OPERASZIONE “ORIONE” – SMANTELLATI TRE GRUPPI MAFIOSI OPERANTI NEL SALENTO
Stamane, al termine di una complessa attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Lecce e condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Maglie, i militari del Comando Provinciale di Lecce, con la collaborazione di quelli della Compagnia di Brindisi e di Alghero, stanno eseguendo complessivi 37 provvedimenti cautelari, emessi dal G.I.P. presso il Tribunale di Lecce nei confronti di altrettanti soggetti indagati a vario titolo per associazione di stampo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione abusiva di armi e di materie esplodenti, estorsione, porto abusivo di armi, sequestro di persona e violenza privata.
L’indagine è stata condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Maglie ed ha consentito di disarticolare ben tre associazioni per delinquere, una delle quali era strutturata secondo uno schema verticistico e composta da soggetti facenti parte della “Sacra Corona Unita”. Sequestrati hashish, cocaina, eroina, quattro detonatori, 2 ordigni esplosivi artigianali, 1 AK-47 Kalashnikov, 5 pistole e relativo munizionamento.
Tra le persone finite in manette (ai domiciliari) c’è anche un ex calciatore dell’u.s. Lecce, Davide Petrachi, 32 anni è stato uno dei portieri della rosa del Lecce calcio per 7 stagioni, militando anche in serie A, fino alla stagione 2014-2015 per poi giocare nella Virtus Lanciano, Martina Franca e Nardò calcio in serie D. Petrachi veniva chiamato dal sodalizio «calcio» o «portiere».
ORIGINI DELL’INDAGINE
L’attività investigativa nasce dall’arresto in flagranza di reato per violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale di ANGELINO Giuseppe e STOMEO Christian che, durante un controllo alla circolazione stradale, si davano a precipitosa fuga per sfuggire ai militari operanti. Raggiunti, subivano il sequestro dei telefoni cellulari dai quali emergevano elementi di responsabilità nei loro confronti, unitamente ad altri soggetti, in ordine al reato di traffico di stupefacenti e la detenzione abusiva di armi.
Successive attività tecniche consentivano di fare luce su una complessa e articolata rete di persone dedita al rifornimento e allo spaccio di stupefacenti, ai furti e alle estorsioni che, attraverso mesi di indagini permettevano di individuare ben tre organizzazioni criminali, dotate di armi anche da guerra, che si spartivano buona parte del territorio della provincia di Lecce. Per una di queste organizzazioni era inoltre possibile riscontrare le caratteristiche tipiche di un’associazione mafiosa. Le intercettazioni ambientali e telefoniche facevano rilevare, sin dal loro avvio, l’adozione da parte di tutti i sodali di particolari cautele consistenti nell’ uso molto attento e limitato delle utenze telefoniche, talvolta sostituite, nell’utilizzo di un linguaggio criptico per celare il reale contenuto delle conversazioni e/o sms e nell’utilizzo di apparecchiature elettroniche atte ad eludere operazioni di intercettazione, quali congegni elettronici per la rilevazione di microspie e utilizzate per la bonifica degli ambienti, fossero essi abitazioni o abitacoli di autovetture. Questo imponeva un sempre più frequente ricorso a servizi di osservazione, controllo e pedinamento eseguiti sul territorio.