5 LECCE: L’ULTIMO SALUTO A “SILVIA” DISTURBATO DALL’AZIONE TROPPO PRESSANTE DI UNA VIGILESSA
La mamma indignata da quanto accaduto scrive al Sindaco
È tempo di regole che impongono comportamenti molto diversi dalle abitudini ed è giusto che ci sia chi, ad eventuali inadempienti, le faccia osservare, ma bisogna avere il senso della misura e non “approfittare” del vestire una divisa per assumere atteggiamenti da “kapò” di triste memoria.
È quanto accaduto ieri presso il Cimitero cittadino dove una vigilessa troppo “zelante” ha trovato il modo di disturbare l’ultimo saluto dei familiari (15 come vuole il Dpdc) portato alla casa Silvia. Come noto, la Sua storia è stata seguita da molti a Lecce, la 31enne leccese è morta a causa di una malattia molto rara dopo un lungo calvario in cerca di una cura che l’aiutasse. Ieri, come detto, il funerale della ragazza, il cui triste destino ha commosso l’intero Salento, si è svolto all’esterno della Chiesa dei SS Niccolò e Cataldo, all’interno del cimitero di Lecce. Una cerimonia che, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, si è svolta con una partecipazione molto ridotta: nonostante ciò la vigilessa intervenuta a controllare il rispetto delle regole ha ritenuto di dover chiedere nome e cognome dei presenti facendo sentire la sua presenza in maniera fin troppo “ingombrante”. Un dolore che si aggiunge al dolore per la madre Mimma che ha lottato fino all’ultimo per aiutare la figlia nella sua battaglia:
«Non è accettabile che avvenga tutta questa persecuzione durante la celebrazione della messa del funerale di mia figlia Silvia che ha già dovuto sopportare in vita atroci sofferenze e non trovare pace nemmeno nel cimitero durante il suo ultimo saluto da parte dei congiunti che educatamente erano a 3-4 metri uno dall’altro all’aperto –scrive la mamma- continuare imperterrita a disturbare per chiedere nome e cognome col taccuino in mano mentre il dolore per la perdita della figlia ti attanaglia è veramente deplorevole e squallido.
Vengo dal cimitero di Bologna dove mia figlia è morta e nonostante si celebrassero i funerali nessun vigile a Bologna si è mai permesso di assumere atteggiamenti da campo di concentramento, anzi se si avvicinavano era solo per dare le condoglianze e ricordare le distanze. Allora credo signor Sindaco che la prima cosa che manca a questa vigilessa non sono l’apprendimento delle regole del Decreto, ma le basi più elementari della buona educazione, del rispetto del dolore atroce per la perdita di una figlia, del rispetto per la celebrazione funebre e poi non può avere libero arbitrio di modificare le regole a suo piacimento».
Dal racconto della madre di Silvia emerge che la vigilessa abbia “disturbato” la cerimonia costringendo il prete ad interrompersi e che solo l’intervento dell’assessore Sergio Signore abbia riportato la serenità tra i presenti pur nel profondo dolore per l’ultimo saluto alla giovane Silvia.