FESTA DELLA GUARDIA DI FINANZA NEL 244° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE
Nell’ambito dei festeggiamenti per il 244° Anniversario di Fondazione del Corpo della Guardia di Finanza si è svolta, nella mattinata odierna, presso la sede di questo Comando Provinciale, alla presenza di Autorità civili, militari e religiose, la cerimonia per la Festa del Corpo i cui contenuti sono compendiati qui di seguito.
LOTTA ALL’EVASIONE, ALL’ELUSIONE E ALLE FRODI FISCALI .
PUNTO 1
Nell’ambito dell’operazione “MITICA”, in data 18 ottobre 2017, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bari hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bari nei confronti di nove persone, per i reati di associazione per delinquere finalizzata all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, alla dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, alla dichiarazione infedele e all’omessa dichiarazione ai fini delle imposte dirette e dell’ I.V.A., all’ occultamento e alla distruzione di documenti contabili nonché per i corrispondenti reati-fine ed il delitto di simulazione di reato.
Il profitto dell’attività illecita realizzato dalla consorteria è stato stimato in oltre 18 milioni di euro. Le indagini, iniziate alla fine del 2015, hanno consentito di disvelare l’operatività di un sodalizio criminale costituito da imprenditori e professionisti della provincia barese che, avvalendosi di imprese “cartiere” riconducibili a prestanome, hanno posto in essere un articolato sistema di false fatturazioni, per un ammontare complessivo di oltre 107 milioni di euro.
PUNTO 2
L’operazione “SHARP”, condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari in data 15 marzo 2018, ha consentito di individuare un’associazione a delinquere formata da n. 8 persone radicata nella provincia di Bari, dedita alla realizzazione di frodi fiscali e truffe.
Dall’attività investigativa è emerso che due società baresi, esercenti l’attività di fabbricazione di imballaggi in materie plastiche, sin dal 2012 avevano effettuato cessioni di beni senza applicazione dell’IVA, in misura sempre crescente ed anomala, nei confronti di diverse imprese – con sede nelle province di Lecce, Taranto e Napoli – che dagli accertamenti sono risultate prive dei requisiti per il rilascio delle “dichiarazione di intento”, in quanto “evasori totali”.
All’esito delle indagini è stata data esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo di beni mobili ed immobili, finalizzato alla confisca per equivalente, per un valore di circa 1,7 milioni di euro, pari all’imposta evasa, nei confronti di un imprenditore della provincia barese, il quale, per sfuggire ai propri creditori ed al Fisco, aveva creato “ad hoc” le società avvalendosi di prestanome come amministratori fittizi.
PUNTO 3
In data 11 maggio 2018, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Lecce ha scoperto una maxi evasione fiscale da 48 milioni di euro, nell’ambito di una complessa attività investigativa che ha portato all’individuazione di una società cipriota stabilmente operante in Italia nel commercio all’ingrosso di fiori.
Le indagini svolte hanno permesso di disvelare un articolato sistema fraudolento posto in essere da tale società, avente sede legale in Cipro ma operante di fatto in Italia attraverso una “stabile organizzazione”, istituita presso una sede secondaria ubicata nel capoluogo salentino. Per mezzo di tale “stabile organizzazione” è stata esercitata, in maniera occulta ed in totale evasione d’imposta, una lucrosa attività imprenditoriale consistente nell’acquisto di fiori da produttori agricoli della provincia leccese e nella loro successiva esportazione verso la Russia.
Operando in tal modo, la società cipriota ha omesso di registrare e dichiarare i ricavi della vendita dei fiori, complessivamente quantificati, dal 2013 al 2017, in 48 milioni di euro, che sono stati invece surrettiziamente attribuiti alla predetta società, fiscalmente residente in uno Stato estero e quindi non soggetta a tassazione sul territorio italiano.
Il rappresentante legale della società ed il preposto per la sede secondaria di Lecce, entrambi di nazionalità russa, sono stati deferiti all’AG procedente per le ipotesi di reato di cui all’art. 3 del D.Lgs. 74/2000.
PUNTO 4
Nell’ambito dell’operazione “RESERVOIR DOG” del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Brindisi, in data 30.01.2018 è stato eseguito un provvedimento di custodia cautelare nei confronti di una coppia di coniugi, per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni di numerose persone residenti su tutto il territorio nazionale.
Le indagini, scaturite dall’approfondimento del tenore di vita dei soggetti ed attenzionate a livello mediatico da un’inchiesta giornalistica di un popolare format televisivo nazionale, hanno consentito di disvelare un disegno criminoso mediante il quale, con artifizi e raggiri consistenti nell’adozione di tecniche volte a suggestionare i malcapitati nel corso di incontri collettivi di preghiera (approfittando del loro stato di soggezione psicologica), erano riusciti ad ottenere dalle vittime cospicue somme di denaro, quantificate in almeno 4 milioni di euro, utilizzate per effettuare investimenti finanziari, viaggi all’estero, acquisto di gioielli e immobili.
All’esito dell’attività, le Fiamme Gialle brindisine hanno eseguito due provvedimenti di sequestro relativi ad altrettante polizze vita intestate alla donna, per un controvalore pari ad euro 125.000.
PUNTO 5
Il Comando Regionale Puglia ha periodicamente disposto l’esecuzione di piani straordinari di interventi finalizzati a prevenire e reprimere le irregolarità nel settore della distribuzione di carburanti ed in materia di circolazione dei prodotti sottoposti ad accise.
A titolo esemplificativo, l’operazione disposta in data 18-19 ottobre 2017 ha registrato l’esecuzione di 134 controlli sulla circolazione dei prodotti sottoposti ad accise e 136 interventi presso impianti di distribuzione stradale di carburanti, eseguiti con la collaborazione di Ufficiali metrici della CCIAA di Bari per le operazioni di misurazione.
In 27 casi sono state rilevate irregolarità che hanno portato al sequestro di 3.900 litri di carburante ed alla denuncia all’A.G. di 7 soggetti.
L’attività ispettiva ha evidenziato numerose irregolarità in materia di disciplina dei prezzi: in 24 casi, infatti, i controlli hanno evidenziato la mancanza di una corretta e trasparente informazione all’utenza sui prezzi praticati, così come disciplinato dalla legge.
In alcuni casi sono stati individuati distributori che, mediante la manomissione degli impianti di erogazione, frodavano i consumatori erogando quantità di carburante inferiori rispetto a quelle visualizzate sui display della colonnina ed effettivamente pagate dai consumatori; in altri casi sono emerse irregolarità nella gestione amministrativa delle attività di distribuzione che hanno determinato anche l’avvio di specifici approfondimenti di natura fiscale.
PUNTO 6
Il Comando Regionale Puglia ha periodicamente disposto l’esecuzione di piani straordinari di interventi finalizzati a prevenire e reprimere il fenomeno del gioco illegale e delle scommesse clandestine ed altre correlate forme di illegalità.
Nel corso dell’operazione effettuata in data 26-27 marzo 2018, è stata registrata l’esecuzione di 146 interventi, di cui 24 irregolari, nel corso dei quali sono stati sequestrati, complessivamente, un locale commerciale completamente abusivo e 59 apparecchiature elettroniche, tra terminali informatici (c.d. “totem”) e personal computer, con la verbalizzazione di 32 soggetti.
L’attività di controllo non ha mancato di evidenziare talune situazioni di particolare rilevanza; a titolo di esempio si cita la scoperta di una sala scommesse totalmente abusiva operante su bookmaker esteri, oppure l’individuazione di una sala giochi all’interno della quale era consentito l’accesso anche a ragazzi minorenni.
CONTRASTO AGLI ILLECITI NEL SETTORE DELLA TUTELA DELLA SPESA PUBBLICA .
PUNTO 7
In data 1 febbraio 2018, militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bari, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bari, all’esito di complesse ed articolate attività d’indagine relative ad un consolidato sistema di dissipazione del patrimonio di una rilevante società di trasporti pubblici pugliese, interamente partecipata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ammessa alla procedura di concordato preventivo con provvedimento del Tribunale di Bari del 16.01.2017.
L’indagine ha accertato un radicato sistema di affidamenti ad personam di incarichi professionali e di appalti per servizi, lavori e forniture, che ha determinato – unitamente ad altre condotte di distrazione / dissipazione del patrimonio aziendale – una esposizione debitoria di circa 300 milioni di euro.
In particolare, è stato accertato come la bancarotta documentale sia stata prodotta da varie condotte di confusione di dati contabili, tali da non rendere ricostruibili il patrimonio ed il movimento degli affari, con confusione in un unico conto delle somme derivanti dalla concessione del servizio di trasporto (circa 150 milioni di euro) e quelle derivanti dai contributi pubblici vincolati ai singoli investimenti (circa 850 milioni di euro nei vari anni), così incidendo sull’aumento dei debiti e sui relativi costi bancari (oneri, interessi) per circa 60 milioni di euro dal 2007 al 2016.
La bancarotta societaria si realizzava attraverso vari artifizi contabili, che hanno determinato condotte di falsificazione dei bilanci d’esercizio, in violazione dei precetti di correttezza e veridicità della rappresentazione, attraverso iscrizioni di ricavi privi di certezza ovvero con alterazione di voci di debito mutate arbitrariamente in crediti.
La bancarotta patrimoniale, infine, si realizzava con l’esternalizzazione di servizi fondamentali a costi crescenti e mai comparati, con l’ingiustificata moltiplicazione di incarichi e contratti di appalto a prezzi fuori mercato.
PUNTO 8
Nell’ambito dell’operazione “MERCANTI NEL TEMPIO”, in data 3 maggio 2018, militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Foggia e del Gruppo Foggia, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza emessa dal G.I.P. del locale Tribunale per l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di 3 ispettori in servizio presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Foggia e di 2 consulenti del lavoro attivi nella provincia Dauna, nonché della misura coercitiva personale dell’obbligo di dimora nei confronti di 1 pubblico ufficiale e della misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio e di un pubblico servizio, per la durata di sei mesi, nei confronti di ulteriori 7 soggetti tra pubblici ufficiali e medici.
Le indagini hanno posto in evidenza che i 3 ispettori del lavoro, compulsati dai consulenti del lavoro coinvolti nelle indagini, hanno “accomodato” in senso favorevole agli imprenditori ispezionati gli esiti di otto attività ispettive in materia di lavoro condotte dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Foggia tra il 2016 ed il 2017, nei confronti di altrettanti soggetti economici operanti nei settori delle costruzioni, dell’agricoltura e del commercio di alimenti e bevande.
PUNTO 9
In data 13dicembre 2017, nell’ambito delle indagini condotte dal Nucleo di Polizia Tributaria Bari a seguito del disastro ferroviario avvenuto il 12 luglio 2016 lungo la tratta Corato – Andria, sono stati eseguiti mirati approfondimenti investigativi al fine di riscontrare eventuali irregolarità nell’amministrazione degli incentivi e contributi finanziari erogati periodicamente dalla Regione Puglia a favore della società affidataria della gestione della tratta ed espressamente destinati alla manutenzione e all’implementazione dei sistemi di sicurezza lungo la tratta ferroviaria.
La meticolosa attività di indagine svolta dai finanzieri ha consentito di rilevare che la società di trasporto pubblico ha avuto nel tempo la disponibilità di ingenti risorse finanziarie, destinate in parte al raddoppio della linea ferroviaria Bari-Barletta ed in parte all’ammodernamento dei sistemi di sicurezza sulla stessa linea, compresa la tratta dell’incidente. Nonostante tali disponibilità finanziarie, tale ultima tratta è rimasta priva di idonei sistemi di sicurezza automatizzati, che potevano essere realizzati al costo di 600.000 euro. Peraltro, la medesima società non ha realizzato tali sistemi di sicurezza, pur disponendo anche di notevoli mezzi finanziari propri, in parte destinati al pagamento dei dividendi a favore dei soci.
Negli ultimi cinque anni la stessa società ha inoltre ricevuto dalla Regione Puglia, come previsto dal contratto di servizio, compensi per circa 180 milioni di euro, il 58% dei quali destinati contrattualmente alla gestione delle infrastrutture e della sicurezza del trasporto.
Nel corso dell’attività investigativa è stato accertato che oltre 97 milioni di euro sono stati distratti rispetto agli obiettivi di sicurezza per i quali erano stati erogati.
Sulla base dei fatti accertati, due dirigenti ed il rappresentante legale della società sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria per malversazione a danno dello Stato.
PUNTO 10
Nel corso dell’operazione “BENEFIT”, in data 10 luglio 2017, finanzieri del Gruppo Pronto Impiego Bari hanno scoperto una truffa perpetrata da diversi Centri di Assistenza Fiscale, dislocati nelle Province di Bari e B.A.T, che attraverso false dichiarazioni attestavano, fittiziamente, la presenza sul territorio italiano di cittadini extracomunitari, garantendogli il diritto all’assegno sociale.
I Centri di Assistenza Fiscale sono soggetti qualificati ed abilitati ad effettuare intermediazione tra gli interessati e l’I.N.P.S., tanto da riconoscere, all’operatore del C.A.F., all’atto della compilazione della documentazione, la qualifica di “Pubblico Ufficiale”. L’attività investigativa è scaturita da una segnalazione acquisita dalle Fiamme Gialle durante il diuturno controllo economico del territorio.
Il successivo approfondimento, effettuato attraverso l’analisi delle risultanze acquisite dalla consultazione delle Banche Dati in uso al Corpo comparate con le informazioni ricevute dall’I.N.P.S., ha consentito di riscontrare numerose anomalie nelle comunicazioni originate dai predetti Centri e dirette agli uffici previdenziali competenti.
L’operazione di servizio ha permesso di accertare che, nelle date in cui gli operatori C.A.F. attestavano la presentazione delle citate dichiarazioni, sottoscritte dall’interessato, i soggetti in realtà si trovavano all’estero.
Sono stati così individuati oltre 80 casi di truffa, con un danno all’erario di mezzo milione di euro, con la conseguente revoca del sussidio sociale. Gli operatori dei C.A.F. sono stati denunziati all’A.G. per le ipotesi di reato di truffa e falsità ideologica commessa dal Pubblico Ufficiale in atti pubblici.
LOTTA ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA ED ECONOMICO-FINANZIARIA
PUNTO 11
Finanzieri della Tenenza di Molfetta (BA), in data 7 dicembre 2017, hanno dato esecuzione a due decreti di sequestro anticipato, emessi dal Tribunale di Bari, nei confronti di altrettanti soggetti molfettesi ritenuti, per le loro condotte, socialmente pericolosi.
Le indagini patrimoniali hanno permesso di accertare la pericolosità sociale dei soggetti, dediti abitualmente a condotte delittuose, come il traffico di droga, l’estorsione, l’usura continuata ed aggravata, la ricettazione nonché l’introduzione ed il commercio nel territorio dello Stato di prodotti con segni falsi.
Tali reati avevano permesso agli stessi di accumulare ingenti ricchezze quali aziende, immobili, autovetture e cospicui saldi attivi in diversi rapporti bancari e postali, per l’importo complessivo di circa 4 milioni di euro.
PUNTO 12
Il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bari, in data 11 aprile 2018, ha eseguito un provvedimento di confisca definitiva, disposto dalla Corte di Appello di Bari su proposta del Procuratore della Repubblica alla stessa sede, del patrimonio riconducibile al clan malavitoso PARISI di Bari.
In particolare, sono state confiscate 2 ville ubicate nel territorio di Torre a Mare, 1 autovettura, 2 motocicli, 5 cavalli da corsa, vari orologi di lusso e 2 rapporti finanziari, per un valore stimato complessivo di oltre un milione e duecentomila euro, risultati nella disponibilità del noto criminale, considerato “socialmente pericoloso” nell’accezione del Codice antimafia, alla luce dei numerosi e gravi precedenti penali e di polizia, che denotano una spiccata tendenza a commettere reati contro il patrimonio e le persone e in materia di armi e stupefacenti.
Il provvedimento di confisca è stato emesso dall’Autorità Giudiziaria sulla base degli esiti di mirati accertamenti, nel corso dei quali sono stati valorizzati in chiave patrimoniale i dati acquisiti nell’ambito delle indagini penali, che hanno consentito di rilevare l’assoluta sproporzione tra l’elevato valore dei beni nella disponibilità del capoclan (per la maggior parte intestati a c.d. “prestanome” compiacenti) rispetto ai redditi dichiarati e all’attività economica svolta da quest’ultimo.
PUNTO 13
Militari del Gruppo di Foggia hanno concluso, in data 8 ottobre 2017, una complessa attività di polizia giudiziaria, denunciando all’A.G. 30 soggetti ritenuti responsabili, in ragione delle rispettive attribuzioni, dei reati di usura, estorsione, detenzione abusiva di armi, ricettazione e di abusivismo bancario e finanziario.
Nel corso delle indagini, che hanno fatto piena luce su un vasto e ramificato fenomeno cittadino coinvolgente artigiani, imprenditori e numerose persone in gravi difficoltà economiche impossibilitate a rivolgersi ai normali canali creditizi, i militari hanno accertato l’applicazione di tassi usurai, che spaziavano dal 25% al 6.800% su base annua, su prestiti in denaro contante, quantificati in oltre 200.000,00 euro, nonché su oltre cinquecento casi di cambio-assegni a titolo oneroso.
All’esito, il G.I.P. del Tribunale di Foggia ha disposto il sequestro preventivo, ex art 12 sexies della L. 356/1992, di 50 box, 14 appartamenti, quote societarie di 4 imprese e 8 autovetture, per un valore complessivo di circa 2,5 milioni di euro.
PUNTO 14
Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bari hanno eseguito, in data 27 marzo 2018, un decreto di sequestro preventivo d’urgenza emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari nei confronti di un cittadino egiziano, residente a Foggia, nella sua qualità di responsabile di un’associazione culturale risultata vero e proprio centro di culto islamico nel capoluogo dauno, già indagato per i reati di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale e istigazione a delinquere.
L’attività investigativa si inserisce nel più ampio contesto operativo che nel luglio 2017 ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un militante ceceno dell’ISIS, anch’esso indagato per associazione a delinquere con finalità di terrorismo internazionale.
Le Fiamme Gialle hanno sottoposto a sequestro preventivo finalizzato alla successiva confisca l’intero immobile, sede dell’associazione culturale e nr. 3 rapporti finanziari, il tutto per un controvalore complessivo stimato in circa 370 mila euro.
Tali mirati accertamenti svolti dalle Fiamme Gialle sono scaturiti da una segnalazione di operazioni sospette a carico del cittadino egiziano e della consorte, che hanno consentito di rilevare in capo allo stesso una disponibilità economica sproporzionata rispetto ai redditi dichiarati, nel periodo dal 2011 al 2017.
L’ipotesi è che l’Imam possa essersi procurato le disponibilità attraverso la cd. “zakat” (una raccolta fondi), personalmente operata nell’ambiente dei soggetti di fede islamica frequentatori della moschea, gestendo il denaro accumulato in maniera poco trasparente.
PUNTO 15
Il 7 settembre 2017, gli assetti aeronavali della Guardia di Finanza, impegnati anche nell’operazione “TRITON 2017” dell’Agenzia FRONTEX, venivano indirizzati verso un obiettivo ritenuto sospetto, per la rotta di navigazione tenuta dal natante ed in particolare per la linea di galleggiamento molto bassa, segno di un carico atipico.
Alla vista delle unità della Guardia di Finanza, i trafficanti tentavano di darsi alla fuga verso il largo, nonostante l’alt intimato dagli uomini delle Fiamme Gialle a bordo di mezzi navali in forza al Gruppo Aeronavale di Taranto ed ai Reparti Operativi Aeronavali di Bari e Termoli.
Poco dopo, l’imbarcazione fuggitiva, un motoryacht di colore bianco, lungo 17 metri circa, battente bandiera statunitense, veniva fermata e abbordata al largo di Vieste (FG). A bordo della stessa venivano sequestrate quasi 4 tonnellate di marijuana, confezionata in 185 colli di varie dimensioni, che al mercato clandestino avrebbero fruttato al dettaglio circa 40 milioni di euro.
I due scafisti, di origine albanese, venivano tratti in arresto per detenzione e traffico internazionale di stupefacenti e posti a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.
PUNTO 16
Nell’ambito dell’operazione “BOGOTÀ”, dei Nuclei di Polizia Economico Finanziaria di Lecce e Brindisi, in data 4 giugno 2018, al termine di complesse indagini codelegate dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 4 persone (2 in carcere e 2 ai domiciliari) appartenenti ad un’organizzazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
L’attività ha accertato il coinvolgimento nei traffici illeciti di 51 soggetti di nazionalità italiana ed albanese, di cui 10 tratti in arresto in flagranza di reato nel corso di varie operazioni di servizio svolte nel corso delle indagini in varie località italiane, con il sequestro di rilevanti quantitativi di stupefacente (600 Kg di Marijuana, 21 Kg di Hashish, 2 Kg di Cocaina e 32 Kg di Eroina) e di numerosi mezzi utilizzati per il trasporto dello stupefacente stesso quali imbarcazioni, furgoni ed autovetture modificate con sofisticati doppifondi.
Il sodalizio criminale era strutturato in vari gruppi criminali radicati nelle provincie di Lecce e Brindisi, con “proiezioni operative” in Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Sardegna, Basilicata e persino in Belgio, ove usavano approvvigionarsi di ingenti quantitativi di cocaina che successivamente distribuivano sulle piazze locali.
Dalle indagini è inoltre emerso come, in alcuni casi, usassero fornire “supporto logistico” anche ad altri gruppi criminali stanziati in Albania, fornendo ove necessario anche la disponibilità di mezzi ed autisti per il trasporto dello stupefacente verso varie destinazioni su tutto il territorio nazionale.