“IMPEACHMENT” NON È UNA PROCEDURA NUOVA NELLA STORIA DELLA REPUBBLICA ITALIANA
In questi giorni di grande tensione politica si è sentita spesso, talvolta a vanvera, la parola “impeachment”.
Per molti è una novità in assoluto, per altri è una parola che indica una presa di posizione nei confronti del Capo dello Stato che per l’Italia sarebbe una novità. Invece, non è così. Non è neanche per la nostra Repubblica la prima volta che si ipotizza l’impeachment per il suo Presidente, anche se, poi, la procedura non è mai stata portata a termine.
Intanto bisogna subito chiarire che, secondo l’articolo 90 della Costituzione Italiana, il Presidente può essere messo sotto stato d’accusa per i reati di «alto tradimento» e «attentato alla Costituzione».
Il primo paventato ricorso all’ impeachment, risale a quarant’anni addietro: nel 1978 l’allora Presidente Giovanni Leone fu minacciato di impeachment per lo scandalo delle tangenti Lockheed. Leone, si dimise dopo l’annuncio del Pci. Successivamente fu scagionato.
Nel 1991, Francesco Cossiga fu accusato dal Pds di Occhetto per un suo presunto ruolo nell’organizzazione segreta di “Gladio”.
Il comitato parlamentare ritenne le contestazioni infondate, il Presidente si dimise due mesi prima della fine del mandato ma per altri motivi.
Ultimo caso nell’ordine, risale al 2014 ed ha interessato Giorgio Napolitano. Il M5S depositò in Senato la procedura ma il Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa bocciò al voto la proposta.
Allo stato delle cose, pare che il manifestato ricorso all’impeachment da parte del M5s debba rimanere solo una minaccia e nulla più.
Ernesto Luciani