L’ANGOLO DEDICATO AL LIBRO
“LA SIGNORA DEL MARTEDÌ“di Massimo Carlotto
Trama:
Tre personaggi che la vita ha maltrattato. Bonamente Fanzago, attore porno dal nome improbabile che un ictus ha messo in panchina e che assiste angosciato all’ascesa dei giovani concorrenti. Tiene duro aspettando che ogni martedì una donna affascinante dal passato misterioso paghi i suoi servizi da gigolò alla pensione Lisbona, un alberghetto poco frequentato dove il proprietario, il signor Alfredo, vive la sua condizione di travestito nascondendosi da un ambiente ipocrita e perbenista. Tre esseri umani sui quali la società si accanisce proprio perché più fragili, ma che troveranno il coraggio di difendersi. Non sono eroi senza macchia né paura, hanno debolezze, hanno commesso errori e a volte azioni riprovevoli. Ma soprattutto aspirano ad amore e rispetto. Quando un imprevisto darà il via a una girandola di effetti collaterali, per i nostri tre personaggi diventerà questione di vita o di morte scavare, dentro di sé e nel proprio passato, per trovare le risorse necessarie a tirarsi fuori dai guai.
Recensione:
Un libro intenso, un noir dissacrante ricco di emozioni. L’ultima opera di Carlotto si rivela davanti agli occhi del lettore con bellezza, sferzante critica, verità e tantissimi spunti di riflessione.
La forza di questo libro sono, senza dubbio, i personaggi. Presi dai margini della società sono particolari, isolati dagli altri sebbene siano costretti a viverci fianco a fianco, con stratagemmi, tentando magari di rimanere nascosti “sotto un sasso”, per avere la tranquillità e l’anonimato al quale anelano. Il lettore incontra veramente queste figure, che impara a conoscere ed amare, come famigliari, anzi di più, come la famiglia che ognuno si sceglie: l’attore porno costretto dalla salute alla pensione anticipata, Bonamente, uomo buono, ingenuo, un po’ tonto, che dalle responsabilità della vita è sempre fuggito, una persona da seguire, che si lascia accudire con gioia da chi gli è accanto; il signor Alfredo, omino con l’anima di donna, dal vissuto duro ed importante, terrorizzato dalla solitudine e mosso dalla forza delle passioni e dall’amore paterno che prova per Bonamente; la signora del martedì, della quale, per tanto, non conosceremo il nome, scostante e fredda per difesa, mostra al mondo una corazza di antipatia e superiorità sprezzante per proteggersi dalla cattiveria del mondo che tanto l’ha ferita. Di questi tre seguiremo le gesta perché è con loro che la trama ruota, ma altre figure ci toccheranno per bontà, per cattiveria, per l’aiuto che portano o il pericolo che incarnano.
Questo libro è un noir, anche se all’inizio non sembra, ma quando la morte irrompe a stravolgere un ritmo già interessante, si resta colpiti dai sentimenti che le vite spezzate suscitano. Da una parte tristezza, per le modalità, per l’esito; pena per la vittima e per il colpevole che è noto e manifesto; dall’altra quasi gioia, soddisfazione per chi se ne va, sembra si possa dire all’assassino “Ben fatto!”. Per quanto il gesto non sia giusto, ma terribile e definitivo, lo comprendiamo.
L’autore coinvolge così tanto il lettore nella vicenda che si partecipa all’azione, allo svolgimento. Si trema e si trama, mentre con naturalezza di riflette sui personaggi, ma soprattutto su di noi, come persone che ascoltano notizie, sentono fatti e pseudo tali e giudicano: a priori, senza ascoltare tutte le campane, senza approfondire, perché tanto è sempre così, perché deve essere così per forza, perché sicuramente quel tale o quell’altro hanno qualcosa da nascondere e innocenti non possono essere.
In questo mondo sempre online, connesso giorno e notte, le notizie girano veloci e i processi si fanno sui social prima ancora che nella aule di giustizia. Si condanna prima di giudicare, si addita e si mette in determinate categorie senza riflettere sulle conseguenze, sulle vite che andiamo a toccare, a sporcare, a distruggere.
Carlotto ci mette a confronto con le nostre responsabilità, spostando l’empatia verso chi delinque ed è stato accusato per proteggere interessi superiori. Così facendo la toglie a chi indaga, che appare ottuso, costretto su binari sbagliati, consapevole di ciò, ma testardo e fermo nel perseguire l’errore. I buoni diventano i cattivi dai quali difendersi; i cattivi non sono nemmeno tali, ma persone alle quali è dovuta una dignità negata e maltrattata.
E’ un mondo alla rovescia il nostro. Mentre la morte improvvisa e delittuosa diventa un’onda che porta le sue conseguenze lontano dalla vittima e dal colpevole, toccando chi con i protagonisti condivideva conoscenza e affetto, il giudizio viene affidato prima di tutto all’emozione, alla spinta vendicativa, rabbiosa dei media e dei social, al sensazionalismo e, solo dopo, agli organi preposti per la legge e la giustizia. La verità c’entra poco, la sua ricerca non è importante quanto la sensazione. E’ un teatro umorale quello nel quale abitiamo e che Carlotto descrive.
“La signora del martedì”, è un noir bellissimo e triste, che giudica noi e il nostro fallace modo di essere.
Imperdibile.
(Tatiana Vanini)
(Fonte: librierecensioni.com)