista, formatosi presso il Centro D di Torino con Iginio Bonazzi. Ha debuttato nel 1994 al Teatro Alfieri di Torino nel Bonaventura di Sergio Tofano con la regia di Franco Passatore. Ha diretto e interpretato lavori di Pirandello, Cechov, Guy De Maupassant, Jerome K. Jerome, Ionesco, Sergio Tofano, Gaber, Stefano Benni, Luciano Violante, Bontempelli, Shakespeare, Victor Hugo, Aristofane, Garcia Lorca, Rostand, Saint-Exupéry, Campanile, Rodari. Ha lavorato, tra gli altri, con Riccardo Caporossi e Anna Mazzamauro. Per il cinema ha lavorato con Edoardo Winspeare, Alessandro Preziosi e Diego Abatantuono. Docente di Tecnica Fonetica e Didattica della Voce, da diciotto anni dirige la sua Scuola di Teatro a Lecce, ora centro di formazione LA MACCHINA ATTORIALE. Ha inoltre studiato violino presso il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce. Ha prodotto opere importanti, interamente autofinanziate, come IL PICCOLO PRINCIPE di Antoine de Saint-Exupéry, che è stata una delle rare produzioni mondiali autorizzate dagli eredi e Gallimard e che ha segnato un indiscusso successo con migliaia presenze di pubblico. Altre significative operazioni sono IL GRIGIO di Giorgio Gaber, una delle rare interpretazioni in Italia concessa dalla Fondazione Giorgio Gaber; l’originale concerto poetico BESTIARIO SALENTINO selvaggi d’amore di morte poeti; IL CANZONIERE DELLA MORTE di Salvatore Toma e l’attuale e contemporaneo CALIGOLA di Albert Camus. Cura la direzione artistica e organizzativa di stagioni e rassegne teatrali, collabora stabilmente con Enti e Pubbliche Amministrazioni.