HomeCronaca e AttualitàEMERGENZA CORONAVIRUS: TEST RAPIDI NELLE “CASE CIRCONDARIALI”

EMERGENZA CORONAVIRUS: TEST RAPIDI NELLE “CASE CIRCONDARIALI”

EMERGENZA CORONAVIRUS: TEST RAPIDI NELLE “CASE CIRCONDARIALI”

Di seguito un comunicato diffuso dal sindacato di polizia Sappe:

Da quando si è sviluppata la pandemia sul territorio Italiano il SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria, sta denunciando come le carceri siano state abbandonate dallo Stato. Sanguina ancora la ferita delle rivolte dei giorni 8 e 9 marzo in cui i detenuti hanno distrutto parecchie carceri, con la scusa del blocco dei colloqui con i familiari. Un Ministro ed un DAP competenti non avrebbero mai concesso questa possibilità ai detenuti poiché bloccare all’improvviso i colloqui è stata una pura follia; bastava ridurre il numero dei familiari ad una persona con mascherina, in attesa graduale del blocco totale, come peraltro ha fatto il governo con i cittadini. Il SAPPE da subito ha denunciato il fatto che dietro le rivolte c’erano interessi ben più importanti portati avanti dalla malavita “importante” per addivenire a provvedimenti di clemenza(amnistia e condono), cosa che ha potuto ora appurare la magistratura inquirente. Però ora siamo arrivati ad un punto cruciale per cui mettiamo da parte le polemiche inerenti la mancata dotazione di idonee mascherine e quant’altro, poiché la tensione nelle carceri pugliesi si mantiene molto alta, con i poliziotti costretti a lavorare per 12 ore continuative e di più, poiché i detenuti sono agitati, per cui potrebbe scoppiare il finimondoTest rapidi nelle carceri pugliesi, la richiesta del Sappe. La polizia penitenziaria con grandi sacrifici riesce ancora a tenere sotto controllo la situazione, però PRETENDE che si facciano con la massima urgenza per tutti i detenuti, poliziotti penitenziari, personale sanitario in servizio presso le carceri della regione, i TEST RAPIDI, poiché è fondamentale avere più informazioni sulla circolazione del virus nelle carceri pugliesi. Fino ad oggi sono più di una trentina tra poliziotti e personale sanitario in quarantena, per cui crediamo che con i test si possano tranquillizzare tutti quelli che hanno a che fare con l’intero sistema penitenziario. E’ notizia di ieri che anche la Sicilia dopo la Campania, l’Umbria, la Toscana, il Veneto ecc.ecc., ha deciso di attuare lo screening di massa nelle carceri. Sia chiaro non possiamo permetterci che scoppi un focolaio in un carcere poiché le conseguenze sarebbero disastrose per tutti., con gravi problemi di ordine pubblico. Quindi Presidente Emiliano insieme al suo staff scientifico disponga lo screening in tutte le carceri della Regione, poiché solo così si potrebbe abbassare la tensione. Se poi si pensa che Regione e Sindaci non debbano interessarsi delle problematiche presenti nelle carceri, poiché non sarebbe un problema anche loro….. si sbagliano clamorosamente.

redazione.lecceoggi@gmail.com

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