DEA LECCE, FDI: NON SERVONO LE POLEMICHE, MA LA CHIAREZZA
Emiliano spieghi perchè ha firmato ordinanza che ha fermato apertura della struttura
Dichiarazione dei consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Erio Congedo, Giannicola De Leonardis, Luigi Manca, Renato Perrini, Francesco Ventola e il capogruppo Ignazio Zullo
“Non vogliamo fare polemica e ribadiamo, per l’ennesima volta, che il coronavirus ci richiama tutti a un senso di responsabilità, soprattutto nei confronti dei cittadini, ma l’evolversi della questione che riguarda il DEA di Lecce, dopo le denunce giornalistiche dei giorni scorsi, esige oggi più di ieri chiarezza!
“Il presidente-assessore alla Sanità, Michele Emiliano che straparla ovunque, che spettacolarizza ogni suo intervento, stranamente resta in silenzio, ma noi non ci arrendiamo. Non potendolo convocare in audizione in Commissione Sanità chiediamo che fornisca subito spiegazioni in merito all’ordinanza da lui firmata (la n. 174) con la quale ha impedito, di fatto, l’avvio del DEA il 28 febbraio scorso. Una decisione gravissima perché la Puglia avrebbe potuto contare fin da allora di una struttura di 300 posti letto (40 di terapia intensiva). Avremmo avuto già in funzione un Dipartimento completamente dedicato ai pazienti COVID-19 e avremmo assicurato non solo le prestazioni di altra natura in altre strutture ospedaliere (in questo momento in Puglia sono bloccate le prestazioni di diagnosi e cura per altre patologie), ma soprattutto percorsi e spazi separati che sono invece veicolo di contagio. Infatti, tutto ciò ha comportato una promiscuità di interventi che ha determinato la contaminazione di importanti strutture sanitarie (alcuni esempi: il Pediatrico di Bari, l’Ospedale della Murgia, la Mater Dei, il Miulli, il Di Venere).
“Per questo riteniamo scandaloso che per questioni amministrative che appaiono pasticciate e che ben potevano essere affrontate a fine emergenza, ad oggi il DEA di Lecce non è ancora fruibile, mentre si spettacolarizza la riconversione COVID-19 di Asclepios e del Miulli e contemporaneamente implodono i reparti di rianimazione degli altri ospedali e nel mentre pazienti programmati per interventi di tumori vengono chiamati per essere rinviati a data da destinare”.