COORDINAMENTO PROVINCIALE DI LECCE DELL’AREA ORLANDO – DEMS SALENTO
“Alea iacta est”, ossia “il dado è tratto”, è la frase pronunciata da Giulio Cesare dopo aver attraversato il fiume Rubicone.
E il dado è stato lanciato, con la formazione e chiusura delle liste del Partito Democratico che oggi saranno formalmente e ufficialmente presentate; senza l’approvazione, ed è un fatto che non può essere sottovalutato, di tutte le componenti del Partito.
Una conduzione verticistica, che ha esautorato completamente qualsiasi livello di decisione territoriale e mortificato la pluralità politico-culturale delle anime che compongono il Partito Democratico, e che ha avuto l’effetto di innescare, in ogni territorio d’Italia, sgomento, indignazione e sfiducia tra moltissimi dei nostri iscritti e militanti.
In Puglia nessuna posizione contendibile, con la sola eccezione di Michele Bordo, è stata riconosciuta all’area di Andrea Orlando, cancellando così dalle liste pugliesi un intero pezzo del Partito che, in più occasioni, ha dimostrato il proprio radicamento e consenso, a volte decisivo, sul territorio.
In troppe realtà sono stati imposti capilista che nulla hanno a che fare con i territori che dovranno rappresentare e ai quali, per prima cosa, il Partito occorrerebbe provvedere a consegnare una mappa satellitare per localizzare facilmente i circoli del PD.
L’intero Salento rappresenta il simbolo negativo di tale realtà, vittima di un potere Bari-centrico che considera, la nostra, una terra di conquista in cui venire ad attingere ed a spremere consensi; è sostenibile che nelle Province di Lecce e Taranto non vi fosse alcuna possibilità di esprimere capilista rappresentativi del territorio e si dovesse ricorrere a candidati provenienti da Bisceglie (Boccia) e Bari (Pagano)? Pagano è stato ed è segretario provinciale del Partito Democratico a Bari, qual è il motivo per il quale non è candidato a Bari?
Ora vi è la campagna elettorale, alla quale ovviamente non ci sottrarremo, ma senza rinunciare a sostenere e rivendicare le nostre idee politiche e programmatiche.
Perché la campagna elettorale non si fa sull’aria fritta, ma sulle questioni scottanti che infiammano, inascoltate, il cuore delle nostre comunità: la questione Ilva, il tema ambientale, il piano di riordino ospedaliero e la qualità del servizio sanitario che offriamo nella nostra provincia, la tematica della gestione pubblica dell’acqua, l’infrastrutturazione strategica di un territorio in cui imprese e lavoratori si sentono abbandonati a loro stessi; temi che incrociano la realtà nazionale e quella pugliese e sui quali, nella campagna elettorale non si potrà tacere.
Vi è una comunità straordinaria di militanti che non rinuncia a credere nella possibilità che il PD sia davvero un partito aperto, inclusivo, unitario e di tutti; un Partito che non finisce di svolgere la sua funzione il 4 marzo, ma che ci sarà anche dopo, e noi, come sempre, c’eravamo, ci siamo e, soprattutto, ci saremo.