IL CALCIO CERCA DI RAGGIUNGERE UN ACCORDO PER SOPRAVVIVERE
Nuovo incontro tra Lega e Assocalciatori per discutere dell’argomento “riduzione degli emolumenti”. Come noto, e con il precedente della Juventus che ha già raggiunto un accordo con i propri tesserati (Ronaldo rinuncerà a poco più di 10/milioni di euro), le società puntano, avvalendosi peraltro di pareri di legali specialistici sul tema, alla riduzione degli ingaggi.
Le difficoltà economico/finanziarie che, purtroppo di sicuro aggrediranno tutti i settori produttivi renderanno ancor più pesanti i bilanci delle singole società se non si interverrà subito e in maniera drastica.
Il calcio, terzo volano per capacità di muovere soldi in Italia, con lo stop all’attività agonistica h prodotto la mancanza di introiti dagli stadi, oltre al fatto che le emittenti televisive non pagheranno le restanti trance di premio così come gli sponsor. In pratica i club dal marzo in poi non potranno registrare a libro mastro nessun introito e questo, per i più, potrebbe essere il tracollo.
Ecco perché la Lega si sta adoperando ad ottenere il taglio degli stipendi ai giocatori oltre a richiedere al Governo forme di intervento a sostegno di un movimento che in passato ha sempre creato un notevole gettito di entrate per le case dello Stato.
In ogni caso, oggi, ai rappresentanti dei calciatori sarà presentata la proposta da cui avviare la discussione: “Riduzioni progressive con uno schema preciso”:
sotto i 100mila euro lordi, stipendio pieno;
sopra il milione e mezzo, taglio del trenta per cento.
in alternativa, taglio per tutti del 50%.
L’Aic – si dice – è disposta al dialogo ma difenderà al massimo i suoi giocatori, con un occhio di riguardo a quelli di Serie B e C che hanno contratti a cifre ben diverse rispetto ai colleghi di Serie A.
Non resta che attendere e, per gli appassionati del gioco del calcio sperare che si raggiunga un accordo.
Ovviamente, però, tutto resta condizionato alla eventuale ripresa del campionato. Evento che presenta sempre più difficoltà di versi realizzato.
Ernesto Luciani