GLI EFFETTI IMMEDIATI E FUTURI DELLA CRISI DI GOVERNO
La ormai conclamata crisi del governo giallo-verde, conclusasi con le dimissioni del Premier Giuseppe Conte e la conseguente caduta dell’esecutivo, ovviamente avrà delle ricadute immediate rischiando di bloccare diverse misure in attesa di sviluppo e approvazione.
Le misure a rischio e i nodi rimasti irrisolti ci sono:
- La rimodulazione del Bonus Renzi degli 80 euro. L’idea è della Lega che vorrebbe trasformarlo in una detrazione fiscale a tutti gli effetti.
- Il futuro del Reddito di cittadinanza e del salario minimo. Sul primo la Lega è sempre stata scettica (ma anche il Pd non ne è mai stato convinto). Sul secondo invece il Pd ha una visione comune con i M5s, mentre il Carroccio preferirebbe destinare fondi ad altri progetti.
- La promessa Flat tax potrebbe restare sulla carta: cavallo di battaglia leghista, se si dovesse formare un governo a guida M5s e Pd, tramonterebbe del tutto l’idea della tassa piatta per imprese e famiglie, in quanto il probabile nuovo governo, già denominato “giallo-rossi” componente PD si è sempre schierata a favore di un sistema di aliquote progressive.
- In bilico ci sono anche gli statali che hanno fatto richiesta di sfruttamento di Quota 100. Al momento risulta, particolarmente spinosa la situazione degli insegnanti.
- La soluzione di diverse crisi aziendali, che coinvolgono 220 mila lavoratori, per un totale di ben 158 tavoli aperti, in cui era seduto il Ministero dello Sviluppo Economico. Alitalia, Alcoa, Almaviva, Acciai speciali Terni, Mercatone Uno, Blutec Whirpool, Ilva e il caso dei contratti dei rider, le questioni più delicate.
- L’approvazione della riforma costituzionale che riduce il numero di parlamentari, da sempre cara al M5s. Nonostante la crisi, la Lega si è detta pronta a votarla. Avallo anche da parte del Pd. In uno scenario politico simile, però, resta da capire se realmente l’iter sarà portato a termine.
Tutto ciò senza dimenticare gli impegni a breve con l’Europa sotto l’aspetto economico e il formulare una legge di bilancio che reperisca le somme necessarie 23/miliardi di euro per evitare un aumento dell’IVA che comporterebbe una riduzione dei consumi creando quindi uno stato di recessione nel Paese.
Infine, ci sono inoltre da risolvere tre nodi importanti che hanno innescato profonde spaccature nei mesi scorsi: come la prosecuzione dei lavori della TAV, la riforma della giustizia, e l’Autonomia differenziata tra le Regioni che sarebbe un ulteriore arretramento delle Regioni entro meridionali rispetto a quelle settentrionali, in particolare la Lombardia, il Veneto e l’Emilia-Romagna.