ZULLO SULLA GESTIONE DELL’ACQUEDOTTO PUGLIESE
Impressiona l’uso spregiudicato dell’ente da parte di Emiliano per regolare conti politici o pseudo tali. Così il presidente del gruppo regionale Direzione Italia-Noi con l’Italia, Ignazio Zullo sulle ultime vicende
L’uso spregiudicato dell’Acquedotto pugliese per regolare conti politici o pseudo tali da parte del presidente Emiliano la dice lunga su quale rispetto lui abbia delle istituzioni e dei pugliesi.
Oggi abbiamo il vertice del più importante acquedotto d’Europa azzerato solo per far decadere un componente “sgradito” del Consiglio di Amministrazione, l’imprenditore Nicola Canonico, che proprio Emiliano, invece, aveva voluto fortemente alla fine del luglio dello scorso anno, sostenendo – poi smentito – che il nome gli fosse stato dato da Confindustria Bari-Bat.
L’idillio fra i due si rompe ben presto e inizia una vera e propria “guerra” che i mass media raccontano più dei risultati ottenuti dall’ente. Lo scontro diventa così acceso che Emiliano non ottenendo le dimissioni di Canonico prima porta il Cda da 3 a 5 per rendere la posizione di Canonico ininfluente, poco importa se aumentano i costi a carico dei pugliesi, e alla fine ieri assistiamo alle dimissioni del presidente Nicola De Santis e l’altro componente, Carmela Fiorella, per far cadere l’intero Cda e quindi anche Canonico.Sembrerebbe al quanto singolare se poi De Santis e Fiorella si trovassero nuovamente nominati nel nuovo Cda, la cosa getterebbe un’ombra sulle dimissioni di ieri.
A mia memoria, comuqnue, mi riesce davvero difficile ricordare un periodo peggiore per l’Acquedotto pugliese, fiore all’occhiello della Regione Puglia, che oggi non fa solo acqua da tutte le pareti, ma anche pena per l’uso politico e strumentale da parte di Emiliano