DA CALGIARI RITORNA UN LECCE PRONTO A COMBATTERE SINO A FINE STAGIONE
Da Cagliari è arrivato il segnale che tutti volevano a controprova che la vittoria sulla Lazio non era stata frutto di demerito dell’avversario ma per un’effettiva forza di Mancosu e compagni. Dall’Asmicora, addirittura potevano arrivare i tre punti per un nuovo successo ma un poco di imprecisione sotto rete ha privato di ragazzi di Liverani di poter uscire dal terreno di gioco con la palma della vittoria. Sarebbe stata una risposta importantissima al successo del Genoa su un ormai rassegnata Spal.
Il ritorno di giocatori del calibro di Barak, Majer, Deiola, Farias nelle ultime due gare giocate hanno consentito alla squadra di tornare ad essere un gruppo in grado di lottare sino alla fine per conquistare il sospirato traguardo della riconferma nel massimo campionato.
A Cagliari, però, bisogna riconoscere che una gradevole sorpresa è venuta dalla fase di non possesso da parte di tutti. È stato messo in pratica il sempre valido concetto che la prima difesa parte dal contrasto fatto dalle punte al portatore di palla avversario. Ieri a Babacar mi verrebbe da tagliare la testa per quel palo colpito su una corta respinta del portiere avversario, ma poi se considero tutti i ritorni che ha fatto (anche nella nostra area di rigore) tutti i contrasti a centrocampo (alcuni vinti altri persi) atti a dare tempo ai compagni di piazzarsi meglio (il nostro Gabriel è stato bravo quando chiamato in causa) ma è stato Cragno, il suo collega cagliaritano, ad essere valutato il migliore in campo) l’ho giustificato appieno sperando che a breve ritrovi, oltre al gusto del giocare, anche la via del gol.
Se pure a distanza di pochi giorni, ieri a Cagliari, Liverani ha riproposto la stessa formazione che ha battuto la Lazio e la risposta è stata più che affermativa. Non si può dire come aveva studiato la partita il nostro tecnico, purtroppo gli infortuni di Falco e Calderoni (speriamo di brevissima durata) gli hanno certamente scombussolato i piani; resta il fatto che con le sostituzioni (obbligate Rispoli e Farias; e quelle volute Deiola e Majer) apportate l’undici in campo ha sempre svolto il proprio gioco. Il Lecce ha sempre cercato di arrivare al gol con trame di gioco che coinvolgevano tutti i reparti con partenza dalla difesa attraverso gli uomini di centrocampo per poi passare il pallone al compagno più avanzato perché tentasse di battere un fortissimo Cragno. Almeno tre le occasioni da gol per il Lecce nel primo tempo, qualcuna di più nella ripresa con Farias e Barak oltre Saponara e Mancosu nella veste di cecchino. Purtroppo è finita con uno zero a zero che sotto certi aspetti ci presenta un bicchiere più semivuoto che semipieno ma l’aver rivisto il Lecce nelle condizioni in cui lo abbiamo ammirato ieri ci induce, in ogni caso, ad un modesto ottimismo.
Ora c’è da affrontare al “Via del mare” la Fiorentina e poi ci sarà la battaglia della vita a Genova contro i rossoblù di Pandev, ma la prestazione di ieri ha di sicuro dato nuova forza e maggiore autostima all’intero gruppo. Proprio su queste spinte morali bisogna fare affidamento, continuando a crederci, per proseguire nella lotta.
Pochi giorni, meglio poche ore di meritato riposo ed i giallorossi saranno chiamati ad un altro incontro importante ma non decisivo, perché questa etichetta il Lecce dovrà darla a tutti i match che disputerà fino alla fine del torneo. Solo dopo Lecce vs Parma sarà lecito riporre le armi e pensare al futuro.
Ernesto Luciani
(fonte foto: Cagliarinews24)