UNA TRADIZIONE LECCESE CUI RINUNCIARE, PER QUEST’ANNO: “LU RIU”
Purtroppo quest’anno a causa del covid-19 dovremo rinunciare a rivivere questa tradizione leccese che si perde nella notte dei tempi. Qui si vuole solo ricordarla per mantenerla viva nella mente e nei cuori dei leccesi di domani.
Si tratta, evidentemente, di una festa da trascorrere all’aperto e che per i leccesi affonda le proprie radici nella storia. Corrisponde, ma solo per i leccesi, alla tradizionale gita fuori porta del Lunedì dell’Angelo, in pratica quella che per tutti è la “Pasquetta”.
Il perché “Lu Riu” a Lecce si festeggiava il martedì trova ampie spiegazioni per motivi storici e commerciali. Bisogna notare che, malgrado oramai è una consuetudine che va sempre più scomparendo, l’Amministrazione Comunale di Lecce, giustamente, ne mantiene vivo il ricordo organizzando, da diversi anni, una serie di eventi all’aperto tra il Parco di Rauccio e la Torre di Belloluogo.
Lo slittamento dal lunedì al martedì è dovuto, narra la leggenda, al “mercato del lunedì” una volta prospero a Lecce che vedeva il convergere in città di commercianti in vino e farinacei vari per trattare i loro affari. Un evento così importante non poteva essere spostato e i leccesi decisero di far slittare, meglio, la gita del dopo Pasqua. C’è anche tutta una storia in merito al nome della festa. Lu Riu, affonda la propria tradizione, nella profonda venerazione dei leccesi, ma anche degli abitanti di Surbo, verso la Madonna di Loreto la cui forma dialettale “d’Aurio e d’Auriu” ha subito tante di quelle varianti sino a diventare, appunto, “Lu Riu”. Nei tempi passati la tradizione prevedeva il pellegrinaggio alla chiesa dedicata alla Madonna di Loreto, edificata nell’XI secolo insistente nelle campagne a nord della città. Al termine del pellegrinaggio i fedeli devoti usavano, poi, consumare un pasto portato da casa.
I festeggiamenti al martedì dopo Pasqua, del resto, trovano un altro fondamento di tradizione anche nel fatto che la chiesa dedicata alla Madonna era sorta, per opera dei monaci Basiliani, fuggiti dall’Oriente per evitare le proibizioni imposte dall’imperatore Leone III , in una località chiamata Aurio che deriverebbe il suo significato toponomastico da Laυrion, diminutivo di Làυra. I Basiliani mantennero in queste zone il loro rito bizantino; è per questo motivo che si celebra la Madonna il martedì successivo alla Pasqua, come accade appunto nel rito bizantino.