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FESTE PATRONALI NEL SALENTO A BRINDISI E PROVINCIA

FESTE PATRONALI NEL SALENTO A BRINDISI E PROVINCIA

SANT’ANDREA AVELLINO

CEGKIE MESSAPICA (Brindisi) 10 Novembre 2019

Sant’Andrea Avellino (e non “di Avellino”, come dicono erroneamente alcuni devoti sgrammaticati), nacque a Castronuovo in Basilicata (paese che oggi ha preso il Suo nome) e morì per apoplessia (l’antico nome dell’infarto) a Napoli nel 1608 proprio mentre diceva messa sull’altare della chiesa di San Paolo Maggiore (dove tra l’altro nella cripta è sepolto San Gaetano, suo confratello dell’ordine dei Teatini) per Sua preghiera personale al Padreterno, in quanto Egli si riteneva pronto in ogni momento a comparire davanti all’Onnipotente essendo la Sua anima in perenne stato di grazia e pertanto non temente la morte in peccato mortale. Per questo motivo, fino agli anni Trenta era molto venerato dai devoti affinché evitassero la morte improvvisa, specie i cardiopatici. Tale Sua estrema convinzione di essere nel giusto non Gli impedì pertanto di perseguitare un antenato dello scrivente, l’avvocato napoletano don Giuseppe De Vicariis, che insieme alla sedicente santona suor Giulia Di Marco e all’amante di entrambi padre Aniello Aciero (originario di Gallipoli) nella Napoli del Seicento avviarono la “Setta della Carità Carnale”, secondo cui l’atto sessuale era un modo di avvicinarsi a Dio e non punibile quindi come peccato. Sant’Andrea Avellino si accanì a morte quindi contro il mio antenato e gli altri due santoni, che avevano trascinato tutta la Napoli “bene” e finanche la stessa viceregina in grandi orge a fin di “bene spirituale”, ma la morte Gli impedì di continuare la persecuzione contro la setta; la condanna invece arrivò direttamente da papa Paolo V Farnese, che fece arrestare il “triangolo” scandaloso dai padri Teatini (l’ordine a cui apparteneva appunto Sant’Andrea) e li mandò a terminare i loro giorni prigionieri a Roma in Castel Sant’Angelo.

Un altro particolare sconcertante della vita, o meglio della morte di Andrea, si ebbe quando sul letto di morte, prima della sepoltura, qualcuno ebbe la bella pensata di praticarGli un taglio all’orecchio e raccoglierNe il sangue né più né meno come per San Gennaro; quel sangue raccolto e conservato a Napoli cominciò a comportarsi esattamente come il liquido vitale del più illustre Santo protettore di Partenope liquefacendosi anche a molti anni dopo la morte di Andrea almeno fino alla metà del Settecento, epoca a cui risalgono le ultime liquefazioni, poi non più verificatesi. Napoli per questo motivo “sanguigno”, essendo già popolata di ampolle miracolose con i sangui di San Gennaro, San Pantaleone, San Luigi Gonzaga, San Lorenzo, Santa Patrizia e un altro centinaio circa di testimoni della fede che facevano (e fanno) impazzire i credenti e gli scettici al vedere tali recipienti improvvisamente prendere vita e far rosseggiare e ribollire il loro contenuto nelle circostanze più varie, è stata giustamente ribattezzata “urbs sanguinorum”, ovvero “città dei sangui”. Chi soffre di malattie cardiovascolari oggi può per l’appunto trovare in Sant’Andrea Avellino un valido avvocato. Buona festa di Sant’Andrea!

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Ceglie Messapica (Brindisi) – Chiesa Madre dell’Assunta, nicchia nella navata destra – 09.00-12.00 e 17.00-20.00 (orari apertura chiesa) – ingresso libero – Info. Damiano Nicolella 3287024035

redazione.lecceoggi@gmail.com

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